Due parenti del presidente del Venezuela sono stati arrestati
Gli Stati Uniti li accusano di essere coinvolti nel contrabbando di 800 chili di cocaina
Martedì 10 novembre due familiari del presidente del Venezuela Nicolás Maduro sono stati arrestati con l’accusa di essere coinvolti nel contrabbando di 800 chilogrammi di cocaina negli Stati Uniti. Efrain Antonio Campo Flores ha 29 anni e si è presentato alle autorità come il figliastro della moglie di Maduro, Cilia Flores; Francisco Flores de Freitas ha detto invece di essere nipote del presidente. Entrambi sono stati arrestati a Port-au-Prince, Haiti, dalla polizia locale, consegnati agli agenti della Drug Enforcement Administration (l’agenzia federale antidroga degli Stati Uniti) e portati in aereo a New York.
Il Wall Street Journal, citando una persona a conoscenza del caso, scrive che a ottobre Efrain Antonio Campo Flores e Francisco Flores de Freitas avevano contattato un intermediario in Honduras per far transitare 800 chilogrammi di cocaina dall’aeroporto di una piccola isola del paese, Roatan. Questo intermediario era un informatore della DEA e ha registrato i diversi colloqui con i due uomini che durante una delle loro visite avevano anche portato con sé un chilo di cocaina per testimoniare la qualità della loro merce.
I pubblici ministeri di New York, Washington e Miami hanno in corso diverse indagini sul presunto narcotraffico e riciclaggio di denaro che coinvolge militari venezuelani, polizia, funzionari del governo e politici, compreso Diosdado Cabello, presidente dell’Assemblea Nazionale del paese, che è considerato il secondo uomo più potente del Venezuela. Dallo scorso anno, gli Stati Uniti hanno revocato il visto ad almeno 56 venezuelani per accuse che hanno a che fare con il traffico di droga e la corruzione: tra loro ci sono banchieri e finanzieri le cui identità non sono state però rese pubbliche. Il Wall Street Journal scrive anche che Cilia Flores è una figura molto conosciuta nel paese: prima del matrimonio con Maduro, nel 2013, era stata presidente dell’Assemblea Nazionale e molti dei suoi familiari sono stati nominati in importanti posizioni di governo.
Le autorità degli Stati Uniti indicano da tempo il Venezuela come principale punto di transito per la cocaina che proviene dalla Colombia. Il Venezuela nega invece sistematicamente le accuse dicendo che si tratta di operazioni per destabilizzare il governo di sinistra del paese. Maduro, erede politico di Hugo Chávez ed esponente del Partito Socialista Unito (PSUV), ha vinto le elezioni presidenziali nell’aprile del 2013 e da allora ha governato per decreto, potendo creare le leggi senza l’approvazione del Parlamento.
La notizia degli arresti complica ulteriormente la posizione del presidente Nicolas Maduro in vista delle elezioni del prossimo 6 dicembre. Il Venezuela è da tempo in crisi economica e ciclicamente si verificano carenze di alcuni prodotti di prima necessità con immagini ormai familiari di lunghe code fuori dai supermercati. In settimana il principale partito di opposizione ha denunciato Maduro per crimini contro l’umanità davanti alla Corte penale internazionale (Cpi) dell’Aia, per la dura repressione delle proteste antichaviste scoppiate nel febbraio del 2014 e che hanno causato decine di morti. Il documento fa riferimento ad attacchi “sistematici” per indebolire “il dissenso o la semplice critica al governo”, si parla di “omicidi, torture, detenzioni illegali, persecuzioni” e di “trattamenti inumani”. Dopo gli arresti dei due familiari di Maduro le opposizioni al governo hanno chiesto le dimissioni del presidente e all’Assemblea Nazionale del Venezuela di indagare al più presto sulla situazione.