Cos’è Stonehenge?
Il New York Times ha pubblicato un resoconto delle ultime teorie sulle origini e l'utilizzo del famoso sito neolitico con le pietrone
Il New York Times ha recentemente riassunto in un articolo diverse teorie molto distanti e discusse ancora oggi sull’origine di Stonehenge, il misterioso e celebre complesso preistorico di pietre situato nel sud dell’Inghilterra. Di Stonehenge oggi sappiamo più cose che in passato – per esempio che è stato costruito circa 5000 anni fa, e che faceva probabilmente parte di un complesso più ampio – ma il motivo per cui è stato costruito e come è stato utilizzato nei secoli non è ancora chiaro, nonostante decenni di scavi archeologici e ricerche.
Secondo l’archeologo britannico Michael Parker Pearson, che insegna allo University College di Londra e che a ottobre ha collaborato a un nuovo studio su Stonehenge pubblicato sulla rivista Antiquity, Stonehenge era un complesso funerario utilizzato dagli abitanti di un vicino villaggio. Vincent Gaffney della University of Bradford, che a settembre ha detto di avere scoperto un enorme circolo di 90 pietre vicino Stonehenge, sostiene invece che Stonehenge fosse solamente una parte di un sito molto più ampio – i siti di enormi pietre chiamate “monoliti” collegati a insediamenti primitivi sono comuni nella zona – e che la sua funzione funebre fosse insomma secondaria. Altri ancora credono che Stonehenge fosse un luogo ritenuto magico e dai poteri curativi: e che quindi in un certo senso fosse un luogo “per vivi” e non per ricordare i morti. La situazione di Stonehenge è molto rara, come dimostra il fatto che ancora oggi possano esistere teorie così diverse sulle sue origini e sul suo utilizzo.
Cosa sappiamo per certo
Sappiamo diverse cose, in realtà, ma nessuna è decisiva per capire in che modo quel luogo fosse esattamente utilizzato dai suoi costruttori. Oggi il circolo di Stonehenge è composto da 93 pietre e da molti secoli probabilmente si trova più o meno nelle stesse condizioni: è stato infatti abbandonato più o meno nel 1600 a.C., più di 3500 anni fa. Il primo circolo di pietre è stato invece posato probabilmente nel 3000 a.C. Le pietre verticali che formano il monumento vero e proprio – e che sono alte fino a 4 metri e mezzo – sono però state innalzate nel 2500 a.C. Da quel momento fino al 1600 sono state attestate varie fasi di costruzione.
Ci sono però testimonianze che indicano che il sito è molto più antico: proprio accanto al complesso circolare di pietre sono state scavate delle buche che contenevano probabilmente insegne religiose di legno. In base ai materiali ritrovati in fondo a queste buche, è stato stimato che risalgano a un periodo compreso fra l’8000 e il 7000 avanti Cristo. Non è l’unica traccia di insediamenti precedenti al monumento: nell’ottobre del 2015 ad alcuni chilometri da Stonehenge sono stati ritrovati alcuni insediamenti provvisori risalenti al 4300 a.C. mentre il Durrington Walls, un villaggio neolitico noto da decenni a pochi chilometri da Stonehenge, fu abitato dal 3500 a.C. circa.
Le teorie
La teoria di Pearson si basa sostanzialmente su scavi effettuati al villaggio neolitico di Durrington Walls, dove secondo Pearson vivevano le persone che hanno costruito il sito, e che gestivano una specie di “luogo sacro”. Spiega il New York Times:
Secondo Pearson, la gente arrivava da posti vicini e lontani in occasione di qualche festività. A riprova di questo fatto, Pearson spiega che un’analisi della dentatura di bestiame ritrovato a Durrington Walls ha mostrato nelle ossa diversi isotopi di stronzio, che variano a seconda della zona dove l’animale si abbeverava. Secondo Pearson, è la prova che gli animali venivano allevati altrove e solo in un secondo momento portati a Durrington Walls. Secondo la teoria di Pearson, Durrington Walls era “la terra dei vivi”, cosa segnalata anche dal fatto che vicino ad esso c’era un cerchio di pali di legno. Stonehenge, col suo cerchio di pietre, rappresentava invece “la terra dei morti”. Secondo lui gli antenati dei britannici si radunavano a Durrington Walls per banchettare e poi facevano una processione fino a Stonehenge per onorare i propri antenati.
Gaffney non è d’accordo, e sostiene che Stonehenge faccia parte di un complesso ancora più grande e dalla funzione ancora sconosciuta. Pearson però contesta le scoperte di Gaffney spiegando che alcune delle pietre del nuovo complesso sono semplicemente delle buche riempite in un secondo momento di gesso. Pearson ha detto di aver discusso con Gaffney di questa possibilità, e che nel 2016 «scaveremo una buca per risolvere la questione una volta per tutte».
Altri esperti, come Timothy Darvill della Bournemouth University, credono invece che Stonehenge fosse ritenuto “magico”: una specie di santuario di Lourdes dell’antichità. Più o meno sulla stessa linea di pensiero è David Jacques della University of Buckingham, l’archeologo che in ottobre ha scoperto il villaggio risalente al 4300 a.C. Secondo Jacques, il villaggio rappresenta «il primo capitolo sconosciuto di Stonehenge», e che in generale «stiamo iniziando a capire che questo è un posto speciale, dove accadono cose speciali».