I dati su stragi e armi negli Stati Uniti
Non è una vostra impressione: sparatorie come quella di ieri capitano molto spesso da quelle parti, mettere i i numeri in fila fa un certo effetto
Dopo la strage di mercoledì in California, a San Bernardino – dove sono morte 14 persone e 17 sono rimaste ferite – e dopo la sparatoria del 27 novembre a Colorado Springs – in cui sono morte 3 persone e 9 sono rimaste ferite – negli Stati Uniti si è tornati a parlare dell’eccessiva frequenza con cui avvengono cose di questo tipo da quelle parti. La sparatoria di San Bernardino è stata la peggiore negli Stati Uniti dopo quella di tre anni fa alla scuola elementare Sandy Hook di Newtown, in Connecticut, in cui morirono 28 persone: ha quindi attirato un’attenzione maggiore rispetto al solito. Nelle ultime ore molti tra i principali siti d’informazione statunitensi hanno analizzato la frequenza con cui negli Stati Uniti avvengono stragi di questo tipo.
Sia New York Times che Washington Post partono da una premessa: le “stragi di questo tipo” sono quelle in cui uno o più uomini armati sparano ad altre persone e in cui i morti e i feriti (compresi quelli che hanno sparato) sono almeno quattro. Quando si verificano queste condizioni si parla, negli Stati Uniti, di “mass shooting”. In italiano non c’è una traduzione comunemente accettata per la parola: semplificando si può parlare di sparatoria, anche se il termine è generale e molto meno preciso di “mass shooting”. Il New York Times scrive – basandosi sui dati raccolti dal sito shootingtracker.com (che usa come fonti gli articoli di giornale e quindi non è da considerarsi ufficiale) che quest’anno negli Stati Uniti ci sono stati 354 “mass shooting”: più di uno al giorno. Considerando anche la strage di San Bernardino nel 2015 negli Stati Uniti sono morte, a causa di “mass shootings”, 462 persone. 1.314 sono rimaste ferite.
Non è possibile avere dati chiari che permettano di capire se negli Stati Uniti le stragi sono aumentate negli anni perché fino ad alcuni fa si utilizzava uno “standard” diverso: si considerava “mass shooting” solo una sparatoria in cui morivano almeno quattro persone (non si contavano quindi i feriti, nemmeno se gravi). Guardando agli ultimi due anni – e sempre con fonti non ufficiali, derivate da notizie di giornali e televisioni – si vede che c’è stato un aumento di sparatorie in cui la somma di morti e feriti è uguale o superiore a quattro: nel 2014 i “mass shooting” sono stati 336, nel 2013 furono 363: è quindi molto probabile che il 2015 diventerà a breve il peggiore anno dei tre.
Il New York Times spiega però che – guardando a prima del 2013 – è molto improbabile che le sparatorie in cui almeno quattro persone muoiono o restano ferite siano diminuite negli ultimi anni: se non sono aumentate, non sembra nemmeno che siano diminuite in modo rilevante. È invece certo che i “mass shooting” riguardino tutti gli Stati Uniti, a prescindere dalla posizione geografica, dal fatto che ci si trovi o no in grandi città, persino dalle diverse leggi statali che regolano il possesso di armi: i 354 casi del 2015 sono avvenuti in 220 diverse città, distribuite in 47 dei 50 stati (più un distretto federale) che formano gli Stati Uniti. Un’immagine creata dal sito statunitense Vox mostra dove ci sono stati “mass shooting” negli ultimi due anni.
https://twitter.com/mattyglesias/status/672155175805698048
Il Gun Violence Archive raccoglie invece dati relativi alle persone uccise da armi da fuoco in ogni situazione, quindi non solo nei “mass shooting”: i morti per arma da fuoco del 2015 sono finora stati più di 12mila, e più di 24mila i feriti. Ted Alcorn, direttore dell’organizzazione no profit Everytown for Gun Safety, una società di ricerca che chiede una limitazione della vendita d’armi, ha spiegato al New York Times che i “mass shooting” sono una piccola percentuale dei casi in cui negli Stati Uniti muoiono persone a causa delle armi: «In California, a San Bernardino, sono morte 14 persone, ed è un’orribile tragedia. Ma in media circa altre 88 persone sono morte in quello stesso giorno negli Stati Uniti per colpa delle armi».
Everytown for Gun Safety ha analizzato i dati sulle sparatorie dal 2009 fino a metà del 2015 in cui sono morte almeno quattro persone (e quindi con il “vecchio” parametro). Solo nell’11 per cento dei casi chi ha sparato e ucciso era stato segnalato per sospetti problemi mentali e nel 57 per cento dei casi tra le persone uccise dagli uomini armati c’era un loro familiare o un loro partner. Le analisi di Everytown for Gun Safety dicono anche che in più del 60 per cento dei casi chi ha sparato aveva il “diritto” di comprare l’arma usata, non era quindi stato in precedenza segnalato per reati o problemi di altro tipo (che possono impedire a un cittadino statunitense l’acquisto di un’arma).