La ribellione della nazionale di calcio del Venezuela
16 giocatori hanno deciso che non risponderanno alle convocazioni, almeno fino a quando non si dimetteranno l'allenatore e i dirigenti federali
All’inizio di questa settimana 15 calciatori venezuelani hanno reso noto – con un comunicato pubblicato su Twitter dal capitano della nazionale Tomas Rincon – che non risponderanno più alle convocazioni della loro nazionale finché i dirigenti della federazione (FVF) e l’allenatore Noel Sanvicente non si dimetteranno. I giocatori hanno diffuso il comunicato dopo che il presidente della FVF, Laureano Gonzalez, per rispondere alla notizia del ritiro temporaneo dalla nazionale del difensore Fernando Amorebieta, aveva accusato la squadra di fare di tutto per spingere alle dimissioni Sanvicente e il suo staff. Gonzalez aveva aggiunto inoltre che si sarebbe aspettato presto altre defezioni da parte dei giocatori.
Noi giocatori non crediamo più che questo gruppo di dirigenti della FVF debba continuare a esercitare le proprie cariche, considerato il modo in cui siamo stati trattati e il modo in cui hanno gestito il progetto che avrebbe dovuto portare la nazionale ai Mondiali. Siamo convinti che la nazionale abbia bisogno di un drastico cambiamento per non perdere tutto il lavoro fatto negli ultimi otto anni.
La nostra integrità non è negoziabile e il danno provocato dalla federazione può essere riparato solo dalla sostituzione degli attuali dirigenti. Non possiamo continuare a giocare in un ambiente così danneggiato.
Una settimana prima delle dichiarazioni di Gonzalez, l’esperto difensore del Middlesbrough Fernando Amorebieta aveva comunicato di non voler più rispondere alle convocazioni in nazionale perchè in contrasto con la dirigenza federale, l’allenatore e lo staff tecnico.
I quindici giocatori che hanno firmato il comunicato sono Josef Martinez del Torino, Tomas Rincon del Genoa, Oswaldo Vizcarrondo del Nantes, Salomon Rondon del West Bromwich, Roberto Rosales del Malaga, Cesar Gonzalez del Deportivo Tachira, Luis Manuel Seijas del Santa Fe, Franklin Lucena dell’Once Caldas, Grenddy Perozo del Zulia FC, Juan Falcon del Metz, Nicolas Fedor del Rayo Vallecano, Gabriel Cichero del Sion, Ronald Vargas dell’AEK Atene, Alejandro Guerra dell’Atlético Nacional e Christian Santos del NEC.
Più che Sanvicente, la vera ragione della protesta dei giocatori sembra essere la federazione e il suo presidente, ritenuti i principali responsabili del brutto clima in cui è costretta a giocare la nazionale, anche se al di là del comunicato dei giocatori ci sono pochi elementi per capire esattamente cosa sia successo intorno alla squadra.
Sanvicente, oltre ad annunciare una conferenza stampa per il 6 dicembre, ha pubblicato un lungo comunicato in cui si è detto pronto a lasciare la guida della nazionale, se fosse necessario. Gonzalez ha risposto dicendo solamente che non ha ricevuto alcun comunicato ufficiale dai giocatori.
La nazionale venezuelana – soprannominata “la vinotinto” – ha perso tutte e quattro le partite del girone sudamericano di qualificazione ai Mondiali del 2018 e si trova momentaneamente all’ultimo posto della classifica, con ben poche possibilità di qualificarsi. L’attuale dirigenza è in carica dallo scorso maggio, cioè da quando l’ex presidente Rafael Esquivel fu arrestato in Svizzera durante l’indagine sulla corruzione all’interno della FIFA.