Forse la UEFA ne ha fatta una giusta
Cioè la decisione di allargare gli Europei a 24 squadre: vedremo più partite e campioni di solito penalizzati dalle loro nazionali
Nel 2008 la UEFA ha deciso di aumentare a 24 il numero di squadre partecipanti ai Campionati europei di calcio: prima di allora la fase finale degli Europei veniva giocata al massimo da 16 squadre, meno di un terzo delle 54 federazioni riconosciute dall’UEFA. Molti pensavano che, includendo anche squadre non tradizionalmente “forti”, il cambiamento avrebbe reso il torneo meno competitivo e interessante; a giudicare dalla composizione dei gironi per i prossimi Europei sorteggiata sabato 12 dicembre, però, sembra che non sarà così e che invece la nuova regola permetterà di assistere a un torneo più interessante e ricco.
I prossimi Europei – che inizieranno a giugno in Francia – saranno i primi a cui parteciperanno 24 squadre. Parteciperanno molte squadre forti e rispettate e finalmente anche nazionali un po’ meno forti ma in cui giocano grandi calciatori come Gareth Bale, Arda Turan, Zlatan Ibrahimovic, David Alaba, Marek Hamsik e Robert Lewandowski: tutte squadre che fino a oggi avevano avuto poche possibilità di qualificarsi alle fasi finali del torneo.
Nel passato, alcuni dei giocatori europei più forti e famosi non hanno mai avuto davvero la possibilità di giocare con la propria nazionale ai Mondiali o agli Europei. George Best, per esempio, era nord irlandese in un’epoca in cui l’Irlanda del Nord non si qualificò a nessuna fase finale del torneo: Best è considerato tuttora come uno dei più forti e divertenti calciatori della storia. La stessa sorte è capitata a Ryan Giggs, storico calciatore del Manchester United che con il Galles non giocò nessuno dei tornei principali e per disputare qualche torneo rilevante con una nazionale dovette aspettare l’invito a far parte della nazionale under 23 della Gran Bretagna (come fuori quota) alle Olimpiadi del 2012. Anche Jari Litmanen, nella sua carriera, non ha mai partecipato a una fase finale di torneo con la Finlandia, nonostante abbia giocato per Ajax, Barcellona, Liverpool e abbia vinto praticamente ogni tipo di trofeo, dalla Champions League, alla Coppa UEFA alle coppe nazionali d’Inghilterra e Olanda e sia stato capocannoniere della Champions League nel 1996.
Oltre a quei giocatori che non hanno mai partecipato a un Europeo, ce ne sono altri molto forti che hanno disputato solo poche edizioni: non perché le loro nazionali fossero decisamente inferiori alle altre, ma perché il numero di posti disponibili veniva solitamente occupato dalle principali nazionali del continente. Nelle qualificazioni agli Europei terminate poche settimane fa, la Turchia si è qualificata come migliore terza e non può essere considerata una squadra debole. Al terzo posto, dopo aver vinto gli spareggi, si sono qualificate anche Svezia, Ucraina, Irlanda e Ungheria: le prime due sono in grado di giocarsela alla pari anche con le più forti del continente, mentre l’Ungheria è l’unica nazionale nettamente più debole del torneo. Se poi Olanda, Grecia e Serbia non avessero giocato un pessimo girone di qualificazione, facendosi eliminare, avremmo potuto avere una fase finale ancora più competitiva.
I prossimi Europei verranno giocati per la prima volta nella loro storia da Albania, Slovacchia, Islanda, Irlanda del Nord e Galles e per la seconda volta da Austria e Ucraina (che però esiste come stato indipendente da solo sei edizioni degli Europei). Ciascuna di queste squadre è composta da alcuni dei migliori giocatori attualmente in attività. Per la Slovacchia giocano il difensore del Liverpool Martin Skrtel e il capitano del Napoli Marek Hamsik. Il Galles può convocare Gareth Bale del Real Madrid – il più costoso giocatore della storia del calcio – e Aaron Ramsey dell’Arsenal; l’Austria ha David Alaba, Aleksandar Dragovic e Marko Arnautovic, mentre l’Ucraina può contare su Andriy Yarmolenko, Evgen Konoplyanka e Yaroslav Rakitsky. Albania, Irlanda del Nord e Islanda invece, sopperiscono alla mancanza di giocatori di rilievo con un’ottima organizzazione di gioco, grazie alla quale sono considerate le tre sorprese dei gironi di qualificazione.
La decisione di ampliare gli Europei è probabilmente una conseguenza del diffuso aumento del livello della competitività del calcio in Europa. Negli ultimi anni, in tutto il continente il livello del calcio nelle nazioni un tempo considerate deboli si è alzato notevolmente grazie al miglioramento delle strutture e al maggior afflusso di ragazzi nei settori giovanili. Le brutte annate continueranno a capitare; squadre sulla carta favorite come l’Olanda verranno ancora eliminate a sorpresa ed altre, nel caso dell’Italia, vivranno periodi di transizione. Ma sarà più raro vedere squadre forti e meritevoli escluse dalla parte più avvincente e interessante del torneo.