L’enorme blackout in Crimea
Quasi due milioni di persone sono rimaste senza elettricità a causa di un attacco ad alcune linee elettriche in territorio ucraino: non si sa ancora chi siano i responsabili
In Crimea nella notte fra sabato 21 e domenica 22 novembre circa 1,8 milioni di persone sono rimaste senza elettricità. Il blackout è stato provocato da un attacco che ha colpito le quattro linee elettriche che trasportano elettricità dall’Ucraina. Il governo regionale della Crimea – regione che dal marzo 2014 è stata annessa alla Russia – ha dichiarato lo stato di emergenza. La compagnia statale ucraina Ukrenergo, che gestisce le linee, ha detto che quando ha provato a riparare il danno di una linea danneggiata ha trovato sul posto degli attivisti, non è chiaro di quale fazione, e che «la natura dei danni mostra che [gli attacchi] sono stati provocati con delle bombe o dei dispositivi esplosivi». Non è ancora chiaro chi abbia attaccato le linee elettriche, né se ci siano danni o feriti a causa del blackout.
Il Ministero per le Emergenze russo ha detto che nella mattina di domenica la corrente è parzialmente tornata nelle città di Simferopoli, Feodosia, Yevpatoria e Yalta grazie a dei generatori. Anche gli ospedali hanno continuato a funzionare grazie a dei generatori. Volodymyr Demchyshyn, il ministro dell’Energia ucraino, ha comunque detto a Bloomberg che ci vorranno «alcuni giorni» prima di riportare l’elettricità in Crimea. Il ministero dell’Energia russo ha detto che alle 13 locali di domenica circa 1,6 milioni di persone erano ancora senza elettricità.
La Crimea è stata annessa alla Russia dall’Ucraina nel marzo del 2014 dopo l’occupazione del suo territorio da parte di miliziani filorussi, e un successivo riconoscimento dell’annessione con un controverso referendum. Da allora l’Ucraina ha continuato a fornire energia alla Crimea, che secondo il suo stesso governo è in grado di sopperire solamente al 30 per cento del proprio fabbisogno energetico.