Mauricio Macri ha vinto le elezioni in Argentina
Il candidato conservatore ha battuto quello vicino alla presidente uscente Cristina Kirchner ed è diventato il nuovo presidente
Mauricio Macri è il nuovo presidente dell’Argentina: ha vinto il ballottaggio delle elezioni presidenziali in Argentina, battendo il suo avversario Daniel Scioli. I risultati sono iniziati a uscire la sera di domenica 22 novembre: al 99 per cento dei seggi scrutinati, Macri ha ottenuto il 51,42 per cento dei voti contro il 48,58 per cento di Scioli, che ha già ammesso la propria sconfitta congratulandosi con Macri per il risultato ottenuto. Scioli era considerato il candidato vicino alla presidente uscente Cristina Kirchner, Macri il candidato del centrodestra. È la prima volta in 12 anni che i conservatori riescono ad ottenere la presidenza: al primo turno Scioli aveva ottenuto il 36,7 per cento dei voti, contro il 34,5 per cento di Macri, ma nelle ultime settimane il candidato di centrodestra è riuscito a recuperare.
Mauricio Macri ha detto che “oggi è un giorno storico: è il cambiamento di un’epoca”, poi ha festeggiato tra i suoi sostenitori a Buenos Aires, ringraziandoli per il risultato ottenuto. Macri non è un peronista, anche se non ha mai criticato apertamente Juan Perón e la sua epoca. È figlio di uno degli uomini più ricchi del paese e nel 1991 fu rapito per 12 giorni da un gruppo di poliziotti corrotti che chiedevano un riscatto da milioni di dollari.
Scioli invece era stato scelto personalmente da Kirchner, che ha partecipato attivamente alla sua campagna elettorale, a volte oscurandolo. All’epoca di Nestor Kirchner, prima di essere eletto governatore di Buenos Aires, Scioli era stato vicepresidente del paese. Scioli, candidato con il Frente para la Victoria, aveva promesso continuità con le politiche dei suoi predecessori, ma anche un programma di moderate riforme e cambiamenti per cercare di rimediare alla grave situazione economica del paese.
In Argentina l’inflazione è intorno al 30-40 per cento, ma non si sa con esattezza a quanto si attesti perché l’istituto di statistica nazionale è considerato ampiamente inaffidabile. Il governo ha anche un grave deficit di bilancio, riserve di valuta estera sempre più scarse e, a causa del suo passato di default e espropri di stato di imprese internazionali, fatica a finanziarsi sui mercati esteri e ad attirare investimenti internazionali.