Wikipedia ha un sacco di soldi: perché continua a chiederne?
Alcuni volontari non sono contenti dei toni drammatici delle richieste di fondi e dell'uso che se ne fa (una "rete di protezione", qualora arrivino tempi peggiori)
di Caitlin Dewey - Washington Post
Sulla versione statunitense di Wikipedia è apparso in questi giorni, nella parte alta della pagina, un drammatico banner nero e giallo che inizia con «CARI LETTORI DI WIKIPEDIA», tutto in maiuscolo, e prosegue con un testo piuttosto lungo in cui Wikipedia chiede dei soldi. È l’ultimo di una lunga serie: presto quello stesso banner – o comunque uno molto simile – arriverà anche in Italia. Il testo annuncia l’inizio della raccolta fondi di dicembre della Wikimedia Foundation: una cosa che succede ogni anno ed è ormai un rito, un po’ come i pesci d’aprile il primo aprile. Wikimedia Foundation, abbreviata in WMF, è l’associazione non profit che amministra Wikipedia: quest’anno punta a raccogliere circa 23 milioni e mezzo di euro, necessari perché Wikipedia “resti online e continui a crescere”. Wikipedia è il settimo sito più grande del mondo: leggendo un messaggio di quel tipo si potrebbe pensare che rischi di sparire se non dovesse ricevere abbastanza soldi. In realtà, non è affatto così.
Andrew Lih – professore di giornalismo alla American University e autore del libro La rivoluzione di Wikipedia – ha detto: «Durante i periodi in cui Wikipedia raccoglie soldi, un sacco di gente mi chiede se il sito è in pericolo. Mi tocca rassicurarli e dire loro che non solo Wikipedia non rischia niente, ma anzi che sta facendo più soldi che mai». Durante l’anno fiscale che si è concluso a giugno, WMF ha dichiarato di avere in cassa circa 72 milioni di euro: più o meno il triplo di quanto spenda ogni anno per finanziare il sito. Il 3 dicembre 2014, il giorno della raccolta fondi che l’anno scorso ha fruttato di più, WMF ha raccolto abbastanza soldi per mantenere attivi i suoi server per 66 settimane consecutive (settimane durante le quali continuerà comunque a ricevere e sollecitare donazioni).
Una situazione finanziaria come questa è piuttosto comune tra le grandi associazioni non profit, che hanno l’obiettivo di cautelarsi nel presente per proteggersi da eventuali perdite future. Quando WMF segue lo stesso modello di altri, però, viene rimproverata: l’associazione è nata da una comunità online quasi anarchica e basata sul lavoro di volontari, e continua a far fede a quell’etica. Pete Forsyth – un ex membro di WMF, che continua però a fare da consulente per Wikipedia – ha detto: «È come una pubblicità che dice “non ospiteremo pubblicità”. Per Wikipedia è un po’ imbarazzante».
Le altre associazioni non profit, anche quelle che hanno a che fare con i media, non ricevono lamentele quando fanno una raccolta fondi. La National Public Radio, l’associazione di cui fanno parte circa 900 stazioni radio statunitensi, chiede regolarmente soldi e spesso lo fa con toni da “fine del mondo”, accentuando la necessità e l’urgenza della donazione: così fanno anche altri. È anzi considerato saggio che queste società facciano in modo da avere in cassa molti più soldi di quelli che spendono in un anno: così se un grande e rilevante donatore dovesse ritirarsi all’improvviso, non si rischierebbe di restare a secco.
«Stando alle indicazioni del consiglio di amministrazione di Wikimedia Foundation, nelle nostre casse c’è quanto ci serve a funzionare per un anno», ha detto Samantha Lien, una portavoce della WMF. «Se dovesse succedere qualcosa capace di compromettere la nostra raccolta fondi, ci troveremmo in una situazione d’urgenza. I soldi in eccesso sono una rete di protezione che evita a Wikipedia di trovarsi in quella situazione». Se non ci fosse questo tipo di protezione Wikipedia rischierebbe di fallire. Il sito di Wikipedia – e quindi l’enciclopedia vera e propria – è scritto e mantenuto aggiornato da volontari, la Wikimedia Foundation deve invece gestire le spese legali, i costi dei server e il supporto tecnico.
Negli ultimi sette anni, alcuni volontari che fanno parte della comunità di Wikipedia hanno avuto un posto nel consiglio di amministrazione di WMF, ma non è solo da questo che arriva la loro influenza. Da quando nel 2002 un grande numero di “wikipediani” spagnoli si è ribellato e ha lasciato Wikipedia creando Enciclopedia Libre, quelli per cui Wikipedia è un lavoro sono molto più attenti a non alienarsi la loro comunità. L’anno scorso alcuni utenti di Wikipedia protestarono per le parole usate in una campagna di raccolta fondi: i dipendenti di Wikimedia cambiarono la pubblicità per placarli. Quella pubblicità si era mostrata più efficace di altre ma il WMF decise di cambiarne le parole per paura che fosse ingannevole nei confronti di chi decideva di donare soldi.
Il messaggio del banner di quest’anno è comunque più moderato di quello dell’anno scorso, in cui era scritto che Wikimedia “sopravviveva” solo grazie alle piccole donazioni. Continuano però a esserci delle perplessità tra i più cinici e autonomi membri di Wikipedia (una descrizione che, va detto, rappresenta una rilevante parte dei membri di Wikipedia). I wikipediani continuano a dirsi preoccupati dall’aumento dei soldi spesi e di quelli raccolti, e continuano ad analizzare nel dettaglio le sempre più professionali raccolte fondi dell’associazione, che prima di essere fatte vengono testate e studiate in molti modi.
«La Wikimedia Foundation è uscita dai suoi binari», ha detto Forsyth: «Ogni anno WMF costruisce le sue campagne di raccolta fondi attorno a un budget di partenza che è sempre più grande di quello dell’anno passato, e lo è di molti milioni di euro». Alcuni dei membri di Wikipedia non vogliono nemmeno che WMF abbia dei soldi in cassa e associano questo fatto a una cattiva gestione, altri si chiedono come vengano utilizzati i milioni di euro che avanzano.
Queste persone fanno notare che negli ultimi nove anni WMF è cresciuta molto: dai tre dipendenti che aveva è arrivata ad averne 240, e punta ad assumere altre persone nei prossimi anni. Questi membri si chiedono perché WMF pubblichi dati sulle nazioni da cui arrivano le maggiori donazioni ma non fa lo stesso per spiegare come distribuisce i soldi ai vari progetti locali di ogni stato. I volontari di Wikipedia si chiedono anche perché ci sono decine di persone che, seppur volontarie, fanno un lavoro praticamente a tempo pieno, e nonostante contribuiscano al successo di Wikipedia non ricevono niente in cambio, mentre invece WMF regala ai suoi “veri” dipendenti corsi di cucina, massaggi e abbonamenti in palestra.
Si può rispondere che i benefit per i dipendenti sono necessari per attirare i migliori dipendenti in un mercato del lavoro – quello che ha a che fare con il settore tecnologico – in cui la concorrenza è altissima. Ma nello scontro culturale che è in corso tra Wikimedia e i suoi membri cyber-libertari, questo risvolto pratico, che riguarda la vita vera, tende a essere ignorato. «Wikipedia è del tutto unica, perché è un’associazione non profit che opera in un contesto dominato da società multimiliardarie», ha detto Lih. «In più deve anche preoccuparsi di questo insieme di voci, critiche e proposte, cercando di capire cosa vuole la comunità e come rispondere alle sue necessità».
E se la comunità non volesse quello che nel lungo termine è il bene di Wikipedia? È solo questione di tempo prima che si possa vedere cosa potrebbe succedere. Anche lasciando stare tutti gli altri ben documentati problemi di Wikipedia, si può già vedere che le donazioni sono destinate a diminuire. Le pagine viste dagli utenti sono in calo nella maggior parte delle edizioni nazionali del sito e sempre più persone leggono Wikipedia dai loro smartphone: un modo di lettura che rende chi lo usa a essere meno propenso a fare una donazione. La Wikimedia Foundation deve fare una scelta: fare campagne di raccolta fondi più aggressive e alienanti o trovarsi in una non facile posizione. C’è poi una domanda di fondo, la più importante che riguarda l’esperimento di Wikipedia: esiste qualcosa che può davvero sopravvivere a lungo ai capricci di internet?
© Washington Post 2015