Il discorso di Obama sul terrorismo
Che cosa ha detto stanotte il presidente degli Stati Uniti parlando alla nazione dallo Studio Ovale
Nella sera di domenica 6 dicembre – in Italia erano le prime ore del 7 – il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un discorso dallo Studio Ovale della Casa Bianca, per parlare del terrorismo e della strage di San Bernardino (California) dove sono morte 14 persone. Obama ha definito la sparatoria nel centro per i servizi sociali “un atto di terrorismo progettato per uccidere persone innocenti” e ha detto che sono necessarie regole più strette per quanto riguarda le armi, in modo da impedire a soggetti pericolosi di ottenerle così facilmente come avviene oggi. Obama ha spiegato che molte cose su San Bernardino devono essere ancora chiarite dalle indagini, ma che è comunque chiaro che l’assalto sia stato condotto da “soggetti radicalizzati” che si sono ispirati ad altri attacchi terroristici condotti in altre parti del mondo negli ultimi anni.
Secondo Obama, gli Stati Uniti hanno capacità e risorse per vincere contro il terrorismo, ma per farlo è necessario che la popolazione resti unita e che non si creino divisioni, soprattutto se basate sulla religione: “Non possiamo metterci uno contro l’altro rendendo questa lotta una guerra tra l’America e l’Islam”. Per questo motivo è necessario che “le comunità di musulmani siano tra i nostri più forti alleati”, evitando a ogni costo che siano marginalizzate a causa di sospetti e odio infondati, ha aggiunto Obama nel suo discorso che è durato poco meno di 15 minuti.
Obama ha ulteriormente chiarito il concetto, ricordando che i musulmani americani fanno già parte, e da tempo, della società americana: “E sì, sono musulmani anche le nostre donne e i nostri uomini in uniforme disposti a morire per la difesa del nostro paese: dobbiamo ricordarcelo”. Lo Stato Islamico (o ISIS), ha proseguito Obama, ha proprio l’obiettivo di mettere le comunità musulmane contro il resto della popolazione, e viceversa: cosa che deve essere quindi evitata per ridurre la portata di quella che ha definito “una nuova fase del terrorismo”. Da attacchi su larga scala e di grandi effetto, come quelli dell’11 settembre 2001, si è passati ad attacchi meno complicati da organizzare e che sono gestiti da singoli individui, fortemente radicalizzati. Anche per questo motivo sono necessarie regole più severe per ottenere le armi negli Stati Uniti: le armi utilizzate dai due assalitori di San Bernardino, per esempio, erano state acquistate e registrate regolarmente.
Le indagini sulla strage di San Bernardino continuano e per ora hanno permesso di identificare i due assalitori: Syed Rizwan Farook, 28 anni con la famiglia originaria del Pakistan, e Tashfeen Malik, 27 anni, pakistana vissuta per alcuni anni in Arabia Saudita. Malik era entrata negli Stati Uniti nel 2014 e aveva ottenuto una green card, per risiedere nel paese senza limiti di tempo, grazie al suo matrimonio con Farook. Molti dettagli sono ancora da chiarire, hanno detto gli investigatori, ma è chiaro che entrambi si fossero radicalizzati negli ultimi anni, non necessariamente sotto la guida di qualcuno o l’influenza diretta da parte di organizzazioni terroristiche internazionali.
Parlando dell’ISIS, Barack Obama ha confermato l’impegno degli Stati Uniti per ridurre le sue risorse e capacità organizzative, proseguendo i bombardamenti tra Siria e Iraq nei territori occupati dai suoi miliziani. Ha ricordato che nelle ultime settimane, insieme agli alleati della coalizione internazionale, sono state bombardate diverse infrastrutture usate dall’ISIS per la distribuzione e la vendita di contrabbando del petrolio, la principale fonte di ricavo del gruppo estremista. Gli Stati Uniti stanno inoltre continuando ad armare e a fornire altre risorse ai combattenti moderati, che sia in Iraq sia in Siria combattono contro i miliziani dello Stato Islamico.
I discorsi dallo Studio Ovale, la stanza più conosciuta della Casa Bianca e l’ufficio principale della presidenza, sono di solito tra i più importanti che un presidente tiene alla nazione. Obama nel corso dei suoi due mandati ne ha fatti pochissimi – tre con quello di domenica – preferendo altri ambienti della Casa Bianca meno formali per rivolgersi direttamente alla popolazione. Nel 2010 Obama tenne un discorso dallo Studio Ovale dopo il disastro nel Golfo del Messico in seguito all’esplosione di una piattaforma petrolifera gestita da BP. Sempre nel 2010 ne tenne un altro, questa volta per dare l’annuncio della fine delle operazioni militari di combattimento dell’esercito degli Stati Uniti in Iraq.
Secondo i principali osservatori politici, il discorso di ieri non conteneva particolari sorprese, anche se è stata la prima volta in cui Obama ha definito un “attacco terroristico” una strage avvenuta negli Stati Uniti da quando è presidente. L’obiettivo principale del discorso era vincere lo scetticismo in una parte crescente dell’opinione pubblica che non ritiene che la presidenza stia facendo abbastanza contro l’ISIS e il terrorismo internazionale. Il messaggio era indirizzato anche al Congresso, che secondo Obama dovrebbe approvare nuove leggi per rendere rigide le regole per le vendite delle armi, soprattutto nel caso di persone già note o su liste particolari come quelle che impediscono di imbarcarsi sugli aeroplani. Il Congresso dovrebbe inoltre approvare il prolungamento delle missioni militari contro l’ISIS.