La famiglia di Aylan Kurdi, il bambino morto sulla spiaggia turca, si è trasferita in Canada
E sono arrivati ieri a Vancouver, tra molti abbracci e ringraziamenti
La famiglia di Aylan Kurdi – il bambino siriano morto nel naufragio della barca con cui la sua famiglia cercava di raggiungere la Grecia, e la cui fotografia ha impressionato in tutto il mondo – è atterrata ieri a Vancouver, in Canada. La famiglia composta da Mohammed Kurdi (lo zio di Aylan), sua moglie e cinque figli è riuscita a ottenere lo status di rifugiati grazie all’aiuto di Tima Kurdi, sorella di Mohammed, che vive in Canada da vent’anni. Arrivati all’aeroporto, Mohammed ha detto di essere molto felice mentre Tima ha ringraziato i canadesi e il primo ministro Justin Trudeau per “aver mostrato al mondo come bisognerebbe accogliere i rifugiati e salvare delle vite”.
L’unico componente della famiglia Kurdi che non è arrivato in Canada è il papà di Aylan, Abdullah Kurdi, sopravvissuto al naufragio nel quale sono morti – oltre ad Aylan – la moglie e il figlio maggiore Galip. Abdullah dopo il naufragio era tornato a Kobane per i funerali dei familiari: oggi vive nella parte della città sotto il controllo curdo e ha declinato l’offerta di trasferirsi in Canada dalla sorella. La famiglia Kurdi per ora vivrà a casa di Tima; Mohammed lavorerà nel salone di bellezza della sorella a Port Coquitlam, nello stato del British Columbia, mentre i figli andranno a scuola.
I Kurdi sono tra i 25 mila profughi siriani che il governo canadese si è impegnato ad accogliere entro la fine di febbraio. Tuttavia il ministro dell’immigrazione John McCallum ha detto la scorsa settimana che difficilmente il governo raggiungerà l’obiettivo di accogliere 10 mila rifugiati in Canada entro il primo gennaio, visto che il contatore ufficiale sul sito del governo canadese mostra che fino al 26 dicembre sono arrivati appena 2.413 rifugiati. Le condizioni per ottenere asilo in Canada sono piuttosto complesse, tanto che la famiglia Kurdi aveva visto respingersi la sua domanda qualche mese fa: prevedono che la richiesta sia presentata da almeno cinque cittadini canadesi, che si impegnano a offrire sostegno finanziario e personale ai richiedenti.