In Cina la fine della politica del figlio unico rilancerà il mercato dei libri per ragazzi
Gli addetti ai lavori si aspettano un'esplosione del mercato, nonostante la censura del governo e il conservatorismo degli editori
La decisione del governo cinese di abolire la legge che stabiliva la cosiddetta “politica del figlio unico” potrebbe produrre un aumento degli introiti nel mercato editoriale cinese di libri per bambini e ragazzi. La nuova norma ha già fatto crescere le azioni delle società produttrici di cibo per bambini, in particolare Danone e Nestlé, che hanno visto aumentare il loro valore in borsa del 3 e dello 0,7 per cento. Il mercato cinese di libri per bambini e ragazzi è cresciuto molto negli ultimi dieci anni – con un tasso maggiore rispetto al mercato dei libri in generale – e gli editori locali stanno offrendo sempre più titoli per ragazzi (il cui numero è triplicato dal 2005) e stanno acquistando i diritti per tradurre e pubblicare sempre più libri stranieri. Questa tesi è confermata dai dati raccolti dalle agenzie governative cinesi e pubblicati dalla rivista americana Publisher Weekly, che mostrano di quanto aumenteranno le nascite in Cina e come la lettura stia diventando sempre più popolare tra i bambini.
Secondo i dati riportati dal Publisher Weekly, le nascite in Cina aumenteranno tra i 3 e gli 8 milioni ogni anno rispetto alla attuale media di 16 milioni di nascite all’anno. Le famiglie cinesi spendono in media l’equivalente di una cifra tra i 750 e 2800 euro per i propri figli, e l’istruzione (compreso l’acquisto di libri) rappresenta la seconda voce di spesa per importanza. Secondo l’ultimo censimento sulla lettura dell’agenzia governativa cinese che si occupa di stampa e pubblicazioni, l’89 per cento dei genitori con figli con meno di otto anni legge ai propri figli ogni giorno (per circa 24 minuti, in media) e il 59 per cento di bambini sotto gli otto anni legge libri regolarmente.
Andando avanti con l’età, i numeri rimangono alti: il 95 per cento dei bambini tra 9 e 13 anni legge libri regolarmente e ugualmente l’88 per cento degli adolescenti tra 14 e 17 anni. Gli incassi dei distributori di libri riflettono la situazione positiva: Dangdang, uno dei più grandi rivenditori online di libri in Cina, nel 2014 ha venduto 110 milioni di copie di libri per ragazzi per un valore di circa 2,3 miliardi di Yuan, circa 350 milioni di euro. L’11 novembre – durante il Guanggun Jie (“il giorno dei numeri uno”, una specie di equivalente cinese del Black Friday americano, così chiamato per la data 11/11) – Dangdang ha venduto libri per bambini e ragazzi per un valore complessivo di circa 56 milioni di Yuan, circa 8 milioni e mezzo di euro. Anche i libri importati sono in forte crescita: le vendite di libri importati su Amazon.cn sono aumentate di 45 volte tra il 2012 e il 2013, secondo i dati diffusi dall’azienda.
Per aiutare gli editori cinesi ad avere più contatti per l’acquisto di nuovi titoli, all’ultima fiera del libro di Pechino – una delle fiere più importanti al mondo, soprattutto per la letteratura asiatica – un’area di 50mila metri quadrati è stata dedicata esclusivamente ai libri per bambini e ragazzi. Gli editori cinesi sono tutti controllati dallo Stato e seguono le regole della censura cinese: non sono permessi libri in cui i bambini sfidano gli adulti e in cui appaiono frivoli e impertinenti, molti titoli di libri stranieri vengono cambiati e alcune parti censurate. Anche libri in cui ci sono figure ribelli, come pirati o ladri, non sono generalmente ammessi; curiosamente anche gli animali umanizzati non sono visti di buon occhio. Qui c’è una lista fatta da Buzzfeed di alcuni libri per bambini censurati in Cina: tra gli altri ci sono titoli come Alice nel Paese delle meraviglie, i libri di Winnie Pooh e il Mago di Oz.