Le foto degli scontri a Seul, in Corea del Sud
Decine di migliaia di persone hanno protestato contro Ia proposta del governo di sostituire i libri di storia per le scuole medie e superiori con dei libri "statali" uguali per tutti
Il 14 novembre a Seul, la capitale della Corea del Sud, alcune decine di migliaia di persone hanno manifestato contro la presidente coreana Park Geun-hye: ci sono stati scontri tra i manifestanti e la polizia, e gli agenti hanno usato tra le altre cose idranti e gas lacrimogeni per disperdere la folla. Il New York Times ha scritto che dopo gli scontri la polizia sudcoreana ha arrestato 51 manifestanti, ma il numero potrebbe crescere. I manifestanti protestavano soprattutto contro la proposta del governo guidato da Park di cambiare dal 2017 i libri di storia usati nelle scuole medie e superiori: il governo sudcoreano vorrebbe introdurre libri “statali”, uguali per tutti.
I nuovi libri scolastici di storia non sono ancora stati scritti: secondo i manifestanti l’obiettivo del governo è però quello di “ri-scrivere” il recente passato della Corea del Sud, che nel 1980 è passata dalla dittatura alla democrazia dopo una violenta rivoluzione. Park è figlia di Park Chung-hee, il dittatore che ha guidato la Corea del Sud negli anni Sessanta e Settanta e fu assassinato nel 1979 dal capo del suo servizio di sicurezza.
Tra i manifestanti – molti dei quali a volto coperto – c’erano anche i membri di associazioni e sindacati operai e contadini che si oppongono alle politiche economiche di Park: i manifestanti accusano Park di aver dato molta più libertà alle aziende sudcoreane nel licenziare i loro dipendenti. Dalla mattina del 14 novembre, Park non è però in Corea del Sud: è partita per andare in visita ufficiale nelle Filippine e per partecipare al G20 che si sta tenendo in Turchia. Kim Sung-soo, portavoce del principale partito d’opposizione della Corea del Sud, ha criticato «l’eccessiva violenza» usata dalla polizia nei confronti dei manifestanti.