Chi era Abdelhamid Abaaoud
Chi era il cittadino belga sospettato di avere progettato gli attentati di Parigi e che è stato ucciso mercoledì dalla polizia francese a Saint-Denis
Abdelhamid Abaaoud,cittadino belga considerato da molti l’uomo che ha progettato gli attentati di Parigi, è morto durante l’operazione di polizia avvenuta la mattina di mercoledì 18 novembre a Saint-Denis. Nell’operazioni sono morti due dei sospettati terroristi, tra cui Abaaoud, e sono state arrestate 8 persone. La morte è stata confermata giovedì dal procuratore di Parigi, François Molins, che in una conferenza stampa tenuta mercoledì sera aveva detto che Abaaoud non era fra gli arrestati ma non aveva né confermato né negato che potesse essere uno dei due morti. Il coinvolgimento di Abaaoud negli attentati di Parigi non è stato confermato dalle autorità, ma diversi siti di news hanno scritto di avere parlato con funzionari di polizia che hanno detto che le indagini si stanno concentrando su di lui. Abaaoud – che ha origini marocchine, e aveva 27 o 28 anni – era già noto alla polizia di diversi paesi europei: aveva fatto parte di una rete terroristica a Verviers, in Belgio, smantellata all’inizio del 2015 ed era comparso in alcuni video dell’ISIS girati in Siria, tra le altre cose. Finora, comunque, era sempre riuscito a scappare.
Abaaoud è stato collegato agli attentati di Parigi per diversi motivi. Era stato in contatto con Ismaël Omar Mostefaï, uno degli attentatori suicidi identificati dalla polizia francese, ed era cresciuto a Molenbeek, il quartiere a ovest del centro di Bruxelles dal quale negli ultimi anni è passato un gran numero di persone coinvolte in attività terroristiche. Per esempio a Molenbeek Abaaoud aveva avuto legami con Ibrahim Abdeslam, l’attentatore suicida che si è fatto esplodere di fronte a un ristorante di Parigi, e con il fratello Salah, tuttora ricercato dalla polizia (Abaaud e Ibrahim erano rimasti coinvolti in alcune indagini della polizia belga tra il 2010 e il 2011). Ad agosto Abaaoud aveva anche parlato a un cittadino francese da poco tornato dalla Siria di un piano per un attacco a una “sala concerti”: l’attentato più grave tra quelli compiuti a Parigi venerdì è stato al Bataclan, un teatro dove si stava tenendo un concerto di una band californiana.
Abdelhamid Abaaoud. (Foto tratta da un video di YouTube)
Il New York Times ha raccontato che da giovane Abaaoud era più interessato a piccoli furti e alla droga che all’Islam, soprattutto nella sua interpretazione più rigida adottata dai salifiti. La famiglia di Abaaoud, originaria del Marocco, non aveva grossi problemi economici: il padre era il proprietario di un negozio di vestiti a Molenbeek. Nonostante fin da giovane si fosse trovato a denunciare le discriminazioni subìte dai musulmani in Europa, Abaaoud non rinunciava ai privilegi di cui poteva beneficiare grazie alla sua situazione famigliare, tra cui l’ammissione alla scuola cattolica Collège Saint-Pierre d’Uccle, in un quartiere residenziale di Bruxelles. Alla scuola rimase però solo un anno (non è chiaro se fu bocciato o se fu allontanato per alcuni suoi comportamenti discutibili); poi cominciò a frequentare più assiduamente un gruppo di amici di Molenbeek, tra cui i due fratelli Abdeslam coinvolti negli attentati di Parigi.
Negli ultimi due anni è stato legato a diversi tentati attacchi terroristici sia in Francia che in Belgio, per esempio all’attentato sventato da tre americani sul treno veloce Amsterdam-Parigi quest’estate. Il livello del suo coinvolgimento nei diversi attacchi non è stato specificato dalle autorità, che in molti casi stanno ancora indagando sui singoli episodi. A luglio del 2015 un tribunale di Bruxelles lo aveva condannato a 20 anni di carcere per essere stato riconosciuto come il capo di una rete terroristica messa in piedi nella città di Verviers. Il Washington Post ha raccontato come fu scoperta la rete di Veviers e come Abaaoud riuscì a sfuggire all’arresto:
«I terroristi “homegrown” stavano progettando di uccidere dei funzionari di polizia e avevano discusso del loro piano al telefono con un superiore ad Atene – un uomo belga che le autorità credevano essere il burattinaio degli sforzi dello Stato Islamico per terrorizzare l’Europa. Sulla base di una richiesta dell’intelligence belga, i funzionari greci fecero un’operazione in un appartamento nel quartiere Pangrati, abitato dalla classe media, ad Atene, arrestando una persona e sequestrando un cellulare usato per la chiamata da cui era partito tutto. Ma le analisi delle impronte digitali rivelarono presto che i greci avevano preso l’uomo sbagliato. Ancora una volta, Abdelhamid Abaaoud era riuscito a non farsi beccare dall’intelligence europea».
Alcuni funzionari europei citati dal Washington Post hanno detto di credere che Abaaoud fosse arrivato in Siria tra il 2013 e il 2014 e che da allora fosse tornato più volte in Europa. Abaaoud, col tempo, era diventato un personaggio noto all’interno dell’ISIS: nel febbraio 2015 una sua intervista è finita per esempio su Dabiq, la rivista ufficiale dello Stato Islamico. Tra le altre cose, in quell’intervista Abaaoud disse, riferendosi allo scampato arresto di Verviers: «Allah li ha resi ciechi e io sono stato in grado di scappare e tornare in Siria, nonostante fossi inseguito da molte agenzie di intelligence europee». Secondo fonti citate da alcuni giornali americani, negli ultimi mesi Abaaoud era stato uno degli obiettivi degli attacchi aerei occidentali in Siria. Il New York Times ha scritto che la scorsa primavera alla famiglia di Abaaoud fu comunicata la notizia – poi smentita – che Abaaoud era stato ucciso combattendo per l’ISIS. Ricevuta l’informazione, i famigliari di Abaaoud festeggiarono: sua sorella più grande, Yasmina, disse: «Stiamo pregando affinché Abdelhamid sia davvero morto». Omar, Abaaoud, il padre di Abaaoud, raccontò che si era unito a una causa portata avanti dalla procura belga contro Abaaoud per avere reclutato per l’ISIS il figlio 13enne, Younes (il fratello di Abaaoud), e di averlo portato con lui in Siria a combattere. Omar ai tempi disse: «Non ce la faccio più. Sto prendendo delle medicine. [Abaaoud] ha distrutto le nostre famiglie. Non voglio vederlo mai più».
Il Wall Street Journal ha scritto che Abaaoud era l'”emiro della guerra” dell’ISIS. Un attivista di Deir Ezzour, una provincia orientale della Siria, ha detto che Abaaoud ha ottenuto l’incarico di alto comandante militare direttamente da Abu Mohammed al Adnani, il portavoce dell’SISI conosciuto per avere diffuso un messaggio audio che invitava i militanti a uccidere gli americani e gli europei .