I nuovi colori di al-Shati, nella Striscia di Gaza
Le strade e i muri di uno dei campi profughi più grandi della Striscia di Gaza colorati da 30 artisti palestinesi
Nell’ultimo mese al campo profughi di al-Shati, uno dei campi palestinesi più grandi nel nord della Striscia di Gaza, alcuni artisti hanno dipinto le strade e i muri di molte abitazioni per la campagna Better Gaza, che ha lo scopo di “portare un po’ di gioia e felicità alle famiglie e ai bambini del campo”.
Il campo di al-Shati − conosciuto anche come il “Beach camp”, perché si affaccia sul mare − fu costruito nel 1948 per ospitare i palestinesi che fuggirono o furono espulsi nel corso della Guerra arabo-israeliana del 1948 da quelli poi diventati territori dello Stato di Israele. Attualmente il campo ospita circa 80 mila rifugiati palestinesi. La campagna di street-art Better Gaza, che ha coinvolto 30 artisti palestinesi, ha lo scopo di dare al campo “un volto nuovo per decorare le sue case e gli spazi pubblici con le immagini colorate di alberi, fiori e farfalle” e “far rivivere la speranza tra i residenti” di una zona colpita duramente dalla povertà e dalla guerra.
Bahgat Abu Hamad, residente nel campo e padre di otto figli, ha detto alla stampa di apprezzare molto le decorazioni che sono state fatte sui muri della sua casa ma che “le belle pitture non possono migliorare le nostre condizioni di vita (…) la nostra casa è colorata all’esterno ma rimane scura all’interno”, aggiungendo che però i suoi figli erano felicissimi dell’iniziativa. “Hanno pulito il campo”, ha detto un altro residente, Karam Abdel-Bari, “sono tornato qui e stavano dipingendo e mi sono chiesto cosa stesse succedendo. Non avevo riconosciuto casa mia”.