In Croazia ha vinto il centrodestra
L'opposizione nazionalista è in vantaggio secondo i dati ufficiali, ma probabilmente avrà bisogno di alleati per governare
Domenica 8 novembre si è votato in Croazia per le elezioni politiche: i conteggi dei voti non sono ancora definitivi, ma i risultati ufficiali indicano che la coalizione di centrodestra (Coalizione Patriottica) guidata dall’Unione democratica croata (Hdz) di Tomislav Karamarko ha vinto ottenendo 59 dei 151 seggi del parlamento. La coalizione dei socialdemocratici del premier uscente Zoran Milanović si è fermata a 56 seggi. Secondo i primi dati, l’affluenza è stata di circa il 60 per cento. Quelle di domenica sono state le prime elezioni dopo l’adesione del paese all’Unione europea, nel 2013, e se i risultati provvisori verranno confermati l’Hdz dovrà formare una coalizione per ottenere la maggioranza dei voti in parlamento.
Karamarko ha annunciato la vittoria dicendo che la sua coalizione dovrà assumersi «la responsabilità di garantire una vita migliore in Croazia». La maggior parte della campagna elettorale, oltre che dalla crisi economica, è stata occupata dalla questione dei migranti: la Croazia si trova lungo la cosiddetta “rotta balcanica”, cioè quella rotta che dalla Turchia porta i migranti fino alla Germania, e più a nord fino ai paesi della Scandinavia. Il primo ministro uscente è stato uno dei leader dei paesi balcanici più sensibili nei confronti delle esigenze dei migranti, mentre Karamarko lo ha accusato di non aver saputo gestire efficacemente la situazione e ha proposto di schierare l’esercito ai confini e di costruire reti metalliche per impedire il passaggio dei migranti.
Un altro aspetto delle elezioni molto discusso dai giornali è il risultato del partito centrista Most, che in croato significa “ponte”. Fondato solo tre anni fa, oggi è già il terzo partito del paese e, sempre secondo i risultati parziali, ha ottenuto 19 seggi al parlamento. Vista la vittoria di misura del centrodestra, Most sarà fondamentale nella formazione di una futura coalizione di governo: le trattative post-elettorali non si annunciano comunque semplici. Durante la campagna elettorale il leader di Most, Bozo Petrov – che ha 36 anni e è sindaco della città dalmata di Metkovic – ha parlato della necessità di riforma del settore pubblico, del sistema giudiziario e dello sviluppo delle imprese e ha anche garantito – firmando un impegno scritto davanti a un notaio – che il suo partito avrebbe dato sostegno a un governo solo in cambio di un programma e garanzie precise su questi tre temi.
Sia per i conservatori di Hdz che per i socialdemocratici si tratta comunque di un risultato deludente: nelle precedenti elezioni il centrosinistra aveva vinto ottenendo la maggioranza con 80 deputati e Hdz, fino a qualche mese fa, nei sondaggi era dato in vantaggio con un margine molto più ampio rispetto agli attuali risultati (circa dieci punti percentuali in più rispetto ai socialdemocratici). Karamarko guida il partito dal 2012: l’Hdz aveva subito una pesante sconfitta elettorale alle precedenti elezioni e diversi suoi esponenti erano stati coinvolti in una serie di scandali per corruzione, compreso l’ex primo ministro Ivo Sanader. La crisi dei migranti e la situazione economica del paese hanno però contribuito alla ripresa del partito: dopo sei anni di recessione, la Croazia è tornata a crescere ma la disoccupazione rimane ferma a più del 15 per cento, il livello più alto in Europa dopo Grecia e Spagna.