Google ha rifatto Google+
Il social network dai risultati fin qui deludenti è stato ripensato intorno alle funzioni più popolari tra i suoi utenti: Communities e Collections
Martedì 18 novembre, con un post sul suo blog ufficiale, Google ha comunicato di aver effettuato una serie di modifiche a Google+, il social network attivo dal giugno 2011. Le novità introdotte da Google riguardano sia l’aspetto grafico del social network che il suo funzionamento; Google dice di essersi basato sui feedback dei suoi utenti per lavorare alle nuove funzioni.
Il nuovo Google+ è costruito intorno alle due funzioni di maggior successo di Google+, Collections e Communities.
La prima funzione, Collections, permette agli utenti di raccogliere in modo tematico i post delle persone che si seguono (“politica” o “sport”, per esempio), e di rendere pubbliche per gli altri utenti queste raccolte: assomigliano molto alle liste di Twitter, per capirsi. Communities, invece, permette di aggiungersi a gruppi di altri utenti che vogliono discutere o condividere contenuti intorno a un preciso argomento: è una funzione che assomiglia in qualche misura a un forum tematico e che, dice Google, ha avuto molto successo tra gli utenti del social network (ogni giorno ci sono 1,2 milioni di nuovi iscritti).
Dal punto di vista grafico, le novità riguardano la schermata iniziale degli utenti di Google+, alcuni aggiornamenti tipografici e una maggior cura per la versione mobile del social network. Le nuove funzioni e le novità grafiche dovrebbero essere disponibili a partire già da oggi e agli utenti che effettueranno il log in verrà chiesto se vogliono usare la nuova o la vecchia versione del social network. Qualcuno ha tuttavia notato che la possibilità di scegliere la versione nuova non viene offerta ancora a tutti gli utenti.
Google+ è stato lanciato nel giugno del 2011 e avrebbe dovuto essere, in una certa misura, la risposta di Google a Facebook. Le cose tuttavia non sono andate molto bene: Google+ ha sempre faticato ad attrarre nuovi utenti e a convincerli a passare del tempo lì invece che su Facebook o Twitter e nel tempo è diventato il simbolo del fallimento dei tentativi di Google di contrastare il dominio di Facebook nel settore dei social network.