La riforma della Costituzione in Francia
È stata presentata dal governo, tra qualche contestazione: introduce lo stato di emergenza e la privazione della nazionalità dei condannati per terrorismo
Mercoledì 23 dicembre è stato presentato al Consiglio dei ministri francese il progetto di riforma costituzionale promesso dal presidente François Hollande dopo gli attentati terroristici di Parigi e Saint-Denis dello scorso 13 dicembre, in cui sono morte 130 persone. Il progetto di legge è molto contestato principalmente per due motivi: prevede l’inserimento dello stato d’emergenza nella Costituzione e, un po’ a sorpresa rispetto a quanto aveva anticipato la stampa, la possibilità di privare della nazionalità francese i cittadini che hanno un doppio passaporto in caso di condanna definitiva per terrorismo. Questo provvedimento riguarderà anche chi è francese dalla nascita.
Stato di emergenza
Il ministro francese degli Interni, Bernard Cazeneuve, ha detto che dal giorno degli attentati ci sono state 2.235 perquisizioni extragiudiziarie, 210 fermi e 300 decisioni di domicilio coatto. Inoltre sono state chiuse tre moschee.
Oggi in Francia è attivo lo stato di emergenza deciso il giorno dopo gli attacchi del 13 novembre e poi prorogato per altri tre mesi (dunque fino al prossimo 26 febbraio) con un voto del Parlamento. Quel voto ha anche modificato e integrato la legge del 1955 che disciplina lo stato di emergenza.
Lo stato di emergenza è una procedura straordinaria creata durante la guerra di indipendenza dell’Algeria, e prevede che possa essere dichiarato «in tutto o in parte del territorio metropolitano o dei dipartimenti d’oltremare, o nei casi di pericolo imminente risultanti da gravi problemi di ordine pubblico, o nel caso di calamità o eventi di eccezionale rilevanza e gravità». In particolare prevede il trasferimento di una serie di poteri alle autorità amministrative, senza alcun intervento dei giudici: il ministro dell’Interno e i prefetti possono quindi decidere domicili coatti, arresti domiciliari, ritiro del passaporto, divieto di circolazione, di assemblea, scioglimenti di organizzazioni e perquisizioni.
Attualmente nella Costituzione francese ci sono due articoli che prevedono particolari procedure in caso di emergenza. L’articolo 16 dice che il presidente della Repubblica può attribuirsi una serie di poteri eccezionali «quando le istituzioni della Repubblica, l’indipendenza della nazione, l’integrità del territorio o l’esecuzione degli impegni internazionali sono minacciati in maniera grave e immediata e il regolare funzionamento dei poteri pubblici costituzionali è interrotto». L’articolo 36 regola lo “stato di assedio”, che prevede l’attribuzione di poteri eccezionali di polizia alle autorità militari: dura 12 giorni prorogabili e si applica in caso di pericolo imminente (una guerra straniera, un’insurrezione armata).
L’articolo 1 del progetto di riforma prevede l’inserimento dello stato d’emergenza nella Costituzione. Manuel Valls ha giustificato questa misura promettendo che lo stato di emergenza, come previsto dal testo del governo, «non sarà un regime di opacità» e che la sua inclusione nella Costituzione non significherà uno stato di emergenza permanente. Sostanzialmente inserire lo stato di emergenza nella Costituzione assicurerà che in futuro non possano più esserci eventuali ricorsi sulla costituzionalità dello stato di emergenza stesso.
I critici sostengono che con la scusa dell’ordine pubblico potranno esserci abusi di potere e limitazioni delle libertà, e gli arresti domiciliari decisi in modo extragiudiziario contro dei militanti ecologisti durante la conferenza sul clima di Parigi avrebbero già dimostrato queste derive.
Privazione della cittadinanza
L’articolo 2 della nuova riforma prevede l’inserimento nella Costituzione della privazione della nazionalità per chi ha la doppia cittadinanza, se ci saranno un’accusa e una condanna esecutiva a suo carico per “crimini legati al terrorismo”. Questo vale anche per i francesi nati da uno o due genitori stranieri che hanno comunque mantenuto anche la nazionalità di un altro paese.
Non è semplice stabilire quante persone potrebbero essere interessate da questo provvedimento, perché il diritto francese prevede la doppia cittadinanza ma non esige alcuna dichiarazione a riguardo. Secondo una ricerca citata da Le Monde, però, sono potenzialmente coinvolti 3,3 milioni di persone.
Sulla privazione della nazionalità, Valls ha detto che si tratta di una «misura simbolica». Secondo i critici la norma introdurrebbe di fatto in Francia la presenza di due tipi di cittadini, con diversi diritti, e simbolicamente sarebbe molto pericolosa.
Iter e discussione
Il disegno di legge comincerà a essere discusso in Assemblea a partire dal prossimo 3 febbraio; dopo un passaggio al Senato sarà sottoposto al voto delle due camere riunite. Per essere approvato sono necessari i voti favorevoli dei tre quinti dei deputati e dei senatori.
Manuel Valls ha chiesto a tutti i partiti di unirsi nella lotta al terrorismo, ma la discussione non sarà semplice e il risultato resta incerto. Il Partito Socialista è diviso: François Hollande, da anni molto impopolare tra i francesi, dopo gli attentati di Parigi ha avuto un aumento notevole del suo indice di gradimento (+22 punti) ma le decisioni sullo stato di emergenza, le oltre 2 mila perquisizioni, i 210 fermi e i più di 300 ordini di domicilio coatto dopo gli attacchi terroristici dello scorso mese sono state molto criticate. La ministra della Giustizia, Christiane Taubira, poco prima della presentazione della riforma aveva assicurato che la privazione della cittadinanza per i bi-nazionali nati francesi non sarebbe stata inserita; ora l’opposizione chiede le sue dimissioni.
I partiti a sinistra del PS (Front de Gauche e Verdi) hanno detto che voteranno contro la riforma costituzionale e parlano di «assoluto scandalo». La destra dovrebbe appoggiare la riforma e Florian Philippot, vicepresidente del Front National e candidato perdente alle regionali in Alsazia-Lorena-Champagne, ha parlato di un probabile voto favorevole dei parlamentari di estrema destra al provvedimento dicendo anche che Hollande si sta «marinizzando», cioè simula Marine Le Pen.