Il primo libro sull’infografica
Fu scritto negli anni Venti da un ingegnere americano e racconta le origini e i metodi – spesso buffi, ci sono delle perline di mezzo – per fare infografiche prima dei computer
All’inizio del Novecento William Cope Brinton, un ingegnere e statistico americano, con i suoi libri formalizzò per la prima volta l’uso e le tecniche per produrre le infografiche, uno dei metodi di raffigurazione più usati negli ultimi anni per sintetizzare informazioni complesse. Per l’infografica attuale – e per la sua straordinaria diffusione negli ultimi anni – è decisiva la disponibilità di siti e software in grado di gestire e rappresentare grandi masse di dati con relativa semplicità, possibilità che al tempo di Brinton non c’era: nei suoi libri, pubblicati tra il 1914 e il 1939, Brinton si occupò quindi sia di raccolta dei dati che di tecniche manuali per la loro rappresentazione grafica. Brinton, tuttavia, non fu il primo a produrre infografiche: i primi studi sulla presentazione grafica di dati risalgono al libro Rosa Ursina sive Sol di Christoph Scheiner del 1626, in cui l’autore spiegava la rotazione solare con delle illustrazioni. Successivamente ci furono altri studiosi che contribuirono alla nascita dell’infografica del ventesimo secolo: l’ingegnere ed economista scozzese William Playfair, l’infermiera inglese Florence Nightingale e, soprattutto, il francese Charles Joseph Minard, che illustrò graficamente la campagna di Russia di Napoleone del 1882.
Brinton ebbe il merito di pubblicare la prima guida teorica e pratica alle infografiche. Il suo primo libro – Graphic Methods for Presenting Facts – fu pubblicato nel 1914 a New York ed è una sorta di manuale sulle varie tipologie di infografica possibili. Nel 1939 uscì una seconda edizione ampliata e aggiornata intitolata Graphic Presentation. Entrambi i libri oggi non sono coperti da copyright e sono disponibili integralmente online sul sito Internet Archive. Nel suo primo libro Brinton si concentrò in particolare sulla teoria e l’importanza della presentazione dei dati: nell’introduzione spiega che dopo la raccolta e lo studio dei dati, il lavoro più importante è sapere presentarli in modo da essere chiari e sintetici. Secondo Brinton a dare grande impulso allo sviluppo delle prime tecniche di infografica fu la Prima guerra mondiale, durante la quale furono pensati sistemi per visualizzare in modo chiaro e veloce la composizione degli eserciti, il numero e il tipo di soldati, e la disponibilità o scarsità di munizioni e approvvigionamenti.
Nel secondo libro pubblicato nel 1939 Brinton si occupò delle diverse tecniche di presentazione dei dati, consigliando in quali casi usarle, come abbinare i colori in una legenda, quali caratteri e carta usare, il ruolo delle illustrazioni e del materiale fotografico. Una parte del libro fu poi dedicata agli aspetti pratici legati ad alcune tecniche particolari: fino alla diffusione dei computer i grafici dovevano produrre a mano i propri lavori, tagliando e incollando strisce e spicchi di carta colorati oppure infilando con l’ago una serie perline in un filo per rappresentare i punti su un grafico cartesiano, come suggerisce di fare Brinton.
William Cope Brinton nacque nel New England negli Stati Uniti nel 1880. Studiò ad Harvard dove si laureò come ingegnere meccanico nei primi anni del ‘900, fu a capo dell’Associazione statistica Americana, diventando una delle maggiori figure di riferimento nell’ambito di quello che oggi chiamiamo information design.