Il commissario per l’”emergenza xylella” si è dimesso
Giuseppe Silletti, nominato dal governo, ha lasciato l'incarico dopo l’inchiesta della procura di Lecce in cui risulta indagato
Giuseppe Silletti, commissario straordinario nominato dal governo Renzi per la cosiddetta “emergenza xylella” in Puglia, si è dimesso dopo la controversa inchiesta avviata dalla procura di Lecce sull’attività della commissione di cui fa parte e in cui risultano indagate, oltre a lui, altre nove persone. Nella lettera inviata al capo del dipartimento della Protezione Civile e al ministro per le Politiche agricole e forestali, Maurizio Martina, Silletti ha detto di non essere «più nelle condizioni di eseguire il piano di eradicazione».
La scorsa settimana la procura di Lecce aveva disposto il sequestro di tutti gli ulivi che erano destinati ad essere abbattuti nel tentativo di contenere la malattia, e aveva inviato avvisi di garanzia al commissario del governo e ad altri nove esperti e ricercatori che si erano occupati del caso. Sospetti e indagini nei loro confronti vanno avanti da mesi, da quando lo scorso maggio furono accusati da alcuni movimenti locali di aver contagiato loro stessi gli ulivi – un caso di cui si occupò anche la rivista Nature, definendo “calunnie” le accuse contro i ricercatori. Il provvedimento della procura di Lecce è in attesa di convalida da parte del gip. Nel frattempo il terzo piano in approvazione, quello che avrebbe dovuto far ripartire i tagli il 16 dicembre scorso, è stato bloccato.
La xylella è un batterio tipico delle Americhe e si trova facilmente in California (Stati Uniti), Costa Rica e Brasile, mentre fino a poco tempo fa non esisteva in Europa. Le cose sono cambiate nell’autunno del 2013 quando l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (ISPS) del CNR, insieme con alcuni ricercatori dell’Università di Bari, ha scoperto che il batterio era responsabile di una malattia delle piante che stava colpendo numerosi ulivi pugliesi. Scoperta la presenza della xylella, l’Unione Europea adottò una nuova serie di regole per rendere minima la diffusione del batterio in altri paesi. Ulteriori ricerche portarono poi alla conclusione che alla diffusione del batterio contribuisse una specie di sputacchina (un insetto simile alla cicala).
La situazione è peggiorata nel corso del 2014 e a gennaio l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato un nuovo rapporto scientifico in cui definisce l’epidemia un «grosso problema». In realtà gli ulivi del salento sono attaccati anche da altri agenti parassitari, che insieme alla xylella provocano danni al legno della pianta e ne occludono i vasi linfatici: ma la xylella è indubbiamente il più importante e pericoloso perché si diffonde molto velocemente. Per ora l’infezione del batterio è circoscritta in Puglia, principalmente nella provincia di Lecce: secondo la Commissione Europea di 11 milioni di ulivi circa il 10 per cento è stato infettato dal batterio. In tutta la Puglia ci sono circa 50 milioni di ulivi, tra cui molti esemplari secolari.