A che punto sono le indagini su Parigi
È stato trovato un oggetto che sembra appartenere a una cintura esplosiva e sono stati ricostruiti alcuni movimenti del ricercato Salah Abdeslam, che passò dall'Italia in agosto
Sono passati undici giorni dagli attentati di Parigi e Saint-Denis in cui sono morte 130 persone: le inchieste e le operazioni di polizia proseguono sia in Belgio che in Francia. Salah Abdeslam, sospettato di avere avuto almeno un ruolo nell’organizzazione logistica degli attacchi, è tuttora in fuga. In tutto il territorio francese, dallo scorso 13 novembre, ci sono state 1.072 perquisizioni e 253 persone sono state messe agli arresti domiciliari, misura prevista dallo stato di emergenza che è stato prolungato di tre mesi.
Belgio: quattro persone arrestate
Per il quarto giorno consecutivo il livello di allerta resta a 4 nella Regione di Bruxelles-Capitale, il massimo previsto dalla legge belga, e a 3 sul resto del territorio. Le scuole, le università e le metropolitane sono chiuse e riapriranno «progressivamente» solo a partire da mercoledì, con misure di sicurezza supplementari. Poliziotti e soldati continueranno a pattugliare strade e luoghi pubblici almeno fino a lunedì prossimo.
Lunedì 23 novembre la procura belga ha fatto sapere di aver accusato una persona per «partecipazione ad attività di un terrorista e di atti terroristici». Faceva parte delle 21 persone arrestate da domenica 22 novembre a Bruxelles e a Liegi, 17 delle quali sono state rilasciate. Tre si trovano invece ancora in stato di fermo per ulteriori verifiche.
Sei dei sette kamikaze morti il 13 novembre sono stati identificati
Quattro sono francesi: Brahim Abdeslam (31 anni) che si è fatto esplodere sulla terrazza del bar Comptoire Voltaire; Bilal Hadfi (20 anni) morto allo Stade de France; Samy Amimour (28 anni) e Ismaël Omar Mostefaï (29 anni) che hanno attaccato il Bataclan. Un kamikaze non è ancora stato identificato: è il terzo uomo che era al Bataclan.
Ci sono poi altri due uomini morti nell’attacco dello Stade de France e che si ipotizza siano entrati in Europa attraverso la Grecia con un passaporto siriano.
Sono arrivati sui barconi?
Diversi giornali italiani scrivono oggi che due dei terroristi che hanno attaccato lo Stade de France sarebbero entrati in Europa “sui barconi”. La storia ha a che fare con il ritrovamento di un passaporto siriano vicino al corpo di un kamikaze morto nell’attacco allo Stade de France e con le ultime notizie che riguardano il terzo attentatore dello stadio. Sul passaporto trovato c’è il nome di Ahmad Al-Mohammad: l’identità non è stata confermata. L’ipotesi più accreditata è che il passaporto fosse falso (si dice che appartenesse di un soldato di Bashar Al-Assad morto durante la guerra), ma le impronte digitali di un uomo che è transitato dalla Grecia lo scorso ottobre e che ha percorso la cosiddetta “rotta dei Balcani” sono le sue.
Venerdì 20 novembre il procuratore di Parigi ha annunciato che anche un secondo attentatore suicida dello Stade de France era stato controllato in Grecia lo scorso 3 ottobre, nello stesso periodo di quello che si è fatto chiamare Ahmad Al-Mohammad. Questo secondo uomo avrebbe percorso la rotta dei Balcani registrandosi sull’isola greca di Leros, dove secondo l’agenzia di stampa AFP – che cita fonti vicine all’inchiesta – avrebbe presentato un passaporto siriano con il nome di Mohammad Al-Mahmod.
È stato ritrovato un oggetto che potrebbe appartenere a una cintura esplosiva
Lunedì 23 novembre, in un cestino della spazzatura di Montrouge, vicino alla stazione della metropolitana di Chatillon-Montrouge nel sud di Parigi, è stato ritrovato un oggetto che potrebbe appartenere a una cintura esplosiva senza detonatore simile a quelle usate il 13 novembre a Parigi e a Saint-Denis. Lo scrive l’agenzia di stampa AP citando un funzionario della polizia francese che non era autorizzato a parlare pubblicamente e non può quindi essere identificato: dalle analisi di laboratorio risulterebbe che il giubbotto esplosivo contiene bulloni e lo stesso tipo di esplosivo utilizzato nei giubbotti degli attentati di Parigi. La notizia non è ancora stata confermata.
Delle cinture esplosive sono state utilizzate anche durante gli attacchi di venerdì 13 a Parigi. L’esplosivo presente nelle cinture era TATP, cioè perossido di acetone, una polvere bianca praticamente inodore, molto potente e instabile: il TATP è molto sensibile al calore, all’attrito e agli urti, e per ottenerlo basta mescolare sostanze facilmente reperibili come acido solforico e perossido di idrogeno, cioè acqua ossigenata.
Dopo gli attacchi della scorsa settimana il procuratore di Parigi, François Molins, ha detto che i terroristi indossavano tutti gli stessi giubbotti esplosivi, che avevano una batteria e un pulsante come detonatore. Quelli utilizzati dai tre kamikaze allo Stade de France contenevano anche dei bulloni, per aggravare i danni dell’esplosione. In ogni bomba, ha spiegato un esperto a Le Figaro, vengono solitamente utilizzate due cariche: la prima, più piccola, nel detonatore, e la seconda, quella vera e propria, nel giubbotto.
Se gli “ingredienti” per fabbricare l’esplosivo sono facili da reperire, assemblare una cintura esplosiva è una cosa molto complicata e richiede una certa esperienza e abilità. Ci vogliono settimane di addestramento, è un lavoro scrupoloso, bisogna avere specifiche competenze. Secondo diversi esperti è probabile che il tecnico che ha fabbricato le cinture dei terroristi che hanno attaccato Parigi non facesse parte della squadra d’assalto, perché è una figura troppo preziosa per un’organizzazione terroristica. Inoltre è probabile che le cinture siano state fabbricate in Francia o nei paesi vicini, perché il rischio del trasporto di un esplosivo così instabile sarebbe stato troppo alto.
Abdeslam Salah
Abdeslam Salah è ancora ricercato. I media belgi hanno scritto che domenica sera Abdeslam è riuscito a scappare dalla polizia e a dirigersi verso la Germania, ma non ci sono conferme ufficiali.
L’inchiesta si sta concentrando anche sui suoi movimenti precedenti agli attentati. L’uomo, prima che due complici lo riportassero in Belgio, sarebbe stato localizzato a Montrouge, dove è stato ritrovato l’oggetto che potrebbe far parte di una cintura esplosiva. La stazione della metro che si trova in quella zona, sulla linea 13, porta direttamente a Porte Saint-Denis, dove si trova lo stadio. Per ora è noto che Abdeslam Salah abbia almeno avuto un ruolo nell’organizzazione logistica degli attentati: la sua carta di credito è stata utilizzata dal 12 novembre per prendere in affitto per una settimana due camere nel residence di Alfortville (considerato uno degli appartamenti dove i terroristi hanno dormito), la Polo che ha usato il commando del Bataclan e la Clio trovata in piazza Albert-Kahn, nel diciottesimo arrondissement di Parigi e che risulta sempre legata agli attentati.
Gli investigatori francesi hanno ricostruito anche che Abdeslam lo scorso agosto aveva preso un traghetto da Bari a Patrasso in Grecia, con Ahmet Dahmani, jihadista belga. I controlli risalgono al 4 agosto. Salah è tornato a Bari il 5 agosto prima di far perdere le sue tracce.
Sabato scorso Dahmani era stato arrestato in Turchia, dove era arrivato il 14 novembre da Amsterdam. Ahmet Dahmani ha 26 anni ed è sospettato, secondo le autorità turche, di aver reclutato persone per gli attacchi di Parigi. Gli inquirenti francesi ritengono la pista «interessante», dato che l’uomo conosceva Salah Abdeslam, ma non avanzano ipotesi sul suo possibile ruolo negli attentati di venerdì 13, non avendo potuto stabilire se nelle ultime settimane sia stato o no a Parigi. Altre due persone, di età compresa tra i 23 e i 29 anni e di nazionalità siriana, sono state arrestate con lui a Antalya.
A Saint-Denis, due dei tre morti sono stati identificati
L’indagine ha ipotizzato una partecipazione diretta negli attacchi di Abdelhamid Abaaoud, presunto mandante e organizzatore degli attentati. Aveva maneggiato uno dei tre kalashnikov trovati nella Seat nera utilizzata da uno dei commando che hanno attaccato Parigi e che è stata abbandonata a Montreuil. La sera degli attentati a Montreuil la telecamera di una stazione della metropolitana ha filmato Abaaoud intorno alle ore 22. Abdelhamid Abaaoud è morto durante l’operazione di polizia in un appartamento di Saint-Denis insieme a Hasna Aït Boulahcen, sua cugina.
Un terzo uomo, che non è stato ancora identificato, si è fatto esplodere nello stesso appartamento. Il suo DNA non corrisponde a quelli catalogati dalla polizia francese.
Sette delle otto persone arrestate precauzionalmente a Saint-Denis dopo gli attentati intanto sono state rilasciate. L’ottava persona, identificata dai giornali come Jawad B., è sospettata di aver fornito l’appartamento a Abdelhamid Abaaoud dopo gli attentati di Parigi e Saint-Denis, e il suo stato di fermo è stato esteso. Secondo una fonte vicina alle indagini, citata dalla stampa francese, Jawad B. è stato visto il 17 novembre, il giorno dell’assalto della polizia nell’appartamento di Saint-Denis, parlare con Hasna Aït Boulahcen, forse per negoziare la fornitura di un nuovo alloggio. L”estensione del fermo di polizia oltre i quattro giorni è estremamente rara e può essere decisa solo in caso di pericolo imminente di attacco o per la necessità di una cooperazione giudiziaria internazionale.