Le groupies degli anni ’60, fotografate
Dal celebre fotografo Baron Wolman per un numero di "Rolling Stone": il loro stile elaborato e innovativo continua a influenzare come ci vestiamo
Il libro Groupies and Other Electric Ladies raccoglie il servizio realizzato dal celebre fotografo Baron Wolman dedicato alle groupies di allora – le ragazze che accompagnavano le rockstar in gran parte delle loro tournée e della loro vita quotidiana, divenendo parte della loro cerchia – per il numero del febbraio 1969 della rivista musicale Rolling Stone. Le foto divennero molto famose e mostrarono che le groupies erano un fenomeno nuovo e interessante, non solo per il loro modo di vivere disinvolto e disinibito ma anche per il loro abbigliamento, che le avrebbe rese vere e proprie icone di stile, con un ruolo importante nella cultura rock negli anni ’70.
Baron Wolman fu il direttore della fotografia di Rolling Stone da quando venne fondata nel 1967 fino al 1970, quando il suo posto fu preso da Annie Leibovitz. In quegli anni Wolman fu a contatto con artisti come Jimi Hendrix, i Doors e i Rolling Stones, e di conseguenza anche con le loro groupies, che notò nei backstage per lo stile particolarmente ricercato. Wolman propose di dedicarci un servizio e il fondatore ed editore della rivista, Jann Wenner, decise di investire nel numero che l’avrebbe pubblicato e spese 7 mila dollari per comprare una pagina del New York Times per promuoverlo. Il numero “Le groupies e le altre ragazze” uscì nel febbraio del 1969 e ottenne il successo che Wenner si aspettava. Quarantasei anni dopo Groupies and Other Electric Ladies raccoglie quelle fotografie accompagnate dal testo originale degli articoli e da nuove interviste e commenti.
Alcune foto di groupies pubblicate nel libro di Wolman, con le loro storie:
Nelle foto di Wolman, le groupies sono vestite in modo molto elaborato e teatrale, con fiori, pellicce, accessori di pelle, boa di piume e molto trucco. Il fotografo ha raccontato al New York Times che «La cosa che ho notato immediatamente di queste donne è che avevano passato molto tempo a vestirsi in un modo che era così creativo da non crederci. Mischiavano vestiti attuali con abiti antichi per creare qualcosa di davvero nuovo. Non erano mezze nude per attirare l’attenzione degli uomini. Si vestivano per dare spettacolo». Il New York Times scrive anche che il loro modo di vestire ha influenzato il mondo della moda, contribuendo alla nascita dello stile vintage-rock che oggi, fa notare lo stilista Phillip Bloch, è ripreso da molti stilisti, come Anna Sui, Catherine Malandrino e Mary-Kate e Ashley Olsen: «C’erano pelle, boa, fronzoli. Stravaganza e colore. Indossavano un abito vittoriano con gli stivali. O pantaloni di velluto con scarpe maschili. Creavano un miscuglio molto eclettico per dire: “Noi rompiamo le regole”». E spesso la loro influenza sulle rockstar era notevole anche nei costumi di scena o nei loro abiti in generale.
Il servizio di Rolling Stone spiegava anche il complesso mondo groupies e delle altre donne che gravitavano attorno ai musicisti, distinguendo tra le groupies vere e proprie – una sorta di élite con un ruolo importante nella definizione della cultura rock degli anni ’70 – e quelle che invece erano «di un rango inferiore». Richald Goldstein, un autorevole critico della musica rock, spiega che le vere groupies avevano una reputazione molto alta: «Erano state scelte, ma anche loro avevano scelto. I musicisti venivano selezionati da loro. Era una mutua trasmissione di prestigio attraverso il sesso». Come ha raccontato Wolman al Guardian, alcune groupies sapevano di musica più dei cantanti stessi.
Quando uscì il numero di Rolling Stone, non tutte le groupies furono entusiaste del modo in cui vennero descritte: Sally Mann (il suo vero nome è Sally Romano), che oggi è un avvocato e al tempo era la fidanzata del batterista della band Jefferson Airplane, ha detto al New York Times di aver sempre odiato la parola groupie: «È una parola stupida. E nell’articolo sembravo una completa imbecille», ma ha apprezzato il lavoro di ricostruzione del libro di Wolman e le sue foto. Una delle groupie più famose è Pamela Des Barres, conosciuta come “La Regina delle groupies”, a cui si ispira per esempio il personaggio di Penny Lane nel film “Quasi Famosi” di Cameron Crowe, del 2000. Ha raccontato che lei e le altre groupies erano simili a muse: «Non si trattava solo di andare a letto con gli artisti, ma stare attorno alla forza creativa. Capivamo e apprezzavamo la loro musica, quindi ci volevano intorno». Des Barres era anche membro del gruppo californiano di groupies creato intorno al musicista Frank Zappa, il GTO, acronimo di Girls Together Only, che si esibì in alcuni concerti e pubblicò anche un disco, Permanent Damage (1969).