Come vedere la cometa Catalina, che poi sparirà per sempre
Bisogna alzarsi molto presto al mattino e guardare in cielo verso est: sarà visibile per qualche settimana, poi non tornerà mai più
In questi ultimi giorni del 2015 e nei primi del 2016 in cielo è visibile a occhio nudo la cometa Catalina (C/2013 US10), una cometa non periodica scoperta un paio di anni fa e che dopo averci fatto visita seguirà una traiettoria che la porterà fuori dal Sistema Solare. Per vederla è necessario alzarsi presto, almeno un paio d’ore prima dell’alba, e guardare verso est fino a trovare un punto brillante e luminoso visibile nei pressi del bagliore del pianeta Venere. È visibile a occhio nudo nei luoghi con pochissimo inquinamento luminoso; negli altri casi può essere utile un binocolo per poterla osservare meglio.
Phil Plait su Slate ha spiegato quali saranno i giorni in cui sarà possibile osservare meglio la cometa:
L’orbita della cometa Catalina è piuttosto inclinata rispetto a quella della Terra: 149 gradi. Nel cielo si muove verso nord, quindi chi si trova sopra l’equatore la vedrà più alta in cielo al mattino. Il momento in cui sarà più vicina alla Terra sarà il prossimo 17 gennaio, quando sarà a 100 milioni di chilometri da noi. Dopodiché inizierà ad allontanarsi e a perdere luminosità, quindi sarà più difficile vederla. Il sito Sky and Telescope ha una mappa che vi aiuta a visualizzarla in cielo. Mentre osservavo il suo percorso attraverso le stelle mi ha sorpreso notare che il primo gennaio 2016 sarà a soli 0,4 gradi da Arturo, una delle stelle più luminose visibili in cielo! Si tratta di un grado di separazione inferiore a quello della larghezza apparente della Luna dalla Terra, quindi possiamo dire che ci andrà “molto vicino”. Arturo è una gigante rossa (una stella che una volta era tipo il Sole, ma che ora sta morendo), quindi il contrasto di colori dovrebbe essere straordinario: buono per qualche magnifica foto!
La cometa Catalina ha due code che puntano in direzioni diverse. Il fenomeno non è così raro: molte comete hanno due code, una costituta da gas e un’altra da polveri. Quando si avvicinano al Sole, le comete si scaldano rapidamente e il ghiaccio che costituisce la maggior parte di questi corpi celesti si trasforma direttamente in gas, senza passare per lo stato liquido (è il cosiddetto fenomeno della sublimazione). Le emissioni ultraviolette solari ionizzano questo gas (fanno cioè cambiare livello energetico a uno o più elettroni degli atomi che lo costituiscono) e gli conferiscono una carica elettrica. Scrive Plait:
Questo rende il gas molto sensibile al vento solare, cioè al flusso di particelle subatomiche provenienti dal Sole a velocità molto alta, che interagisce con i gas ionizzati della cometa e li spinge nella direzione opposta rispetto a quella del Sole. Allo stesso tempo, mentre sublima il gas rilascia delle polveri, che non sono però interessate più di tante dal vento solare. La luce solare molto intensa, comunque, produce qualche effetto e spinge via gentilmente le polveri dalla cometa. Tendono a ricadere alle spalle della cometa lungo la sua orbita, un po’ come fa la polvere quando cade da un camion.
Le due code di Catalina puntano meno in direzioni opposte rispetto a quanto appare dalla Terra a causa della nostra posizione relativa a quella della cometa. Il grafico, con qualche semplificazione, mostra l’orbita di Catalina che si avvicina per poi allontanarsi dal Sole (in blu è indicata la scia di gas, mentre in rosso quella delle polveri).
Secondo i calcoli degli astronomi, quello di questi giorni sarà il primo e unico passaggio di Catalina all’interno del Sistema solare. La cometa arriva dallo Spazio profondo, con molta probabilità dalla “nube di Oort”, il grande deposito di oggetti ghiacciati che si trova ben oltre il pianeta Nettuno. Ha seguito per milioni di anni un’orbita che è stata poi deviata – forse da una stella o dagli influssi gravitazionali della nostra galassia – e che l’ha portata ad avvicinarsi al Sole. La stessa deviazione ha dato alla cometa una velocità di fuga sufficiente per sfuggire al Sole e seguire una traiettoria che la porterà per sempre fuori dal Sistema solare.