Il Portogallo ha approvato le adozioni per le coppie gay
Il Parlamento ha deciso che le coppie gay potranno adottare bambini e che le coppie lesbiche potranno beneficiare della procreazione assistita
Il 20 novembre il Parlamento del Portogallo ha approvato una legge che permette alle coppie gay di adottare bambini e permette alle coppie formate da due donne di beneficiare della procreazione medicalmente assistita, nota in Italia come PMA: quella che, in breve, permette di ricorrere a un donatore esterno di ovuli o spermatozoi.
La legge è stata approvata grazie al voto favorevole dei tre partiti di sinistra, che hanno la maggioranza: il partito socialista, quello comunista e il partito BE, acronimo di “blocco di sinistra”. I tre partiti avevano parlato della volontà di votare questa legge durante la campagna elettorale che ha preceduto le elezioni politiche di inizio ottobre. Da allora il primo ministro portoghese è Pedro Passos Coelho (di centrodestra) ma la maggioranza parlamentare è di centro-sinistra: la situazione politica è da settimane piuttosto instabile.
In Portogallo i matrimoni gay sono legali dal 2010: è stato il terzo paese tra i paesi europei con una maggioranza assoluta di cattolici ad aver fatto passare una legge sui matrimoni tra persone delle stesso sesso. I primi due erano stati Spagna e Belgio. Nel 2013 una legge aveva concesso a uno dei due coniugi di un matrimonio gay di adottare dopo il matrimonio i figli del partner – la cosiddetta stepchild adoption – ma non era passata invece la legge che garantiva alle coppie gay gli stessi diritti di adozione che hanno le coppie eterosessuali.
Pochi mesi fa, mentre era al governo una coalizione di centrodestra, il precedente Parlamento portoghese aveva approvato una legge molto restrittiva sull’aborto, reso legale in Portogallo solamente nel 2007 con un referendum. La nuova legge era stata proposta dal Partito Socialdemocratico – il partito di centrodestra attualmente al governo – ed era stata criticata da tutti i partiti di opposizione. La legge prevede l’introduzione di una “tassa” da pagare per l’interruzione volontaria della gravidanza – mentre in precedenza l’operazione veniva compiuta gratuitamente – e l’obbligo da parte della donna di consultare psicologi e assistenti sociali prima di decidere di abortire. Nella sua recente votazione il Parlamento portoghese ha anche abolito la “tassa” sull’interruzione volontaria della gravidanza.