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  • Lunedì 9 novembre 2015

L’UNESCO non ha ammesso il Kosovo come paese membro

92 paesi hanno votato a favore, 50 contro e 29 si sono astenuti; ma serviva una maggioranza di due terzi

Un'assemblea dell'UNESCO il 3 Novembre 2015, a Parigi, in Francia.
JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images
Un'assemblea dell'UNESCO il 3 Novembre 2015, a Parigi, in Francia. JACQUES DEMARTHON/AFP/Getty Images

Il Kosovo non è stato riconosciuto come paese membro dell’UNESCO, l’Organizzazione della Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura. Ci sono stati 92 voti a favore, 50 contro e 29 si sono astenuti: tuttavia è necessaria una maggioranza di due terzi (94 voti) perché un nuovo paese venga riconosciuto. Il Kosovo è stato riconosciuto singolarmente da 111 paesi da quando ha dichiarato la sua indipendenza nel 2008. Anche alcune istituzioni internazionali in questi anni hanno riconosciuto il Kosovo, tra cui Banca Mondiale e la Corte Internazionale di Giustizia. La Russia e la Serbia, che ha combattuto contro il Kosovo nella guerra del 1998-99, si sono opposte al riconoscimento del Kosovo da parte di varie organizzazioni internazionali. La Russia ha usato il suo potere di veto per impedire il riconoscimento del Kosovo come membro delle Nazioni Unite. La Serbia continua a considerare il Kosovo come una propria provincia autonoma, ma negli anni i due paesi hanno firmato alcuni accordi per normalizzare i loro rapporti. Il Kosovo ha fatto domanda per il riconoscimento dell’UNESCO lo scorso settembre: nel paese ci sono molte chiese ortodosse e il Kosovo aveva promesso il mantenimento e la protezione del patrimonio culturale serbo nel suo territorio, se fosse stato riconosciuto.

Breve storia del Kosovo

La vicenda del Kosovo è uno degli ultimi strascichi della storia della ex Yugoslavia. Terminata la sanguinosa guerra di Bosnia-Erzegovina, una parte degli albanesi kosovari (UCK) decise di usare la lotta armata per ottenere l’indipendenza dalla Serbia. Molti militanti dello UCK si resero protagonisti di violenze anche nei confronti degli altri kosovari di origine slava e di chi aveva deciso di rimanere neutrale rispetto al conflitto. La Serbia di Milosevic rispose con una dura repressione negando le istanze indipendentiste della regione. Le operazioni militari portarono a migliaia di vittime, da parte serba si parla di almeno cinquemila mentre per gli albanesi furono più di diecimila, e alla pulizia etnica del Kosovo: 200 mila abitazioni furono distrutte e parte della popolazione fu costretta a trovare riparo in Albania (800 mila sfollati).

Nel 1999 la NATO decise di intervenire contro la Serbia per porre fine alle violenze in Kosovo. L’operazione militare portò a molte polemiche tra la comunità internazionale e vide l’Italia in prima linea nel sostegno alle operazioni belliche grazie all’autorizzazione da parte del governo D’Alema all’utilizzo dello spazio aereo italiano per i raid della NATO sulla Serbia. I negoziati di pace consentirono al Kosovo di ottenere il riconoscimento internazionale di una forte autonomia, ma la Serbia non riconobbe quella che riteneva fosse un’indipendenza di fatto.

Nel 2008 il Kosovo dichiarò infine ufficialmente l’indipendenza in seguito al fallimento delle trattative tra Belgrado e Pristina.