I problemi di sicurezza all’aeroporto di Sharm el-Sheikh
Sono molti, riguardano sia le apparecchiature che il personale ai controlli e rendono credibile l'ipotesi di una bomba a bordo dell'aereo precipitato nel Sinai
Negli ultimi giorni si è rafforzata molto l’ipotesi che il volo russo di Metrojet precipitato il 31 ottobre nel Sinai, in Egitto, sia caduto a causa di una bomba trasportata a bordo. Le intelligence statunitensi ed europee hanno fatto trapelare su alcune agenzie di stampa internazionali che l’ipotesi della bomba è la più plausibile, e le stesse registrazioni della scatola nera del volo sembrano compatibili con questa ricostruzione. Inoltre, negli ultimi giorni, altre fonti di intelligence hanno parlato di alcune registrazioni intercettate tra miliziani affiliati all’ISIS (o Stato Islamico) in cui le persone coinvolte citano un attentato. Lo stesso gruppo di investigatori che si sta occupando delle indagini sul volo ha detto domenica di essere “al 90 per cento” sicuro che l’esplosione sentita nella registrazione della scatola nera dell’aereo sia stata quella di una bomba.
Reuters: Investigator says team are "90% sure" that the explosion heard on the recording from crashed Russian #Metrojet flight was a bomb
— Sky News Breaking (@SkyNewsBreak) November 8, 2015
In molti hanno anche cominciato a chiedersi come sia stato possibile portare una bomba su un aereo e hanno iniziato ad indagare sulle misure di sicurezza dell’aeroporto di Sharm el-Sheik, da dove era partito l’aereo di Metrojet. Diverse inchieste giornalistiche e le testimonianze di alcuni funzionari egiziani ed esperti internazionali sembrano confermare che non solo sarebbe stato possibile portare una bomba a bordo, ma che sarebbe stato addirittura facile.
Il New York Times, ad esempio, ha scritto che le falle nella sicurezza sono presenti in tutto il sistema aeroportuale egiziano. Venerdì all’aeroporto del Cairo i giornalisti del New York Times hanno visto un addetto allo scanner mandare un SMS mentre sul monitor davanti a lui scorrevano le immagini ai raggi X dei bagagli dei passeggeri. Un altro addetto ha preso per buona la parola di un passeggero che gli assicurava che era stato il suo cellulare a far suonare il metal detector attraverso il quale era appena passato. Poche ore dopo, all’aeroporto di Sharm el-Sheikh, i giornalisti hanno visto un dipendente entrare nella zona delle partenze saltando tutti i controlli.
Un funzionario della sicurezza nello stesso aeroporto ha raccontato ad Associated Press che i poliziotti sono pagati così poco che sono molto facili da corrompere: «Faccio fatica a dire quante volte ho trovato bagagli con dentro droga o armi che gli agenti di sicurezza avevano lasciato passare in cambio di dieci euro o poco più». Gli scanner spesso sono datati o semplicemente rotti ed è molto difficile ottenerne di nuovi. A volte vengono spenti per risparmiare sulla corrente elettrica». Un’altra falla è presente all’ingresso da cui viene fatto entrare il cibo e il carburante per gli aerei. Spesso gli agenti conosco gli autisti che fanno le consegne e li lasciano passare senza fare controlli. Molti agenti non perquisiscono amici o amici di amici perché è considerata una pratica maleducata. Magdy Salim, un ex funzionari del ministero del Turismo, ha detto ad Associated Press che gli agenti spesso evitano di controllare i passeggeri vestiti in maniera elegante e quelli che scendono da automobili costose.
Il New York Times ha scritto che diversi diplomatici e funzionari hanno raccontato in questi giorni che sono oramai anni che i paesi europei si lamentano con l’Egitto della scarsa sicurezza all’aeroporto di Sharm el-Sheik. In particolare, le critiche riguardano lo stato dei metal detector, degli scanner e dei dispositivi per rilevare gli esplosivi. Il personale, oltre ad essere poco pagato, è anche poco addestrato ed Associated Press ha scritto che almeno uno degli scanner all’aeroporto di Sharm el-Sheik si è rotto a causa della scarsa competenza del suo operatore.
Sembra però che siano stati pochi i paesi europei a intraprendere misure concrete per migliorare la situazione. Il Regno Unito ha collaborato a lungo con le forze di sicurezza egiziane, fornendo nuovi macchinari e consulenti. All’aeroporto di Sharm el-Sheik sono in vigore controlli supplementari per tutti i voli che partono per il Regno Unito e nuove misure di sicurezza sono state richieste quest’anno in seguito ad alcune minacce da parte dell’ISIS. Secondo un funzionario britannico, l’Egitto ha collaborato positivamente con il Regno Unito nell’introdurre queste nuove misure di sicurezza.