Guida agli attentati di Parigi
Tutte le cose fondamentali da sapere sulla strage e quello che è successo dopo, aggiornate e in ordine
1. Cosa è successo venerdì sera?
Alle 21.20 un terrorista si è fatto esplodere fuori dai cancelli dello Stade de France a Saint-Denis, un comune poco fuori Parigi, a nord: aveva cercato di entrare allo stadio, era stato respinto ai controlli ed era scappato. L’esplosione ha ucciso una persona. Allo stadio si stava giocando un’amichevole tra Francia e Germania, tra il pubblico c’era anche il presidente francese Hollande.
Tra le 21.25 e le 21.36 uomini armati hanno sparato da una macchina in corsa tra il X e l’XI arrondissement, uccidendo 39 persone. Alle 21.30 un altro terrorista si è fatto esplodere fuori dallo Stade de France, senza uccidere nessuno; a quel punto Hollande è stato fatto allontanare dallo stadio. Alle 21.40 un terrorista si è fatto esplodere dentro un ristorante nell’XI arrondissement, senza uccidere nessuno. Alla stessa ora tre terroristi armati e muniti di cintura esplosiva sono entrati al Bataclan, uno storico locale di Parigi che si trova in Boulevard Voltaire, nell’XI arrondissement.
Al Bataclan si stava tenendo un concerto degli Eagles of Death Metal, con circa 1.500 persone nel pubblico. I tre terroristi sono entrati al Bataclan dall’entrata principale e hanno cominciato a sparare sulla folla. Molti spettatori sono riusciti a scappare da un’uscita di sicurezza, gli altri sono stati presi in ostaggio o uccisi. Alle 21.53 allo Stade de France un terzo terrorista si è fatto esplodere in un fast food fuori dallo stadio, senza uccidere nessuno. A mezzanotte e venti di sabato le forze speciali sono entrate nel Bataclan, dove c’erano ancora un centinaio di persone in ostaggio. Due terroristi si sono fatti esplodere, il terzo è stato ucciso dalla polizia. Al Bataclan sono state uccise 89 persone. In tutto ci sono stati 130.
2. Cosa è successo allo Stade de France?
I calciatori hanno saputo di quello che stava succedendo solo finita la partita: hanno passato la notte allo stadio, dormendo su dei materassini. La sorella del calciatore francese Antoine Griezmann era al Bataclan ma si è salvata; la cugina del francese Lassana Diarra era al Bataclan ed è morta. Nel frattempo allo stadio le file per uscire erano molto lunghe, perché la polizia permetteva di usare solo due uscite, e quindi molti spettatori si sono riversati in campo. Gli spettatori sono stati evacuati nel giro di qualche ora, alcuni uscendo hanno cantato la Marsigliese.
3. La rivendicazione dell’ISIS
Gli attentati sono stati rivendicati dall’ISIS (o Stato Islamico), un gruppo estremista islamico che negli ultimi 18 mesi ha occupato parte dell’Iraq e della Siria. L’ISIS ha diffuso un comunicato in arabo e francese nella mattinata di sabato, insieme a un messaggio audio in francese. Nella sua rivendicazione l’ISIS scrive che gli attentatori erano otto e che l’attacco è stato una rappresaglia contro la Francia, che nei mesi scorsi aveva bombardato obiettivi militari dello Stato Islamico in Siria.
Gli Eagles of Death Metal al Bataclan, prima dell’arrivo dei terroristi. (AFP PHOTO/ MARION RUSZNIEWSKI)
3. Perché proprio quel concerto?
Forse perché i proprietari del Bataclan erano ebrei, forse perché c’era semplicemente molta gente, forse per il suo pubblico giovane, bohémien e multietnico. Nella sua rivendicazione, l’ISIS spiega che Parigi è stata scelta in parte perché è la «capitale della prostituzione e dell’oscenità».
4. Cosa sappiamo dei terroristi di Parigi, in ordine
In tutto sono stati individuati finora nove attentatori, che hanno agito in gruppi da tre: un gruppo ha attaccato lo Stade de France, un altro il Bataclan e un altro ha sparato contro diversi locali e bar del X e dell’XI arrondissement. Dei nove terroristi, sette sono morti mentre altri due sono ancora ricercati.
Cosa sappiamo e cosa non sappiamo dei terroristi di Parigi. Il grafico si ingrandisce con un clic.
5. Chi era Abdelhamid Abaaoud
Abdelhamid Abaaoud era un cittadino belga considerato da molti l’uomo che ha progettato gli attentati di Parigi. Abaaoud – che aveva origini marocchine e ha 27 o 28 anni – aveva fatto parte di una rete terroristica a Verviers, in Belgio, smantellata all’inizio del 2015 ed era comparso in alcuni video dell’ISIS girati in Siria, tra le altre cose. Abaaoud era stato collegato agli attentati di Parigi per diversi motivi. Era stato in contatto con Ismaël Omar Mostefaï, uno degli attentatori suicidi identificati dalla polizia francese, e con i fratelli Abdeslam. Abaaoud è stato ucciso nell’operazione di polizia di mercoledì mattina a Saint-Denis, un comune poco distante da Parigi: era cresciuto a Molenbeek, il quartiere di Bruxelles dal quale negli ultimi anni è passato un gran numero di persone coinvolte in attività terroristiche.
6. Cos’è Molenbeek
Molenbeek è un quartiere a ovest del centro di Bruxelles a cui sono legati l’attentato al Museo Ebraico di Bruxelles del maggio 2014, la cellula jihadista di Verviers che stava organizzando attentati in Europa smantellata nel gennaio del 2015 e l’attentato fallito sul treno francese dell’agosto 2015. Da Molenbeek erano anche partiti i due terroristi che due giorni prima dell’11 settembre 2001 uccisero il militare e politico afghano Ahmed Shah Massoud, principale oppositore del regime dei talebani; e qui avevano vissuto due dei protagonisti degli attentati di Madrid del 2004. A Molenbeek è collegato anche l’attacco al supermercato kosher di Parigi successivo all’attentato contro la redazione di Charlie Hebdo, all’inizio di gennaio: Amedy Coulibaly, l’uomo che uccise quattro ostaggi nel supermercato e che era un simpatizzante dell’ISIS, aveva comprato le armi usate nell’attacco a Molenbeek. Gli investigatori hanno già trovato legami tra gli attacchi di Parigi e Molenbeek.
7. C’era un rifugiato siriano tra i terroristi di Parigi?
Un passaporto è stato trovato vicino al corpo del primo terrorista che si è fatto esplodere fuori dallo Stade de France. Sul passaporto c’era il nome di un cittadino siriano che sembra essere passato dalla Grecia nei primi giorni di ottobre, come un rifugiato. Il passaporto è probabilmente falso: riporta il nome di un soldato siriano morto mesi fa, e in un campo profughi serbo è stato trovato un uomo con un passaporto identico a quello trovato a Parigi. Non è chiaro se le impronte digitali prese dalla Grecia corrispondano a quelle dell’attentatore ancora non identificato vicino a cui è stato trovato il finto passaporto siriano, anche se lunedì un pubblico ministero francese ha detto che ci sono “somiglianze”. Anche se le impronte digitali dovessero corrispondere, non è ancora chiaro se l’uomo in questione fosse davvero siriano. Martedì le autorità francesi hanno fatto circolare una foto segnaletica in cui chiedevano di aiutare a identificare l’attentatore, ancora senza nome. Gli attentatori identificati fin qui sono tutti europei.
La foto senza data diffusa dalla Grecia domenica 15 novembre.
8. Le reazioni dei leader mondiali
La Francia per tre notti consecutive ha bombardato Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico. Il presidente francese Hollande ha dichiarato tre mesi di stato di emergenza e il governo francese sta cercando di estenderlo ulteriormente; nel frattempo sono stati ripristinati i controlli alle frontiere. Hollande ha chiesto – e ottenuto, fin qui – sostegno anche all’Unione Europea e alla Russia. Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, si è detto contrario a un intervento militare in Siria: «Supponiamo di mandare 50.000 soldati a combattere in Siria. Cosa facciamo quando poi avviene un attentato terroristico progettato in Yemen? Mandiamo soldati anche lì? E anche in Libia, magari?».
9. Le altre indagini
Da venerdì notte a oggi sono state fatte centinaia di operazioni di polizia, tra perquisizioni, interrogatori e arresti, in Francia, in Belgio e in Germania. Soltanto nella notte tra martedì e mercoledì – e soltanto in Francia – sono state fatte 118 perquisizioni; 25 persone sono state fermate e 34 armi sono state sequestrate. L’operazione più significativa è stata condotta mercoledì all’alba a Saint-Denis: due sospetti terroristi sono morti, sette sono stati arrestati. Non è ancora nota la loro identità.
10. Le notizie false
In questi giorni sono circolate moltissime notizie false, sui social network, sulla stampa internazionale e su quella italiana. Non è vero che una guardia musulmana ha sventato l’attentato allo Stade de France, per esempio. Non è vero che i soldati francesi hanno scritto “From Paris with Love” sulle bombe sganciate su Raqqa e non è vero – al momento – che le bombe su Raqqa hanno ucciso civili. Non è vero, per quel che ne sappiamo, che i terroristi hanno organizzato gli attentati comunicando con delle Playstation 4. Nessun terrorista, per quel che ne sappiamo, ha pubblicato suoi selfie online prima delle stragi. Non è vero che nel campo profughi di Calais i migranti hanno appiccato un incendio per festeggiare gli attentati, né che ci siano stati festeggiamenti a Gaza. Non è vero, per quel che ne sappiamo, che un terrorista ricercato è scappato in Italia. Altre notizie false su Parigi sono elencate e smontate qui.