Cina e Taiwan si sono parlati, a Singapore
I presidenti dei due paesi si sono incontrati per la prima volta dal 1949, per discutere dello stretto di Taiwan: non sono stati raggiunti accordi formali
Oggi a Singapore i presidenti di Cina e Taiwan, Xi Jinping e Ma Ying-jeou, si sono incontrati per la prima volta dal 1949, quando con la rivoluzione comunista il governo repubblicano della Cina fuggì sull’isola di Taiwan. Oggi, la Cina vede in Taiwan una provincia separatista che andrebbe ricongiunta al resto del paese, mentre gran parte dell’opinione pubblica dell’isola e della sua classe politica è gelosa della propria indipendenza e ostile ad un aumento dell’influenza cinese. In una conferenza stampa dopo l’incontro, Ma ha detto che i due paesi continueranno a cercare di risolvere pacificamente i conflitti che li dividono.
Il colloquio, annunciato martedì sera, ha riguardato temi molto generali come le “differenze politiche” tra i due paesi e i problemi pratici nella gestione dello stretto di Taiwan, ha detto il direttore del dipartimento per le relazioni con Taiwan della Repubblica Popolare Cinese (il nome ufficiale della Cina, mentre Taiwan si definisce “Repubblica di Cina”). Un portavoce del presidente Ma aveva detto che non sarebbero stati presi accordi formali durante la riunione. Il presidente di Taiwan ha dichiarato di sperare che l’incontro sia il primo di una serie di regolari colloqui ad alto livello tra i due paesi.
Lo stato di Taiwan è costituito dalla grande isola di Taiwan, o Formosa, e diverse isole minori, in cui abitano circa 23 milioni di persone. Taiwan è nata quando sull’isola omonima si rifugiò il capo della allora Repubblica di Cina, Chiang Kai-shek, sconfitto nel 1949 dai rivoluzionari comunisti guidati da Mao Tse-tung dopo una guerra civile durata vent’anni. Taiwan non ha mai smesso di proclamare la sua legittima autorità sull’intera Cina. Da allora le relazioni tra la Repubblica Popolare Cinese nata dalla rivoluzione e la cosiddetta “Cina nazionalista” di Formosa sono sempre rimaste aspre e bellicose, aggravate dal fatto che i due paesi hanno regimi diversi, ma molto autoritari in entrambi i paesi.
Le questioni di legittimità e protocollo sono così sentite che, per evitare incidenti, durante il colloquio i due leader si sono rivolti l’un altro utilizzando la formula “signor Xi” e “signor Ma”, invece che con il loro titolo ufficiale di “presidente” – entrambi infatti rivendicano di essere presidenti della totalità della Cina.
La Repubblica di Taiwan non è riconosciuta dalla quasi totalità dei paesi del mondo – il ruolo della Repubblica Popolare nelle relazioni internazionali ha dagli anni Settanta limitato ogni ambizione di riconoscimento – malgrado intrattenga rapporti ufficiali e commerciali con molti di essi. Un limitato allentamento delle tensioni tra i due paesi è avvenuto dal 2008, con la successiva convocazione dei primi incontri tra organismi ufficiali dei rispettivi governi.
L’annuncio della riunione di oggi ha ottenuto reazioni diverse a Taiwan, dove è tuttora fortissima la resistenza a rapporti amichevoli con la Cina comunista, e potrebbe danneggiare il presidente Ma e il suo Partito Nazionalista, il Kuomintang, che oggi sono in vantaggio nei sondaggi per le elezioni dell’anno prossimo. D’altra parte Ma potrebbe beneficiare dell’incontro in termini di ritorno di immagine. La Cina lo ritiene infatti un interlocutore più proficuo rispetto agli avversari del Partito Democratico Progressista: Ma potrebbe uscirne come un leader capace di approcci storici nella questione fondante lo stato di Taiwan.