Le scarpe da corsa più care sono anche le migliori?
Uno studio sulle scarpe acquistate da 135mila corridori e le loro recensioni dice il contrario, ma forse c'entrano anche le aspettative
di Lenny Bernstein - Washington Post
Scegliere le scarpe da corsa è una cosa personale. Lo è ogni tipo di acquisto, certo, ma quello delle scarpe da usare per correre ancora di più. Bisogna prendere in considerazione il prezzo, la bellezza e – in particolare – la comodità. Sono scarpe con cui si deve fare un’attività sportiva lunga, ripetuta e che sollecita molto il piede e il fisico in generale. Il sito danese runrepeat.com ha fatto un’analisi in cui ha incrociato i dati (raccolti in oltre un anno) di circa 135mila recensioni (con voto da 1 a 100) di diversi modelli di scarpe da corsa con il prezzo di listino di quelle scarpe.
In molti casi c’è una grande sorpresa: più alto è il prezzo delle scarpe, peggiore è la recensione. I dieci più cari modelli di scarpe da corsa – il cui prezzo medio è di 170 euro – hanno ricevuto recensioni che erano l’8,1 per cento più basse di quelle dei dieci modelli meno cari (con un prezzo medio di 57 euro). Jens Jakob Andersen, fondatore di runrepeat.com, ha detto: «Se ci tenete ai vostri soldi, non comprate scarpe da corsa costose. Le scarpe con un prezzo più basso sono praticamente uguali a quelle più care».
Le recensioni e il prezzo medio di 24 marche di scarpe da corsa (runrepeat.com)
Questo non significa che si debbano comprare le peggiori scarpe da corsa nel peggiore dei supermercati. Quelle scarpe – quelle che costano una decina di euro – provocherebbero di sicuro degli infortuni. Andersen crede però che le grandi marche di scarpe hanno investito così tanti soldi nel marketing che ormai non sappiamo più a cosa credere. Secondo i dati dell’associazione “Running USA” nel 2013 sono state vendute 46 milioni e 250mila paia di scarpe da corsa, per un prezzo complessivo di circa 3 miliardi di dollari.
La maggior parte delle scarpe recensite sono andate piuttosto bene. «I corridori sono di solito piuttosto soddisfatti delle loro scarpe», ha detto Andersen. Ma resta l’evidente differenza tra la soddisfazione di chi compra scarpe costose e di chi invece prende quelle che costano meno. «Quando spendi di più, hai più aspettative», dice Andersen provando a spiegare la delusione dei consumatori che hanno speso di più (aspettandosi un prodotto migliore). «Non bisognerebbe però aspettarsi di essere meno soddisfatti spendendo più soldi». Andersen ha detto di non prendere soldi da nessuno: sul suo sito – completamente finanziato da lui – non ci sono pubblicità.
Voti e recensioni delle 10 scarpe più care e di quelle meno care (runrepeat.com)
Quindi, quali sono le marche migliori? Ai primi tre posti ci sono Skechers, Saucony e Vibram FiveFingers. Nelle ultime posizioni ci sono invece Reebok, Adidas e Hoka One One. Skechers è una società statunitense fondata nel 1982: è forse poco nota, ma le sue scarpe da corsa sono usate da forti maratoneti come Meb Keflezighi e Kara Goucher. «Skechers è stata bravissima nel non fare scarpe “premium”, molto costose», ha detto Andersen: «Sono la marca di scarpe da corsa per le mamme».
Il prezzo medio delle scarpe di ogni marca analizzata (runrepeat.com)
Nemmeno le Vibram FiveFingers – nate nel 1999 da un’idea di Robert Fliri, uno studente di design dell’Alto Adige – sono molto note. In passato Vibram FiveFingers (che fa le scarpe palmate, “con le dita”) ha deciso di pagare 3,5 milioni di euro per rimborsare i suoi clienti dopo che una causa legale ha dimostrato che la particolare forma delle Vibram FiveFingers non aiutava a ridurre gli infortuni e rinforzare i piedi (anche Skechers ha perso una causa simile, pagando molto di più). È vero però che le Vibram FiveFingers hanno aiutato molte persone che con scarpe da corsa classiche erano solite avere più infortuni.
Invece, perché le “Hokas” – vendute dalla società francese Hoka One One – sono in fondo alla classifica? Sono le scarpe che hanno lanciato la moda della suola alta, molti famosi corridori dicono di amarle e si vedono molte persone indossarle mentre corrono in giro. Andersen ha spiegato che essendo una società nuova, arrivata da poco tempo sul mercato, Hoka One One deve ancora prenderci la mano. Alcune sue scarpe piacciono tantissimo, altre pochissimo: nei prossimi anni la società – di proprietà di Deckers – dovrà capire su quali puntare. Un portavoce di Sketchers si è rifiutato di commentare i dati di runrepeat.com; Hoka One One non ha risposto alle telefonate.
© Washington Post 2015