Cosa ha detto Riccardo Muti sulle “canzonette” di Bocelli e Allevi
Dice di avere rispetto per il pop, ma che quello di Bocelli e Allevi è un altro mestiere rispetto al suo
Il Corriere della Sera ha pubblicato un’intervista del giornalista Aldo Cazzullo al famoso direttore d’orchestra italiano Riccardo Muti. Muti ha parlato del suo rapporto con il tenore italiano Luciano Pavarotti, di alcuni aspetti dell’opera contemporanea e di Claudio Abbado, di cui ha detto: «lui mi stimava, io lo stimavo». Rispondendo a una domanda di Cazzullo sul cantante Andrea Bocelli e sul pianista Giovanni Allevi, Muti ha detto:
«Ognuno deve fare il suo mestiere. Io ho molto rispetto per le canzonette, per il pop. Ma è appunto un altro mestiere»
Bocelli e Allevi sono spesso criticati da altri musicisti e artisti contemporanei, che li accusano di proporre un genere musicale che può sembrare simile alla musica classica agli ascoltatori meno preparati, ma che in realtà – secondo i detrattori – è semplicemente un pop “facile” e di maniera, confezionato per essere orecchiabile e senza un vero valore dal punto di vista della qualità musicale. Muti è nato a Napoli nel 1941, ed è tra i più famosi direttori d’orchestra del mondo: per vent’anni è stato direttore musicale alla Scala di Milano.