Lucy, l’australopiteco più famoso del mondo
Le sue ossa fossili furono ritrovate in Etiopia il 24 novembre del 1974: visse 3,2 milioni di anni fa e ci ha insegnato qualcosa su come eravamo fatti
L’australopiteco Lucy fu scoperto quarantuno anni fa, il 23 settembre 1974, quando le sue ossa fossili furono trovate paleoantropologo Donald Johanson e dal suo studente Tom Gray, vicino al villaggio di Hadar, nella regione di Afar, in Etiopia. Johanson e Gray facevano parte di una squadra di ricerca insieme agli antropologi Yves Coppens e Maurice Taieb. La scoperta dei resti fossili di Lucy fu straordinaria perché di solito i paleoantropologi scoprono pochi frammenti di ossa di ogni esemplare mentre in questo caso ne vennero trovati a decine, pari a circa il 40 per cento dell’intero apparato scheletrico. l’australopiteco Lucy divenne l’ominide più noto mai studiato dalla scienza: grazie ai suoi resti fossili e ad altri ritrovati nella stessa zona nei primi anni Settanta, i ricercatori hanno potuto studiare nuovi dettagli sulla evoluzione degli umani, scoprendo molte cose sulla vita degli ominidi appartenenti alla specie Australopithecus afarensis, di cui Lucy è un esemplare femmina, che vissero in Africa tra i 4 e i 3 milioni di anni fa.
Il nome Lucy
Il lavoro di scavo per ritrovare il più alto numero possibile di ossa fossili di Lucy proseguì per circa tre settimane. Ma già la prima sera dopo gli scavi fu evidente ai paleoantropologi la portata storica della loro scoperta. Fecero una piccola festa al loro campo e, tra le altre cose, decisero di chiamare l’ominide AL 288-1 con un nome più pratico: scelsero “Lucy”, dal titolo della canzone “Lucy in the Sky with Diamonds”, che veniva riprodotta a ripetizione grazie a una musicassetta portata da qualcuno al campo in quella sera di festeggiamenti.
L’età dell’australopiteco Lucy
Lucy era alta 1,1 metri e pesava circa 29 chilogrammi, aveva un cranio piccolo paragonabile a quello degli attuali scimpanzé, mentre il bacino e le gambe erano più sviluppati e già simili a quelle dell’uomo moderno (assolvevano del resto alle medesime funzioni). Stabilire l’età del fossile fu invece più complicato e non fu possibile collocare in modo preciso Lucy in una linea temporale fino ai primi anni Novanta, quando si concluse che l’ominide visse in Africa intorno ai 3,2 milioni di anni fa.
Posizione eretta
Tra le scoperte più importanti effettuate dai paleoantropologi ci fu quella del ginocchio sinistro valgo di Lucy: una condizione che dimostrava chiaramente che questo ominide camminasse mantenendo una posizione eretta. Il rapporto tra lunghezza delle braccia e delle gambe ha permesso inoltre di scoprire che all’epoca i nostri antenati erano in una fase di piena evoluzione: le gambe iniziavano ad allungarsi, mentre le braccia ad accorciarsi, differenziandosi quindi progressivamente dalle caratteristiche fisiche dei primati.
Alimentazione
Lucy aveva un torso con una spiccata forma a cono, come hanno ancora oggi scimpanzé e gorilla, cosa che permette di lasciare più spazio all’apparato digerente, soprattutto all’intestino che deve essere più lungo per facilitare la digestione di grandi quantità di vegetali (che solitamente occupano più volume rispetto ad altri alimenti). Lucy mangiava quindi le parti tenere delle piante, per questo aveva una muscolatura molto pronunciata nella mandibola, che con il cambiamento di dieta cui siamo andati incontro si è progressivamente persa.
La morte dell’australopiteco Lucy
Benché sia un esemplare ben conservato, i ricercatori non hanno potuto ricostruire con certezza le cause che portarono alla morte dell’australopiteco Lucy. Sul suo bacino c’è traccia di un morso da parte di un animale carnivoro, ma potrebbe essere avvenuto quando era già morta. L’analisi della sua dentatura ha comunque confermato che Lucy era un giovane ominide adulto nel momento in cui morì. Secondo i ricercatori l’aspettativa di vita degli esemplari di Australopithecus afarensis era di circa 25 anni.
Dove si trova Lucy
Lo scheletro di Lucy si trova presso il Museo Nazionale dell’Etiopia ad Addis Abeba, ma quello visibile è una copia: l’originale è custodito in un’area protetta non visibile al pubblico. Tra il 2007 e il 2013 la ricostruzione del fossile dell’australopiteco Lucy è stata portata negli Stati Uniti nell’ambito di una mostra per farne conoscere la storia, che fu molto apprezzata. Anche grazie al suo nome piuttosto amichevole, e ai numerosi libri che ne parlano, Lucy continua ad avere un notevole successo. Nel 2014 Luc Besson ha girato Lucy, un film di fantascienza con Scarlett Johansson e Morgan Freeman ispirato in parte alla scoperta dell’ominide più conosciuto al mondo.