È iniziato un procedimento di impeachment contro Dilma Rousseff
La presidente del Brasile è accusata di aver violato la legge nella gestione del budget nazionale, il caso rischia di paralizzare la politica locale per mesi
Mercoledì sera lo speaker della Camera bassa del Parlamento brasiliano, Eduardo Cunha, ha dato l’autorizzazione per iniziare il procedimento di impeachment contro la presidente Dilma Rousseff. Cunha ha approvato la mozione presentata dall’opposizione, che accusa Rousseff di avere violato la legge nella gestione del budget nazionale dello scorso anno. Rousseff ha risposto con un discorso trasmesso dalla televisione brasiliana, dicendo di «aver ricevuto con indignazione» la decisione di Cunha e aggiungendo: «Non ho commesso alcun atto sbagliato, né ci sono sospetti che abbia usato irregolarmente del denaro pubblico». Per essere portato a compimento, il procedimento di impeachment deve essere approvato dai due terzi dei deputati (cioè ottenere il parere favorevole di 342 deputati su 513 totali).
Secondo i sostenitori del Partito dei Lavoratori, il partito di governo guidato da Rousseff, la mossa di Cunha ha ragioni e intenzioni politiche: compiere un colpo di stato nei confronti della presidente. Cunha è membro del Partito del Movimento Democratico Brasiliano (PMDB, la sigla in portoghese), un partito centrista che fa parte della coalizione di governo. Per diversi mesi Cunha si era opposto alle richieste dell’opposizione di avviare il procedimento di impeachment, ma poi ha cambiato idea. Secondo diversi giornali internazionali, la sua scelta potrebbe essere legata al grande scandalo Petrobras, la società petrolifera nazionale brasiliana, nel quale sono rimasti coinvolti anche diversi politici del Partito dei Lavoratori: Cunha è stato accusato di avere preso circa 40 milioni di dollari in tangenti per lui e i suoi alleati, ed è indagato per dei conti non dichiarati in una banca svizzera. I suoi oppositori politici sostengono che Cunha abbia accettato di avviare il procedimento di impeachment come reazione al tentativo del partito di Rousseff di rimuoverlo dal suo incarico a causa delle indagini in corso. Cunha ha negato le accuse.
L’ultimo caso di impeachment in Brasile risale al 1992, quando l’allora presidente Fernando Collor fu costretto a dimettersi per uno scandalo di corruzione (Collor ora è senatore e di nuovo sotto indagine nell’ambito dello scandalo Petrobras). Il New York Times scrive che il procedimento di impeachment potrebbe contribuire a creare un senso di paralisi a Brasilia, la capitale brasiliana, impedendo a Rousseff di adottare le misure di austerità necessarie per affrontare il grave momento di crisi che sta attraversando l’economia brasiliana. I dati dell’ultima settimana relativi alla situazione economica del paese mostrano che il Brasile si sta avvicinando al suo peggiore periodo di regressione economica dalla Grande depressione, negli anni Trenta. La disoccupazione è la più alta degli ultimi cinque anni, l’inflazione è il doppio di quella prevista dal governo e si prevede che quest’anno il PIL nazionale si ridurrà di circa il 4 per cento.
Diversi commentatori sostengono che al momento sembra poco probabile che il Parlamento brasiliano voti per l’impeachment di Rousseff, ma l’attuale crisi politica potrebbe spingere altri parlamentari della coalizione di governo a distanziarsi dalla presidente. Nel caso in cui venisse approvato l’impeachment, Rousseff sarà costretta a lasciare il suo incarico all’attuale vice-presidente Michel Temer, che fa parte dello stesso partito di Cunha. Rousseff è stata rieletta per il suo secondo mandato nell’ottobre del 2014, al ballottaggio. Negli ultimi mesi, a causa anche dello scandalo Petrobras e della crisi economica, Rousseff ha perso molti consensi.