La moda dei jeans attillati sta per finire?
Se ne riparla ciclicamente, ma questa sembra davvero la volta buona
di Nora Caplan-Bricker - Slate
Lo sapevate che esiste un’agenzia che si occupa di prendere le misure della larghezza dei jeans che sfilano sulle passerelle a New York, Londra, Parigi e Milano, per prevedere quali saranno le tendenze sulla loro larghezza? Secondo il sito Quartz è proprio così e l’agenzia in questione si chiama WGSN. Quest’anno i suoi “misuratori di ampiezza” hanno dato questo verdetto: il regno dei jeans skinny – quelli molto aderenti, sia sulla gamba che alla caviglia – è finalmente arrivato alla fine.
Non è la prima volta che qualcuno annuncia la fine della strana e prolungata diffusione dei jeans skinny. La maggior parte dei modelli di pantaloni va di moda per poche stagioni, prima di venire sostituita da qualcos’altro e indossata solo per fare le pulizie o in quelle domeniche in cui si esce a malapena di casa. L’ascesa dei jeans skinny – secondo le stime più autorevoli – risale al 2005: significa che hanno successo da dieci anni.
Da quando i jeans skinny sono diventati popolari, sono diventate frequenti anche le lamentele per il modello di corpo irrealistico che proponevano e per i possibili effetti collaterali che provocano alla circolazione. Alla fine sono comunque sopravvissuti alla normale durata di una tendenza per una ragione molto semplice: alle donne, in realtà, piacciono. Bloomberg ha scritto l’anno scorso che alcune aziende, per esempio Gap, stavano cercando di inventarsi nuovi modelli di jeans, ma “le donne continuavano a comprare quelli skinny”. (Per esser corretti, pare che gli sforzi principali di Gap includessero pantaloni da tuta con cerniere o pantanloni a pinocchietto). Come ha osservato Kara Brown del sito Jezebel: «L’industria della moda è nel panico: dipende molto dall’essere in grado di vendere regolarmente alle donne un intero guardaroba nuovo, e al momento ha problemi a toglierci quei dannati jeans attilati dalle mani».
La giornalista del Guardian Paula Cocozza ha una teoria: «Con tutta la cattiva pubblicità sul loro essere adatti solo a persone magre – bisogna ammettere che il nome non aiuta (“skinny” in inglese significa ossuto, ndr) – i jeans attilati sono in realtà benevolmente elastici e sorprendentemente democratici, e si allargano comodamente per includere tutti i tipi di fondoschiena e tutti i gruppi sociali». Stanno bene praticamente con tutto: ballerine e stivali, maglioni morbidi e camicette. Secondo Cocuzza poi li indossiamo da talmente tanto tempo che sono diventati «non tanto una scelta alla moda, quanto un’impostazione predefinita. Di solito la moda non funziona così».
Ma il consueto ordine potrebbe ricostituirsi. La settimana della moda di Parigi dell’anno scorso ha sfornato capi di tendenza basandosi sulla previsione del ritorno dei jeans dritti che andavano negli anni ’90. Quest’anno i modelli visti sono andati dai jeans slim (quelli comunque stretti, ma meno aderenti degli skinny, ndr), fino a quelli ampi e/o molto larghi – ma quelli skinny non c’erano. Forse è arrivata l’ora di dire «Ciao ciao jeans skinny, ci vediamo alla prossima fermata della giostra del denim». Vi cercherò intorno al 2045.
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