La strage in Nigeria
Martedì sera è esplosa una bomba vicino al mercato di Yola, città nel nord-est del paese: sono morte almeno 30 persone e ci sono decine di feriti
Martedì sera c’è stata un’eplosione a Yola, città nel nord-est della Nigeria: l’agenzia di stampa Reuters, citando la Croce Rossa, parla di almeno 30 morti e di decine di feriti (almeno 80). La polizia locale non ha ancora fornito dati ufficiali né dettagli su quello che è successo. L’esplosione è avvenuta verso le 20 ora locale in una stazione vicino al mercato ortofrutticolo principale della città, mentre i commercianti stavano chiudendo. Alcuni testimoni hanno detto di aver contato otto ambulanze arrivate sul posto per trasportare i feriti in ospedale. L’attacco non è stato ancora rivendicato. Il presidente del paese, Muhammadu Buhari, era stato in visita a Yola qualche giorno fa dichiarando che l’organizzazione terroristica Boko Haram era ormai vicina alla sconfitta. Facebook ha attivato la sua funzione Safety Check per le persone che si trovavano a Yola.
Yola si trova nello stato settentrionale di Adamawa, una delle zone più interessate dalla guerriglia di Boko Haram. Quest’anno la città è stata colpita da diversi attentati: l’ultimo è avvenuto all’interno di una moschea lo scorso ottobre; lo scorso giugno era esplosa una bomba al mercato e erano morte più di trenta persone. Ma l’esplosione di oggi è stata la prima del mese in tutto il paese: il Guardian scrive quindi che la strategia dell’esercito di tagliare le linee di rifornimento degli islamisti e di colpire i loro campi sta dando i suoi frutti.
Nonostante l’attacco di oggi non sia stato rivendicato, i principali siti di news internazionali citano Boko Haram. Da diversi mesi l’esercito nigeriano, insieme agli eserciti di Ciad e Niger, ha cominciato una più intensa azione militare contro Boko Haram riuscendo a riconquistare alcuni territori nel nord-est della Nigeria. Il presidente nigeriano Muhammadu Buhari, che ha preso il posto di Goodluck Jonathan dopo le elezioni di fine marzo 2015, ha confermato di considerare la guerra contro Boko Haram una delle priorità della sua presidenza.
Negli ultimi sei anni i miliziani di Boko Haram hanno ucciso migliaia di persone in Nigeria – 17mila secondo Amnesty International – e hanno costretto un milione e mezzo di persone a lasciare le loro case. I miliziani del gruppo, a quanto se ne sa, stanno tenendo ancora in ostaggio molte donne e bambine, tra cui le 219 studentesse rapite nell’aprile del 2014 alla scuola di Chibok. Secondo l’Institute for Economics and Peace, un’organizzazione creata dall’imprenditore australiano Steve Killelea che monitora la situazione di 162 paesi del mondo, Boko Haram «è il gruppo terrorista che nel 2014 ha causato più morti»: 6.644 persone contro i 6.073 dell’ISIS. L’obiettivo di Boko Haram è quello di creare un califfato islamico nel nord-est della Nigeria: all’inizio di marzo di quest’anno Boko Haram si è affiliato allo Stato Islamico (o ISIS).