Elena Ferrante ridimensionata per gli americani
Un’autrice italiana spiega ai lettori di Quartz come mai i quattro romanzi sono più stimati negli Stati Uniti che in Italia
La saga L’amica geniale di Elena Ferrante – pseudonimo di un’autrice o autore sconosciuto, pubblicato dalla casa editrice romana E/O – ha avuto un successo straordinario di vendite in Italia ma anche nel Regno Unito e negli Stati Uniti: è un evento notevole visto lo scarso numero di autori stranieri tradotti in inglese. I libri hanno ottenuto anche un notevole apprezzamento da parte dei critici letterari di quasi tutti i maggiori giornali e siti di news britannici e statunitensi: il supplemento letterario del Times ha dedicato a Ferrante la copertina definendola “magical”, l’Atlantic ha pubblicato una lunga recensione molto positiva, il Guardian ha definito Storia della bambina perduta «un romanzo da premio Nobel» e il New York Times lo ha inserito nella lista dei libri del 2015. Una reazione così entusiasta dei critici è stata inaspettata perché i romanzi di Ferrante sono considerati “narrativa di genere”, ovvero bestseller per il grande pubblico molto facili da leggere e accessibili, senza grandi ricercatezze stilistiche.
I critici italiani invece sono stati molto più freddi: hanno riconosciuto la capacità narrativa di Ferrante ma non ne hanno celebrato i libri quanto i giornali americani e inglesi, con maggiori diffidenze nei confronti della scrittura. Annalisa Merelli – giornalista italiana che vive a New York – ha scritto su Quartz che questa disparità di giudizio è dovuta alla diversa qualità di scrittura tra il testo in italiano e quello in inglese, e che la traduzione attenua molti limiti del linguaggio originale.
Secondo Merelli – che espone la sua delusione personale nella lettura di passaggi artificiosi e incongrui, a suo dire – la versione in italiano dei libri di Ferrante ha appunto problemi di scrittura: «pochezza lessicale», «costruzioni casuali», «un tono incoerente», e «la scrittura invece che guidarmi nella vita delle protagoniste Elena e Lila, si mette di traverso, sempre visibile e forzata». Nella traduzione inglese il testo è più scorrevole e le parole usate meno artificiose e pesanti, anche se a volte il senso viene leggermente distorto. La traduzione è opera della giornalista del New Yorker Ann Goldstein, che ha tradotto moltissimi e importanti libri dall’italiano all’inglese: tra questi, lo Zibaldone di Giacomo Leopardi, l’opera omnia di Primo Levi e Petrolio di Pier Paolo Pasolini, oltre a romanzi più recenti di Alessandro Baricco e Alessandro Piperno. Merelli confronta alcune frasi di L’Amica Geniale (My Brilliant Friend) – il primo libro della serie – affiancando il testo in italiano e la traduzione in inglese per mostrare le differenze. Per esempio la frase:
«Mi ero sentita di nuovo brava, come se qualcosa mi avesse urtato la testa facendo insorgere immagini e parole».
Viene tradotta in inglese così:
«I felt clever again, as if something had hit me in the head, bringing to the surface images and words».
Nella versione inglese, spiega Merelli, “brava” – un aggettivo usato normalmente in modi vari e generali, più somigliante a “good” – viene tradotta con “clever” che invece in questo contesto significa più “sveglio”, “intelligente” e rende meglio l’idea della frase e del qualcosa che scuote. Ugualmente la traduzione di “insorgere” – che di norma indica più un movimento o una sollevazione contro qualcosa, che l'”affiorare” a cui sembra riferirsi la frase – viene tradotto con “bringing to the surface” che appunto indica in maniera più immediata l’idea dei ricordi che “riaffiorano in superficie”.
Merelli riporta altre espressioni in cui la traduzione inglese è più scorrevole e semplice: ad esempio “si vide con chiarezza” viene tradotto con il più semplice “it was clear”: “fu chiaro”. O la “correzione” della strana parola “mocciolosi” usata da Ferrante al posto del più comune e familiare “mocciosi”. E quando Elena Greco, una delle due protagoniste, parla della “sua amica brillante” sembra che Ferrante ammetta autobiograficamente la propria limitata capacità di scrittura: “Lila sapeva parlare attraverso la scrittura; a differenza di me quando scrivevo […] lei si esprimeva con frasi sì curate, sì senza un errore pur non avendo continuato a studiare, ma – in più – non lasciava traccia di innaturalezza, non si sentiva l’artificio della scrittura”.
La saga L’amica geniale racconta in quattro libri la storia dell’amicizia tra due donne – Lila e Elena – dall’infanzia all’età adulta ed è ambientato prevalentemente nei quartieri popolari di Napoli a partire dagli anni del dopoguerra. I libri sono stati pubblicati dalla casa editrice Edizioni E/O dal 2012. In precedenza Ferrante aveva pubblicato nel 1992 L’Amore molesto, I giorni dell’abbandono, La frantumaglia, e La figlia oscura, sempre con E/O. La tetralogia napoletana è stata tradotta e pubblicata negli Stati Uniti da Europa Editions, casa editrice fondata a New York nel 2005 da Sandro Ferri e Sandra Ozzola, gli stessi fondatori di E/O. Il successo di vendita nel 2015 è stato straordinario sia in Italia – è il quarto libro più venduto su Amazon nel 2015 – che nel mercato anglofono: secondo la società di monitoraggio inglese BookScan, i libri di Ferrante hanno venduto per un valore complessivo di un milione e 600 mila sterline, circa due milioni e 200 mila euro, alzando del 1254 per cento le vendite di Europa Editions rispetto al 2014.