L’esercito iracheno ha riconquistato Ramadi
Il governo ha detto di aver ripreso il controllo della città che l'ISIS controllava da maggio
L’esercito iracheno ha detto di aver riconquistato un importante edificio governativo a Ramadi, città irachena della provincia occidentale di Anbar a circa 140 chilometri a ovest di Baghdad, che l’ISIS controllava dallo scorso maggio. L’offensiva di terra di alcune unità dell’esercito iracheno e di diversi volontari sunniti contro lo Stato Islamico (o ISIS) – sostenuti dagli attacchi aerei della coalizione internazionale – si era intensificata qualche giorno fa.
La notizia è stata festeggiata con grande enfasi a Baghdad, dove la televisione di stato ha mostrato le immagini di persone che ballavano per le strade sventolando la bandiera irachena. Un portavoce delle forze governative ha detto all’agenzia di stampa Reuters che «controllare l’edificio governativo di Ramadi significa che l’ISIS è stato sconfitto in città. Il passo successivo è cancellare le resistenze che potrebbero essere rimaste in alcuni quartieri». Uno dei portavoce della coalizione guidata dagli Stati Uniti, Chris Garver, si è congratulato con l’esercito iracheno precisando però che «la battaglia per Ramadi non è finita» e che «c’è ancora un duro lavoro da fare». Alcuni comandanti iracheni hanno detto che Ramadi sarebbe tornata completamente sotto il loro controllo entro la fine dell’anno, ma diversi quartieri devono ancora essere messi in sicurezza. Dopo la conquista di Ramadi, l’obiettivo sarà liberare Mosul, la città considerata la capitale dello Stato Islamico in Iraq.
La battaglia per il controllo di Ramadi è considerata una delle più importanti nella guerra contro l’ISIS, soprattutto perché l’esercito iracheno – controllato da un governo sciita – poteva dimostrare così di poter ottenere vittorie militari anche nella provincia di Anbar, sunnita e storicamente di difficile gestione per il governo centrale. Secondo le dichiarazioni di alcuni funzionari iracheni, fino a due settimane fa a Ramadi c’erano tra i seicento e i mille miliziani dell’ISIS. Da allora ne erano stati uccisi a centinaia e le ultime stime dell’intelligence statunitense parlavano di 250 o 350 jihadisti rimasti. Oltre cinquanta sarebbero rimasti uccisi durante gli scontri delle ultime quarantotto ore, secondo quanto dichiarato da alcuni funzionari militari iracheni. Fonti mediche di Baghdad parlano poi di 93 membri delle forze governative feriti e ricoverati in ospedale durante la sola giornata di domenica 27 dicembre.
Nonostante le unità dell’esercito iracheno fossero numericamente superiori, la battaglia si era dimostrata molto complicata soprattutto perché i miliziani dell’ISIS avevano fatto grande uso di esplosivi di vario tipo. Un altro problema era la presenza in città di decine di migliaia di civili intrappolati nel mezzo della battaglia. Domenica alcuni aerei iracheni avevano lanciato sopra Ramadi dei volantini per dire alla popolazione locale di andarsene nel giro di 72 ore: centinaia di migliaia di persone avevano lasciato le loro case ma molti altri erano rimasti. Secondo le testimonianze raccolte da AFP «i combattenti dell’ISIS avrebbero costretto le famiglie che vivevano nei pressi del complesso governativo ad andare con loro» utilizzando le persone come scudo umano per riuscire a scappare verso la periferia est della città. Gli ultimi combattenti rimasti potrebbero essere nascosti in questa zona dove le forze irachene non sono ancora riuscite ad entrare.