Una vita da Richard Burton
Alcol, Liz Taylor, sette nomination all'Oscar senza vincerlo mai, Liz Taylor: e un grande album di belle foto
Richard Burton è stato uno dei più popolari attori di cinema e di teatro del Novecento, ricordato soprattutto per le sue interpretazioni nelle tragedie di Shakespeare e per essere stato Marco Antonio nel colossal “Cleopatra” del 1963, in cui recitò come protagonista Liz Taylor: che sarebbe poi diventata sua moglie (la seconda di quattro). Burton era nato il 10 novembre di 90 anni fa: la sua carriera di “divo” dei tempi in cui c’era quell’epica forma di divismo, fu però rovinata da un serio problema di alcolismo, che gli impedì di mantenere le aspettative iniziali e rese le sue debolezze e volubilità discusse quanto le sue qualità di attore.
Richard Walter Jenkins – che divenne Burton quando decise a 18 anni di prendere il cognome del suo insegnante Philip B. Burton – era nato il 10 novembre del 1925 a Pontrhydyfen, in Galles, dodicesimo di tredici tra fratelli e sorelle. Il padre lavorava in una miniera di carbone, la madre morì quando Burton aveva due anni. Fu quindi allevato dalla sorella maggiore e da suo marito, ed erano rarissime le occasioni in cui suo padre gli facesse visita. Durante gli anni scolastici si interessò molto alla letteratura inglese, accompagnato da una notevole capacità di memorizzare testi di vario tipo. Burton si affezionò molto al suo maestro Philip H. Burton, il quale cercò di adottare il ragazzo, ma non ci riuscì perché la differenza tra i due era inferiore a quella stabilita dalle leggi per le adozioni.
Nella tarda adolescenza Burton entrò a far parte degli “Air Training Corps”, un’organizzazione giovanile gestita dall’aviazione militare britannica (RAF) per preparare i suoi futuri piloti. Tra il 1944 e il 1947 lavorò come navigatore sugli aerei da guerra, non potendo pilotarli per difetti alla vista. Tra la fine degli anni Quaranta e i primi Cinquanta, Burton partecipò ad alcune rappresentazioni teatrali e recitò per diversi programmi radio della BBC. Dopo la Seconda guerra mondiale si trasferì a Londra per dare maggior senso e continuità alla sua carriera da attore: partecipò alle riprese di alcuni film e sul set di uno di questi conobbe la sua prima moglie, Sybil Williams, con la quale ebbe due figlie prima di divorziare nel 1963, quando divenne nota la sua storia d’amore con la collega Liz Taylor.
Burton lavorò molto anche in teatro, ottenendo critiche molto favorevoli per le sue interpretazioni nelle tragedie di Shakespeare. La sua fama crebbe e, grazie a qualche raccomandazione nell’ambiente, Burton riuscì a fare il grande passo e a diventare un attore di Hollywood nei primi anni Cinquanta. Richard Burton ebbe una parte importante in “Mia cugina Rachele” con cui ottenne subito la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista. Non vinse il premio, prima volta di sei successive.
Nel 1953 ottenne un altro grandissimo successo con il film “La tunica”, interpretando il ruolo di Marcello Gallio, in origine pensato per Tyrone Power: il grande interesse suscitato era anche dovuto al fatto che si trattava della prima produzione della storia in CinemaScope, un formato che permetteva di ottenere fotogrammi con un largo campo visivo. Negli anni Sessanta tornò a lavorare con maggior frequenza per il teatro, ricevendo diversi premi per le sue rappresentazioni a Broadway, come “Camelot” con Julie Andrews.
I film seguenti alla “Tunica” furono invece piuttosto deludenti, fatta eccezione per “La notte dell’iguana” del 1964, in cui recitava nel ruolo di un uomo spretato che in Messico cerca di rimettere in sesto la sua vita. Nello stesso anno Burton sposò Elizabeth Taylor a Montreal, in Canada. Dopo la cerimonia Taylor disse “sono così contenta da non poterci credere, questo matrimonio durerà per sempre”: i due divorziarono dieci anni dopo, si risposarono poco dopo, e divorziarono di nuovo, diventando allora un simbolo mondiale dei grandi amori tormentati; Liz Taylor si sarebbe risposata poi altre due volte (per un totale di sette).
La relazione tra i due era iniziata durante le riprese molto travagliate del film “Cleopatra”, destinato a diventare il film più costoso mai prodotto da 20th Century Fox fino a quel momento: 40 milioni di dollari dell’epoca. La loro vita privata finì sotto la costante attenzione dei media e dell’opinione pubblica, anche con la complicità della stessa Fox che cercò di ottenere più pubblicità possibile per il suo colossal.
Per assecondare i suoi stili di vita piuttosto costosi e quelli della moglie, Burton nei Settanta accettò parti in film spesso scadenti e poco memorabili come “Barbablù” (1972), “L’uomo del clan” (1974) e “L’esorcista II – L’eretico” (1977). Nel 1977 girò comunque anche un film apprezzato dai critici, “Equus”, tratto dall’opera teatrale di Peter Shaffer, che gli valse una nuova nomination come miglior attore protagonista agli Oscar.
Finito il matrimonio con Liz Taylor, Burton si sposò con la modella e ballerina britannica Suzy Miller, che aveva lasciato il pilota di Formula 1 James Hunt proprio per Burton. La loro relazione durò dal 1976 al 1982, poi fu il turno della scrittrice Sally Hay, che rimase con lui fino alla sua morte due anni dopo. Burton ebbe per buona parte della sua vita problemi di alcolismo, tanto da rischiare la vita nel 1974: secondo una sua biografia arrivava a bere tre-quattro bottiglie di superalcolici ogni giorno. In “L’uomo del clan” faticava spesso con le battute e fu necessario cambiare alcune scene, in modo da farlo recitare seduto o sdraiato perché non riusciva a reggersi in piedi. Sviluppò una seria cirrosi, ebbe problemi renali e diversi altri malanni, ma le cose migliorarono lievemente nella seconda metà dei Settanta quando si fece disintossicare.
Richard Burton morì il 5 agosto del 1984 a 58 anni, a causa di una emorragia cerebrale, mentre si trovava nella sua residenza di Céligny in Svizzera, città in cui è sepolto.