Alois Alzheimer, morto cent’anni fa
Era un medico tedesco e nel 1906 diagnosticò il primo caso della malattia che da allora porta il suo nome (che non è Helmut)
Esattamente cento anni fa oggi morì a Breslavia, nell’odierna Polonia, il medico che per primo diagnosticò un caso della malattia che sarebbe stata battezzata “Alzheimer”. Il suo nome era Aloysius “Alois” Alzheimer (e non “Helmut”, come farebbe pensare un famoso sketch comico italiano), e fu uno psichiatra e neuropatologo tedesco che scoprì la malattia nel 1906. Il paziente a cui per primo Alzheimer diagnosticò la malattia si chiamava Auguste Deter: era una donna di 51 anni che manifestava diversi sintomi fra cui la perdita di memoria a breve termine. Alzheimer seguì con grande attenzione il caso Deter, impegnandosi in prima persona per aiutare il marito della donna a mantenerla in un costoso ospedale psichiatrico.
Dopo la morte della donna, Alzheimer – con l’aiuto di altri medici tra cui l’italiano Gaetano Perusini – condusse l’autopsia e scoprì che il cervello manifestava una serie di anomalie che indicavano che la malattia aveva una causa “fisica”. Dopo una serie di studi su altri casi, Alzheimer presentò nel 1907 i suoi risultati a un convegno, ma le sue convinzioni vennero accolte con scetticismo. Lentamente, la teoria cominciò a diffondersi e nel 1910, quando uno degli assistenti battezzò la malattia con il suo nome, il termine si diffuse in tutta la comunità medica.
Cento anni dopo non conosciamo ancora le cause precise dell’Alzheimer, anche se è divenuto sempre più chiaro che le placche amiloidi – delle formazioni cellulari che comprendono anche detriti di neuroni – hanno un ruolo nella morte delle cellule cerebrali e nella riduzione dello spessore della corteccia cerebrale che si riscontra nei pazienti affetti dalla malattia. Non esiste una cura, anche se esistono diverse terapie per alleviarne i sintomi. Si calcola che al mondo circa 47 milioni di persone soffrano della malattia di Alzheimer.