A Calais è sempre la stessa storia
Nonostante gli impegni presi quest'estate da Francia e Regno Unito, la situazione nel campo profughi del nord della Francia non è cambiata: e ora sono arrivati pioggia e freddo
Nella cosiddetta “giungla” di Calais, il campo profughi non ufficiale nel nord della Francia che a più riprese è stato costruito e sgomberato nel corso degli ultimi 20 anni, le cose non sono cambiate molto dopo che la scorsa estate la rinnovata attenzione sul problema dei migranti in Europa aveva fatto promettere ai governi di Francia e Regno Unito un maggiore impegno per la gestione della situazione alla frontiera tra i due paesi. A Calais i migranti hanno continuato ad arrivare e le baracche che erano state sgomberate e demolite l’estate scorsa sono state ricostruite. Anche i tentativi di raggiungere il Regno Unito attraverso la Manica non sono diminuiti, nonostante l’aumento delle misure di sicurezza intorno e dentro il porto di Calais e il terminal dell’Eurotunnel, il treno che collega Francia e Regno Unito.
Nell’ultima settimana, dopo diversi giorni di pioggia e cattivo tempo che avevano reso la vita dei migranti bloccati a Calais dura e parecchio complicata, c’è stato un netto aumento dei tentativi dei migranti di salire sui camion diretti nel Regno Unito. In un’occasione un gruppo di diverse decine di migranti ha cominciato a tirare sassi contro i camion diretti verso il porto, per farli rallentare e riuscire più agilmente ad aprire i loro portelloni e salire nei cassoni. Questo ha portato a nuovi scontri con la polizia e a una sempre più tesa situazione con i camionisti che passano da Calais: un video registrato la scorsa settimana su una strada vicino a Calais mostra un camion che, compiendo una manovra molto pericolosa, si dirige con grande velocità verso i migranti assiepati lungo la carreggiata per spaventarli e allontanarli.
Al momento nei campi di migranti intorno a Calais vivono circa 6.000 persone, anche se le informazioni sui residenti vengono raccolte per lo più da gruppi di volontari che operano nella zona ed è difficile tenere un conteggio affidabile. Elaine Ortiz, fondatrice di un progetto di volontariato che si occupa dei migranti a Calais, ha detto al giornale britannico Independent che la situazione è diventata gravissima nelle baraccopoli intorno al porto, dove la pioggia delle ultime settimane ha reso la terra fangosa e dove tende e baracche fanno fatica a restare in piedi. Il governo francese e l’Unione Europea, lo scorso ottobre, avevano annunciato un piano per la costruzione di un centro di accoglienza per ospitare circa 1.500 donne e bambini che vivono a Calais durante i mesi più freddi dell’anno.