In Grecia si discute di unioni omosessuali
Il governo di Tsipras ha presentato un disegno di legge molto atteso: è timido ma accettabile, secondo i movimenti per i diritti LGBTI, e molto criticato dalla Chiesa ortodossa
Lunedì 14 dicembre una commissione parlamentare greca ha iniziato a discutere un progetto di legge per legalizzare le unioni tra persone dello stesso sesso. La proposta era stata fatta lo scorso giugno dal governo di Alexis Tsipras mentre i precedenti governi avevano bloccato qualsiasi tentativo di legiferare su questo tema. Nel 2013 la Grecia era stata condannata dalla Corte europea dei diritti umani per aver escluso le coppie omosessuali dalle unioni civili (l’Italia è stata condannata dalla medesima Corte lo scorso luglio).
Con la vittoria nel gennaio del 2015 di un governo di estrema sinistra guidato da Alexis Tsipras gli attivisti e le attiviste delle comunità LGBTI speravano che la legge potesse essere approvata in tempi più rapidi. Ma a causa della convivenza forzata di governo con il piccolo partito di destra dei Greci Indipendenti («e la persistenza di idee omofobiche anche nelle aree politiche di sinistra», precisa il Guardian) la questione è stata rimandata di quasi un anno.
La nuova legge – che dovrebbe passare grazie al voto dell’opposizione di centrosinistra – è comunque piuttosto timida e ha come obiettivo principale estendere alle coppie omosessuali gli stessi diritti che hanno le coppie eterosessuali, quindi diritti che hanno principalmente a che fare con la successione e la possibilità di fare una dichiarazione dei redditi comune. I movimenti per i diritti LGBTI non sono completamente soddisfatti: «Il disegno di legge non prevede l’uguaglianza davanti alla legge, soprattutto per quanto riguarda l’adozione e l’affidamento dei figli, ma è un primo passo», ha detto l’attivista Leo Kalovyrnas al Guardian.
La società greca è molto conservatrice dal punto di vista dei diritti: l’anno scorso il ministro della Giustizia del precedente governo, Haralambos Athanasiou, aveva bloccato il tentativo di una riforma su questo tema dicendo in un’intervista televisiva che le unioni omosessuali rappresentavano un «pericolo» per una nazione che rispetta le tradizioni. E ancora: «Non voglio parlarne, non riesco a concepirle. Quali saranno le conseguenze? Poi finiremo con il parlare di adozioni da parte di coppie dello stesso sesso?».
In Grecia ci sono poi le forti resistenze della Chiesa ortodossa che in occasione del recente dibattito hanno raggiunto livelli molto violenti. Dopo la notizia della nuova proposta di legge, il vescovo Ambrosios di Kalavryta ha scritto sul suo blog che gli omosessuali sono degli «scherzi di natura»: «In qualunque momento e in qualunque luogo li incontri, sputa su di loro. Condannali, denigrali. Loro non sono umani, sono scherzi di natura». I rappresentanti dei movimenti LGBTI hanno detto che denunceranno il vescovo, diversi politici hanno condannato le sue parole e molti giornali hanno pubblicato delle vignette in cui si vede Ambrosios con un ciondolo a forma di svastica o con la faccia di Adolf Hitler mentre benedice un membro del partito neonazista Alba Dorata e lo incita ad aggredire gli omosessuali. Il diritto canonico degli ortodossi prevede che ci si possa sposare anche tre volte, ma esclude esplicitamente le unioni tra persone dello stesso sesso.