Anche la Germania bombarderà l’ISIS
Il governo ha approvato un piano militare da 12 mesi con la coalizione internazionale, e ora dovrà passare dal Parlamento; anche il Regno Unito voterà la settimana prossima
Martedì 1 dicembre il governo tedesco ha approvato l’impiego di 1.200 soldati e l’adesione della Germania alla coalizione internazionale che da mesi bombarda lo Stato Islamico (ISIS) in Siria.
Il capo delle forze armate Volker Wieker ha detto che i soldati saranno impiegati in Medioriente sulle navi e sugli aerei necessari a condurre gli attacchi. Il Parlamento deve comunque approvare il piano, prima che diventi esecutivo, ma ci sono pochi dubbi sul fatto che questo accada, visto la larga maggioranza di cui gode il governo di Angela Merkel. Come scrive il Financial Times, si tratta di una decisione insolita per la Germania, che negli ultimi anni ha sempre “preferito evitare l’invio di soldati all’estero se non per missioni di pace e di addestramento”.
Il generale Wieker, che guida le forze armate dal 2010, ha confermato la decisione in un’intervista alla Bild e ha detto che la Germania contribuirà agli attacchi della coalizione internazionale con i suoi aerei da ricognizione Tornado, con i caccia e con una nave che scorterà una portaerei francese. Wieker ha detto che sono in corso colloqui con la Giordania e la Turchia per capire quale zona usare come base. L’operazione durerà 12 mesi, naturalmente rinnovabili, e avrà un costo stimato di 134 milioni di euro.
Il ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, ha difeso l’uso delle armi contro l’ISIS ma ha detto allo stesso tempo che «il terrorismo non può essere sconfitto solo con le bombe e con i missili, in ultima istanza serve la politica»: per questo la Germania chiederà a tutte le parti in causa di aprire un negoziato. Il ministro della Difesa, Ursula von der Leyen, ha detto che i combattimenti contro l’ISIS sono indispensabili. «Il terrorismo arriverà in Germania se non ci muoviamo in modo veloce e risoluto contro questa milizia estremista». Von der Leyen ha ricordato che la Germania aderirà così a una coalizione internazionale e che c’è una solida base giuridica internazionale a giustificazione degli attacchi. Mentre i socialdemocratici della SPD sono favorevoli agli attacchi, i Verdi fin qui hanno espresso opinioni più scettiche: il presidente Simone Peter ha detto che «bisogna chiarire chi sono gli amici e chi sono i nemici: senza un obiettivo politico questi attacchi sono irresponsabili». Il ministro von der Leyen ha detto che la posizione della Germania è che il futuro della Siria dovrà essere senza Bashar al-Assad e che quindi «non ci sarà cooperazione con lui né con le truppe che rispondono ai suoi ordini».
La decisione della Germania arriva dopo gli attentati del 13 novembre a Parigi e la conseguente richiesta di sostegno del presidente francese François Hollande negli attacchi contro lo Stato Islamico. Anche il governo del Regno Unito ha deciso di unirsi alla coalizione internazionale e la settimana prossima la Camera dei comuni deciderà se autorizzare o no i bombardamenti in Siria. Subito dopo gli attacchi di Parigi, la Francia ha cominciato bombardamenti più intensi del passato su Raqqa, la cosiddetta “capitale” dello Stato Islamico, ai quali di recente si è unita anche la Russia.