C’è stato un massacro in Nigeria?
Nella città di Zaria ci sono stati scontri tra l'esercito e la comunità sciita: le notizie sono poche e confuse, ma diversi attivisti parlano di centinaia di morti
Negli ultimi giorni in Nigeria ci sono stati scontri violenti tra l’esercito e la comunità sciita del paese in tre diverse aree dell’antica città islamica di Zaria, nel nord del paese, a circa 850 chilometri da Lagos: le notizie sono ancora molto confuse e imprecise, ma diversi attivisti sentiti da Associated Press hanno raccontato di centinaia di persone uccise, qualcuno dice mille, e l’esercito nigeriano ha confermato gli scontri senza però fare commenti sul numero di morti. Diversi attivisti parlano di centinaia di corpi ancora nelle strade della città e ammassati nell’ospedale Ahmadu Bello University Teaching Hospital, poco fuori dal centro. L’agenzia di stampa iraniana ISNA ha parlato di 12 morti confermati.
Ibraheem Zakzaky, leader della comunità sciita nigeriana e dello Islamic Movement of Nigeria (IMN), un’organizzazione sciita, è stato ferito durante gli scontri prima di essere arrestato lunedì 14 dicembre; una delle sue mogli e due dei suoi figli, secondo alcune notizie non confermate, sono stati uccisi dai soldati nigeriani durante gli scontri. La casa dove viveva Zakzaky a Zaria, dice l’agenzia nigeriana per i diritti umani, è stata demolita, così come un importante tempio sciita della città. La zona di Zaria – dove ci sono stati gli scontri più gravi – è ancora oggi controllata dall’esercito e isolata dal resto della città: per questo le notizie che arrivano da lì sono poche e da prendere con cautela.
Gli scontri a Zaria sono iniziati sabato, quando un gruppo di circa 500 sciiti ha bloccato un convoglio militare su cui viaggiava il capo dell’esercito nigeriano, il generale Tukur Burata. Su cosa sia successo dopo ci sono versioni contrastanti, fornite sia dall’esercito nigeriano che dall’IMN: una versione dice che gli sciiti hanno cercato di fermare il convoglio lanciando dei sassi contro i veicoli che lo formavano; l’altra, contenuta in un documento dell’esercito visto da AP, sostiene che ci sia stato un attacco con armi da fuoco e un tentativo di dare fuoco all’auto su cui viaggiava il generale Burata; la terza, diffusa dall’IMN, dice che a Zaria era in corso una cerimonia religiosa e che solo questo aveva causato il blocco di alcune strade.
L’esercito nigeriano ha comunque confermato di aver “risposto attivamente” a questo primo confronto con gli sciiti, spiegando che secondo loro era in preparazione un attacco di più larga scala. Il maggiore generale Adeniyi Oyebade, che ha coordinato le operazioni dell’esercito, ha confermato ai giornalisti di aver ordinato la demolizione del tempio e della casa di Zakzady. L’esercito nigeriano ha detto che negli scontri ci sono stati morti sia tra gli sciiti che tra i soldati, ma che il numero totale dei morti non è ancora conosciuto.
Secondo alcuni attivisti presenti a Zaria, a molte delle persone ferite durante gli scontri sono state negate cure mediche; l’esercito starebbe portando via i corpi delle persone morte negli scontri con i suoi veicoli. Ibrahim Musa, portavoce dell’IMN, ha detto che martedì la polizia ha ucciso tre persone dopo aver sparato su un gruppo di manifestanti che protestavano contro l’arresto di Zakzaky, nella città di Kaduna.
Il 58 per cento della popolazione nigeriana è cristiana, il 41 per cento è musulmana ma solo una minoranza appartiene alla corrente sciita. Il movimento sciita nigeriano si è formato circa 40 anni fa grazie a Zakzaky e ha forti legami con l’Iran, il più importante paese musulmano sciita: il suo obiettivo è la costituzione di uno stato islamico sciita in Nigeria attraverso una rivoluzione simile a quella del 1979 in Iran. I membri della comunità sciita si scontrano spesso con la polizia e con l’esercito nigeriano, principalmente a causa di manifestazioni religiose non autorizzate. Due settimane fa, inoltre, circa 20 persone della comunità sciita del paese sono morte in un attentato organizzato da Boko Haram, il movimento islamista legato allo Stato Islamico – sunnita – che opera nel nord della Nigeria.
Dopo gli scontri degli ultimi giorni, il governo dell’Iran ha convocato il responsabile degli affari esteri della Nigeria nel paese, per chiedere al governo nigeriano di difendere le vite dei membri della comunità sciita nigeriana, e il ministro degli Esteri ha definito “inaccettabili” gli attacchi contro la comunità sciita. L’ambasciata statunitense in Nigeria, che si trova nella città di Abuja, ha detto che sta cercando di raccogliere informazioni più precise sugli scontri e che continuerà a vigilare sul rispetto dei diritti umani nel paese.