Il caso dei motori truccati si allarga
L'EPA ha accusato Volkswagen di aver truccato anche i motori di auto più potenti, tra cui per la prima volta anche una Porsche (e questo potrebbe essere un doppio problema)
Lunedì 2 novembre l’EPA – l’agenzia statunitense per la protezione ambientale, grazie alle cui indagini era emerso il caso dei motori truccati da Volkswagen per barare nei test sulle emissioni inquinanti – ha diffuso un nuovo comunicato in cui dice di ritenere che altre 10.000 auto Volkswagen siano dotate di sistemi per barare nei test sulle emissioni. Tra le nuove auto individuate dall’EPA ci sono diversi modelli di Audi e Volkswagen e almeno un modello di Porsche. Finora Porsche non era stata toccata dallo scandalo dei motori truccati e le nuove accuse potrebbero essere un problema in più per Volkswagen: Matthias Müller, il CEO nominato per risollevare la società dai recenti problemi, era infatti il capo di Porsche. Volkswagen ha risposto alle nuove accuse dell’EPA negando che ci siano altre auto con sistemi per ingannare i test sulle emissioni.
Le nuove accuse dell’EPA si riferiscono in particolare ad alcuni modelli venduti o prodotti tra il 2014 e il 2016 con il motore diesel Volkswagen da 3,0 litri V6. Le auto con questo motore sono la Volkswagen Touareg del 2014, la Porsche Cayenne del 2015 e le Audi A6 Quattro; A7 Quattro, A8, A8L e Q5 del 2016. Fino a questo punto lo scandalo dei motori truccati aveva riguardato solo auto con motori diesel a quattro cilindri, montati su modelli più piccoli di quelli indicati dalle nuove accuse dell’EPA. Volkswagen ha negato le nuove accuse, spiegando che le nuove auto indicate dall’EPA sono semplicemente dotate di un software legale ma che non era stato adeguatamente descritto all’EPA, ai cui controlli devono essere sottoposti tutti i veicoli che vogliono essere venduti negli Stati Uniti. Volkswagen ha anche detto che non intende sospendere la vendita di questi nuovi modelli – cosa che aveva fatto invece nel caso delle precedenti accuse dell’EPA – e che comunque continuerà a collaborare con l’EPA per le indagini.
Lo scandalo dei motori truccati per abbassarne i livelli di emissioni inquinanti in fase di test è iniziato lo scorso 18 settembre, quando l’EPA accusò Volkswagen di aver barato nei test per le emissioni inquinanti e di aver venduto negli Stati Uniti migliaia di auto che di fatto inquinavano più di quanto permesso. Nei giorni e nelle settimane successive al 18 settembre sono di volta in volta aumentati i numeri dei veicoli interessati dallo scandalo Volkswagen e gli stati in cui questi veicoli sono stati venduti. Al momento – esclusi i modelli indicati dalle nuove accuse dell’EPA – le auto coinvolte sono circa 11 milioni, vendute tra il 2009 e il 2015 e appartenenti a cinque dei 12 marchi che fanno parte del gruppo Volkswagen: oltre ai 5 milioni col marchio principale, ci sono 2,1 milioni di Audi, 1,2 milioni di Skoda , 700mila Seat e 1,8 milioni di veicoli Volkswagen Trucks (quindi “veicoli commerciali”, per esempio i furgoni).
Dopo la formalizzazione delle accuse avvenuta il 18 settembre scorso, Volkswagen aveva ammesso di aver installato su molte sue auto un particolare software che riusciva ad ingannare i test sulle emissioni inquinati. Il software era in grado di attivarsi durante i test e ridurre momentaneamente le emissioni per non risultare fuori norma. Una volta in strada, le emissioni nocive erano fino a 40 volte quelle consentite dalla legge. Lo scandalo aveva portato alla fine di settembre alle dimissioni di Martin Winterkorn da CEO di Volkswagen e alla nomina di Matthias Müller – allora amministratore delegato di Porsche – al suo posto. Mercoledì 28 ottobre sono arrivati i primi importanti numeri per capire come vanno le cose per Volkswagen, che indicano una perdita di 3,48 miliardi di euro per il terzo trimestre del 2015: è la prima volta negli ultimi 15 anni che Volkswagen fa registrare un trimestre in perdita.