Come ha fatto il Leicester City a essere primo in Premier League?
Merito dell'organizzazione di gioco data da Claudio Ranieri e di un giocatore che fino a quattro anni fa lavorava in fabbrica
A tredici giornate dall’inizio della Premier League, il più importante campionato di calcio inglese, il Leicester City è inaspettatamente primo in classifica. Il Leicester City – una squadra storicamente mediocre che da questa stagione è allenata dall’italiano Claudio Ranieri – ha un punto di vantaggio sul Manchester United e due su Manchester City e Arsenal. Del suo ottimo inizio di campionato si parla già da alcune settimane, ma in pochi avevano previsto che a tre mesi dall’inizio della Premier League sarebbe rimasto così in alto: in Premier non perde dal 26 settembre e nelle ultime 6 partite ha vinto cinque volte. Nell’ultima partita, giocata sabato 21 novembre, ha battuto per 3-0 fuori casa il Newcastle, giocando decisamente bene.
Era da anni che non succedeva che una squadra ritenuta mediocre a inizio stagione si trovasse prima in classifica dopo così tante partite: negli ultimi anni la Premier League è stata dominata da squadre ricche e blasonate come Manchester City e Chelsea e altre squadre appena un gradino sotto come Arsenal, Liverpool, Manchester United e Tottenham. Il Leicester City è la squadra di una piccola città industriale nel centro dell’Inghilterra e nella sua storia non ha mai vinto la Premier League: il suo buon momento è iniziato nel 2010, quando la società è stata venduta all’azienda thailandese King Group, una catena di negozi duty free di aeroporti.
Il Leicester City ha fatto i suoi investimenti più ingenti nell’ultima estate, quando dopo una deludente stagione in Premier League finita al 14esimo posto ha assunto Ranieri e comprato diversi buoni giocatori come il difensore tedesco Robert Huth dallo Stoke City, il centrocampista giapponese Shinji Okazaki dal Mainz e il centrocampista svizzero Gökhan Inler dal Napoli (che però gioca molto poco). Con Ranieri, la squadra ha iniziato a giocare in modo molto organizzato: è disposta con un 4-4-2 molto solido che per segnare fa affidamento sulla rapidità dei contropiedi. Per adesso sta funzionando, soprattutto grazie alle ottime prestazioni di due calciatori che giocano nel Leicester già da un po’ di tempo: il centravanti inglese Jamie Vardy e l’ala algerina Riyad Mahrez.
Vardy ha 28 anni, in questa stagione ha già segnato 13 gol in 13 partite – eguagliando il record dell’ex centravanti olandese Ruud van Nistelrooy, che nel 2003 aveva segnato in 10 partite consecutive di Premier – ma finora ha avuto una carriera molto particolare: ha esordito in un campionato professionistico molto tardi, a soli 25 anni, e fino al 2011 lavorava in fabbrica allenandosi solamente di sera. Il Leicester l’ha comprato nel 2012, dopo la sua prima stagione da professionista. Oggi Vardy è diventato un centravanti rapido e completo, di grande intelligenza tattica e dinamismo – di lui Ranieri dice che «pressa anche le tribune» – e un ottimo senso del gol: a giugno ha esordito con la nazionale inglese e nelle ultime settimane sono circolate delle voci secondo cui il Real Madrid voglia comprarlo.
Mahrez invece ha 24 anni, è nato e cresciuto in un quartiere di Parigi chiamato Sarcelles e fino a due anni fa giocava ancora per la squadra riserve del Le Havre, una mediocre squadra francese. Si è fatto notare per la sua tecnica e rapidità soprattutto quest’anno: da quando è iniziata la Premier League ha segnato 7 gol e fornito 6 assist, spesso decisivi. Ha scelto di giocare con la nazionale algerina per via della cittadinanza di suo padre. Oggi è considerato uno degli obiettivi di mercato del Chelsea.
Non è chiaro fino a quando il Leicester City potrà rimanere in testa o nelle prime posizioni della classifica. È dal 1995 che la Premier League non viene vinta da una squadra fra Manchester United, Chelsea, Arsenal e Manchester City: in quel caso arrivò primo il Blackburn.