Chi è Jonathan Anderson
Da dove viene uno degli stilisti più promettenti degli ultimi anni, particolarmente apprezzato dal mondo della moda inglese e sia dal pubblico che dai critici
di Enrico Matzeu – @enricomatzeu
Il 23 novembre, agli ultimi British Fashion Awards, i premi inglesi della moda, è stato premiato il nord-irlandese Jonathan Anderson, che ha vinto come miglior stilista sia nella categoria dedicata all’abbigliamento femminile, che in quella per l’abbigliamento maschile. È la prima volta nella storia del concorso che uno stilista vince entrambi i premi contemporaneamente e per questo motivo nelle settimane successive i giornali ne hanno parlato molto, ricostruendo la storia della sua carriera.
Anderson si occupa delle collezioni di due marchi – il suo e lo spagnolo Loewe – ed è uno degli stilisti più promettenti degli ultimi anni. Jonathan Anderson ha 31 anni, viene dall’Irlanda del Nord e si è laureato al London College of Fashion nel 2005. Nel 2008 ha fondato il marchio J.W. Anderson, iniziando con una collezione di soli accessori per uomo, presentata durante la settimana della moda di Londra. La collezione è andata bene e nel 2010 ha proposto la prima collezione femminile, sempre a Londra, dove sfila tutt’ora con il suo marchio. Negli ultimi anni si è parlato molto di lui, perché in poco tempo è cresciuto parecchio ed è apprezzato sia dal pubblico che dagli addetti ai lavori, e soprattutto dalla critica.
Oggi J.W. Anderson è considerato uno dei marchi più innovativi e progressisti della moda britannica e lo stilista in passato aveva già vinto ai British Fashion Awards: nel 2012 come talento emergente nel prêt-à-porter; nel 2013 nella categoria New Establishment Award e l’anno scorso come miglior stilista maschile. J.W. Anderson è conosciuto soprattutto per il suo approccio unisex alla moda, come ha scritto il Financial Times. Le sue collezioni femminili e maschili si somigliano molto e sono abiti portabili da entrambi. Alcuni giornalisti ipotizzano che sia questo il motivo per cui abbia vinto entrambi i premi, battendo nella sezione femminile candidati come Victoria Beckham e Christopher Kane e in quella maschile Tom Ford e il marchio E Tautz.
La giornalista di moda Lauren Cochrane ha scritto sul Guardian che Anderson è “un pioniere di idee” e propone cose nuove molto prima che lo facciano gli altri stilisti: «Lui, ad esempio, si concentra sullo stile degli anni Ottanta, quando gli altri designer si stanno ancora ispirando agli anni Settanta». È stato il primo – tre anni fa – a proporre le camicie da uomo in pizzo, prima che lo facesse chiunque altro sulle passerelle contemporanee. Per quanto riguarda lo stile di Anderson, Business Of Fashion descrive la sua estetica come unica, perché «dà un’interpretazione moderna di mascolinità e femminilità creando delle silhouette che uniscono elementi tipici della moda maschile a quelli riconoscibili dei vestiti femminili». Ad esempio, agli uomini fa indossare spesso giacche molto aderenti o scarpe in vernice molto simili alle ballerine, mentre per le donne disegna completi abbondanti e dai tagli maschili.
Dopo le prime collezioni, le vendite dei capi J.W. Anderson sono andate bene in Europa, negli Stati Uniti e in Asia, tanto che la holding del lusso francese LVMH ha deciso di fare un piccolo investimento sul marchio, finanziando in parte lo stilista. Nel 2013 Anderson è stato nominato anche direttore creativo di Loewe, un marchio di moda spagnolo specializzato inizialmente nella pelletteria che appartiene al gruppo LVMH. Per Loewe, Anderson crea cose molto diverse da quelle che fa per il suo marchio, perché lo stile del brand spagnolo è più sobrio e tradizionale. Jonathan Anderson si divide così tra Londra, dove vive e dove ha sede la sua azienda, e Parigi, dove ci sono invece gli uffici creativi di Loewe. In un articolo sulla rivista di moda Harper’s Bazaar, che raccontava la giornata tipo di Anderson, lo stilista ha detto di lavorare molto per riuscire a seguire i due marchi: si sposta da Londra a Parigi in treno due volte a settimana, ha tre iPhone, con cui ogni giorno risponde a circa duecento mail e fa dalle sei alle dodici riunioni al giorno.