Lo yuan è stato incluso nel paniere nel Fondo Monetario Internazionale
Ok, e che vuol dire?
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) – un’importante istituzione economica che si occupa, fra le altre cose, di prestare soldi alle nazioni in difficoltà – ha deciso di includere lo yuan, la moneta cinese, nel suo paniere delle valute di riserva (SDR, Special Drawing Right). In questo momento del paniere fanno parte il dollaro statunitense, l’euro, la sterlina e lo yen giapponese. L’FMI esamina nuove valute da inserire nel paniere ogni cinque anni: l’ultima volta che una nuova valuta era stata inserita era il 2000, quando l’euro aveva preso il posto del franco francese e del marco tedesco. La volta ancora prima era stata nel 1981, quando il numero di valute comprese nel paniere era stato ridotto da 16 a 5.
Breve storia del paniere
Il paniere è stato creato nel 1969, in seguito agli accordi di Bretton Woods: all’epoca i paesi usavano dei “cambi fissi” per le valute, cioè decidevano a quanto la moneta del loro paese dovesse essere scambiata con altre monete di riferimento, come il dollaro; se la moneta di un certo paese si svalutava, quel paese – o meglio, la sua banca centrale – provvedeva a comprarla nel mercato dei cambi, così che il suo valore crescesse di nuovo (più si compra una moneta più se ne alza il prezzo, che è il tasso di cambio). Per acquistare la sua moneta, una banca centrale ne vendeva delle altre: aveva quindi bisogno di detenere riserve di monete estere da utilizzare quando ce n’era bisogno.
Normalmente le riserve erano in oro o dollari, ma vista la grande crescita economica del Dopoguerra queste due misure cominciarono a non essere più sufficienti. Il paniere delle valute di riserva del Fondo Monetario Internazionale venne creato proprio per questa necessità. Oggi il sistema a “cambi fissi” non viene più usato dalla maggior parte dei paesi avanzati: si lascia che sia il mercato a stabilire a quanto una moneta può essere scambiata con un’altra. Il paniere dell’FMI ricopre principalmente un ruolo di riserva per i paesi membri ma è stato particolarmente utile durante la recente crisi finanziaria per l’immissione di liquidità nei mercati.
Perché è stato incluso lo yuan
La decisione era data quasi per certa da moltissimi analisti e avrà effetto a partire dall’1 ottobre 2016. Avere la propria moneta nazionale compresa fra quelle del paniere dell’FMI ha più un valore simbolico e politico che economico. La stessa direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde, ha detto che la decisione di includere lo yuan è un riconoscimento delle importanti riforme e aperture al libero mercato che sono state fatte in Cina negli ultimi anni. L’ultima volta che l’inclusione dello yuan era stata proposta, nel 2010, era stata bocciata.
Negli ultimi anni la Cina ha consolidato la sua posizione di importante economia mondiale e ha fatto passi avanti per liberalizzare i suoi mercati. Nonostante questo, durante le difficoltà finanziarie di quest’estate alla borsa di Shanghai, il governo ha limitato le libertà di molti investitori e vietato ai grandi azionisti di vendere le loro quote in aziende nazionali, almeno per un certo periodo di tempo. Lagarde ha detto che lo yuan soddisfa comunque i criteri per essere incluso nel paniere, per quanto riguarda la disponibilità della moneta sui mercati internazionali e la libertà di movimento.
Cosa comporta
La valuta che più di tutte subirà la decisione dell’FMI è l’euro. Prima di tutto perché è la moneta che subirà la maggiore riduzione di quota nel paniere: oggi l’euro conta per il 37,4 per cento, il dollaro per il 41,9 per cento, la sterlina per l’11,3 e lo yen giapponese per il 9,4. Dal 1 ottobre 2016 le quote verrano distribuite per lasciare spazio allo yuan: 41,73 per cento il dollaro, 30,93 per cento l’euro, 10,92 lo yuan, 8,33 lo yen e 8,09 la sterlina. Il grafico di Bloomberg qui sotto mostra bene il cambio di composizione. Quest’anno l’euro ha perso circa il 13 per cento rispetto al dollaro e le banche centrali di buona parte del mondo hanno deciso di ridurre l’ammontare di euro che detengono in riserva al livello più basso dal 2002. Finora l’euro è stata considerata la valuta alternativa al dollaro: chi deteneva grandi quantità di denaro in dollari, quando le cose per il dollaro si mettevano male, le convertiva in euro. Il rischio è che dopo il riconoscimento dell’FMI lo yuan prenda il posto dell’euro nella composizione dei bilanci delle grandi banche, e quindi perda influenza (e potenzialmente valore, a lungo termine).