In Oregon una milizia armata ha occupato un edificio del governo
È una piccola storia locale, ma esemplare di un vecchio problema americano: l'insofferenza dei "rancher" libertari per il governo
Sabato 2 gennaio un gruppo di uomini armati ha occupato un edificio che appartiene al governo federale degli Stati Uniti nella periferia di Burns, una piccola città dell’Oregon. Le persone che hanno occupato l’edificio dicono di averlo fatto per protesta contro il governo, che secondo loro sta perseguitando due piccoli proprietari terrieri di Burns – Dwight L. Hammond e suo figlio Steven D. Hammond, accusati di aver appiccato fuochi in terre federali – e in generale opprime la popolazione e gestisce in maniera scorretta l’enorme quantità di terreni agricoli che possiede in tutto il paese.
La struttura occupata è il Malheur National Wildlife Refuge, un piccolo gruppo di casette a cui si appoggia chi va a caccia e pesca nella zona. Non è chiaro quanti uomini stiano partecipando alla protesta – i miliziani dicono di essere in 150 – né perché abbiano scelto proprio quell’edificio o quando si concluderà l’occupazione: Ryan Payne, un reduce dell’esercito americano che sta partecipando all’occupazione, ha detto al New York Times che «rimarremo qui finché sarà necessario. Per molto tempo si è parlato di ridare la terra del governo alla gente. Finalmente qualcuno si è mosso per farlo».
I giornali americani hanno fatto notare che molti dei manifestanti impegnati nell’occupazione non vengono da Burns: molti di loro sono stati già coinvolti in un altro scontro col governo federale avvenuto in Nevada nel 2014, quando decine di persone armate erano riuscite a impedire che il governo sequestrasse le mucche del proprietario terriero Cliven Bundy per una vecchia questione di tasse non pagate. Bundy divenne un simbolo della protesta della destra radicale contro il governo americano: la sua storia finì su tutti i giornali e fece riparlare dei movimenti libertari – che cioè invocano la minor presenza possibile del governo negli affari locali – e del ruolo rilevante che spesso hanno giocato nella storia degli Stati Uniti.
La continuità con il caso di Cliven Bundy non è solamente ideale: molti giornali americani hanno identificato il capo del movimento di occupazione in Ammon Bundy, uno dei figli di Cliven Bundy. Un altro dei figli di Cliven, Ryan, sta partecipando all’occupazione e negli ultimi due giorni ha parlato con diversi giornalisti. A Ian Kullgren, che lavora per il giornale locale Oregonian, ha detto per esempio che i manifestanti sono pronti a uccidere e ad essere uccisi, se necessario.
https://twitter.com/IanKullgren/status/683524884484390912?ref_src=twsrc%5Etfw
Molti hanno sottolineato che sarà difficile che si arrivi a quel punto: nel 2014 la situazione si risolse senza bisogno di ricorrere alle armi da fuoco e la protesta di Burns per ora ha tratti perlopiù simbolici. La stessa milizia armata che ha occupato il Malheur National Wildlife Refuge è stata definita da Vox «un piccolo gruppo di persone che viaggia in tutto il paese sposando cause locali contro il governo locale, soprattutto su questioni terriere». Inoltre, stando ai giornali locali l’occupazione non è appoggiata esplicitamente né dalla famiglia Hammond né da altri abitanti di Burns. Lo stesso Ammon Bundy ha detto che venerdì ha tentato di convincere una decina di residenti di Burns a partecipare alla protesta, ma che questi hanno rifiutato. Gli Hammond invece, secondo l’Oregonian, prima hanno accettato l’aiuto della milizia ma poi «hanno cambiato idea dopo che il procuratore federale che sta seguendo il loro caso gli ha consigliato di interrompere le comunicazioni con gli occupanti».
Uno degli edifici del Malheur National Wildlife Refuge (AP Photo/Rebecca Boone)
Il caso degli Hammond è emblematico dei rapporti difficili che da decenni i piccoli proprietari terrieri degli stati americani più periferici intrattengono col governo federale: spesso la terra che viene utilizzata dai “rancher” per pascolare i propri greggi o altre attività del genere è di proprietà del governo federale, che fa pagare una tassa per utilizzarla. I proprietari terrieri avvertono la presenza del governo federale come un’intrusione e pagano le tasse poco e poco volentieri. Nel 2012 Dwight e Steven Hammond sono stati condannati da un tribunale locale rispettivamente a tre mesi e a un anno di prigione per aver appiccato fuoco a terre federali nel 2001 e nel 2006. I due sostengono di averlo fatto per sbaglio: nel 2001 spiegarono di aver dato fuoco ad alcune piante per impedire che una specie infestante arrivasse sulla loro proprietà, mentre nel 2006 dissero di aver creato un incendio “difensivo” per bloccare un incendio naturale che minacciava una loro proprietà.
Dopo aver scontato la propria pena, però, un procuratore federale si è accorto che i due avevano passato troppo poco tempo in prigione: la pena minima per incendio doloso su terreni federali prevede cinque anni di prigione. Il processo si è riaperto e nell’ottobre 2015 i due Hammond sono stati condannati a cinque anni, che riprenderanno a scontare da lunedì 4 gennaio. Nel frattempo però il governo li ha anche costretti a pagare 400mila dollari di danni in seguito agli incendi e ha sospeso la loro licenza d’uso per alcuni terreni federali. Gli abitanti del posto ritengono quindi che il governo stia perseguitando ingiustamente la famiglia Hammond, e in qualche modo simpatizzano con loro.
Da settimane Ammon Bundy aveva contattato la famiglia Hammond, a cui ha offerto il suo appoggio. Sabato 2 gennaio il gruppo dei Bundy ha partecipato a una manifestazione di solidarietà a cui erano presenti circa 300 persone. Poi il gruppo dei Bundy si è staccato e ha occupato il Malheur National Wildlife Refuge. All’inizio si pensava che gli Hammond volessero evitare l’arresto rifugiandosi in una struttura occupata dalla milizia: la famiglia Hammond ha però fatto sapere che i due si presenteranno spontaneamente lunedì 4 gennaio per riprendere a scontare la propria pena.
Non è ancora chiaro se ci possano essere rapidamente sviluppi o conseguenze violente. Per il momento la polizia e le autorità federali americane stanno monitorando la situazione ma non sono ancora intervenute sul posto (dove invece circolano molti giornalisti). Ryan Payne, uno dei partecipanti all’occupazione contattati dal New York Times, ha detto che nel caso il governo provasse a utilizzare le proprie forze armate «noi leggeremo la Costituzione e le nostre Bibbie e capiremo chi sarà dalla parte della ragione».