La nascita della figlia di Mark Zuckerberg è una notizia?
Sì, sostiene Slate, anche perché è l'esempio di quali cose siano diventate le "notizie" negli anni di Facebook
di Will Oremus – Slate
Mark Zuckerberg ha avuto una figlia!
Ho sottolineato l’annuncio con un punto esclamativo, non perché sia particolarmente sorprendente – lui e sua moglie Priscilla Chan avevano annunciato a luglio di aspettare un bambino – ma perché quello è il modo in cui verrà letto e condiviso sui social network.
“Io e Priscilla siamo molto felici di dare il benvenuto a nostra figlia Max in questo mondo!”, ha scritto il CEO di Facebook sulla sua pagina. Ha annunciato la nascita della bambina con una lunga lettera indirizzata a lei che ha pubblicato grazie all’appena rinnovata funzione Notes di Facebook (nella stessa lettera ha anche detto che donerà la gran parte della sua fortuna in beneficenza).
Potreste chiedervi come mai sto scrivendo dell’annuncio della figlia di Zuckerberg nella sezione tecnologia di un sito di news. Sì, è vero, Zuckerberg dirige un’influente società di tecnologia. Ma lo fanno anche molte altre persone i cui annunci di nascita non hanno ottenuto molto spazio da queste parti. In qualche modo la bambina di Zuckerberg è, beh, una notizia. Il motivo non è solo perché il capo di Facebook ha annunciato anche che prenderà due mesi di congedo parentale, cosa che tristemente diventa una sorta di messaggio politico nella nostra società ancora sessista e ossessionata dalla cultura della produttività (anche il figlio del capo di Yahoo, Marissa Mayer, ha ottenuto diversi titoli per le implicazioni del suo congedo parentale).
I media erano soliti tirare una chiara riga tra notizie, opinioni, gossip e annunci personali. Ognuna di queste cose aveva la sua sezione. Il news feed di Facebook, che è diventato il posto dove oltre il 40 per cento degli adulti americani prendono le loro notizie, non fa invece nessuna distinzione di sorta. La notizia del fidanzamento del tuo amico, il post delirante di tuo zio e un articolo sulla Siria sgomitano per lo stesso spazio sul tuo schermo. E viene fuori che per molti di noi la notizia sulla Siria è la meno interessante delle tre. Quindi l’algoritmo di Facebook, che si regola sempre in base ai nostri comportamenti, la abbassa nelle gerarchie dando maggiore risalto ai post più personali dei nostri amici.
Facebook quindi ci incoraggia a diffondere le notizie sulle novità nella nostra vita privata a tutti quelli che conosciamo, insieme a titoli interessanti per massimizzare l’auto-affermazione che otteniamo in cambio. Zuckerberg, anche se tiene alla sua privacy più di quanto voglia far credere, ha fatto uno sforzo per esemplificare questo principio. Attraverso il suo estremamente popolare feed di Facebook, seguito da 42,5 milioni di persone, ha fatto sapere al mondo i grandi eventi della sua vita, incluso il suo matrimonio con Priscilla e le imprese del suo cane Beast, che ha la sua pagina di Facebook con 2,2 milioni di like.
Il risultato è che noi conosciamo Zuckerberg, o almeno pensiamo di conoscerlo, molto meglio di altri importanti dirigenti del mondo della tecnologia (quelli vivi, almeno). Sapevate che Bill Gates ha tre figli? Provate a dire i loro nomi senza cercarli su Bing. Zuck, Cilla e Beast forse non sono celebrità del livello degli Obama o dei Kimy o dei Carter-Knowles, e la loro bambina potrebbe non ricevere il trattamento completo da royal baby. Ma Facebook è un mezzo che modifica il messaggio e nel contesto del social network una foto di Zuckerberg con sua figlia è cosa da fermate-le-rotative.
Forse è una cosa giusta. Dopo tutto, potrebbe interessarti della figlia di Zuckerberg più o meno di quanto ti interessino le primarie dei Repubblicani o la conferenza di Parigi sul Clima. Ma ci sono probabilmente altri bambini le cui nascite meriterebbero la cima del tuo newsfeed, incluso il tuo. Non li vedrai su CNN, non ne sentirai parlare alla radio e non ne leggerai su Slate. Ma vedrai le loro piccole faccine quando apri l’app di Facebook sul cellulare, insieme alle reazioni deliziate dei tuoi amici. Il fatto che Zuckerberg usi un evento della sua vita come opportunità per promuovere un annuncio professionale mostra solo che anche lui è costretto a giocare in base alle stesse regole di tutti noi. Se il newsfeed di Facebook ha elevato le nostre vite private al livello delle breaking news, ci ha anche spinto a essere tremendamente astuti quando le descriviamo.
Andy Warhol pensava che saremmo stati tutti famosi per 15 minuti, su Facebook siamo tutti famosi per 15 persone. Nel bene o nel male ha reso tutti noi delle piccole celebrità.
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