Un editore è stato ucciso in Bangladesh
E un altro, in un attacco separato, è stato ferito: entrambi pubblicavano libri di scrittori laici, atei e critici dell'Islam
Sabato 31 ottobre un editore di libri non religiosi è stato ucciso a colpi di ascia a Dacca, in Bangladesh: si chiamava Faisal Abedin Deepan, era il proprietario della casa editrice Jagriti Prokashony, e il suo corpo, secondo quanto riferito da un funzionario della polizia, è stato trovato nel suo ufficio. Deepan aveva presentato una denuncia alla polizia dopo essere stato minacciato di morte su Facebook. Nella giornata di sabato, sempre nella capitale, un altro editore è stato accoltellato nella sede della sua casa editrice insieme a due scrittori. Tutti e tre gli uomini sono stati ricoverati e l’editore è in gravi condizioni.
Entrambi gli editori che hanno subìto gli attacchi avevano pubblicato i libri di un importante scrittore e blogger statunitense di origine bengalese, Avijit Roy, che era stato ucciso lo scorso febbraio. Roy stava rientrando con la moglie da una fiera del libro, quando due persone in moto si erano fermate, lo avevano trascinato su un marciapiede e lo avevano colpito con un machete alla testa. Anche la moglie, Rafida Ahmed Banna, era stata picchiata, ma è sopravvissuta. Avijit Roy aveva 42 anni, era ateo ed era conosciuto soprattutto per le sue prese di posizione contro il fondamentalismo islamico. Era un ingegnere e uno scrittore e blogger naturalizzato americano di origini bengalesi che aveva fondato Mukto-Mona (Free-mind) un sito che raccoglie articoli di pensatori razionalisti, scettici e atei provenienti principalmente dal Bangladesh. Il suo libro più famoso si intitola “Il virus della fede”.
Il Bangladesh è il quarto paese del mondo a maggioranza musulmana: i musulmani sono circa il 90 per cento della popolazione, che è di oltre 160 milioni di abitanti. Oltre a Roy, nel 2015 altri tre blogger atei sono stati uccisi in Bangladesh. Negli ultimi anni, le tensioni e le violenze sono cresciute soprattutto tra scrittori laici, atei e critici dell’Islam e scrittori islamici che accusano i primi di attaccare la loro fede. Le autorità continuano però ad insistere sul fatto che i gruppi militanti internazionali, come lo Stato Islamico, non siano attivi nel paese. Gli attacchi di sabato sono stati collegati dalla polizia all’estremismo islamico nazionale e, in particolare, al gruppo locale Ansarullah Bangla.
Gli attacchi contro i due editori sono stati rivendicati da Ansar al-Islam Bangladesh, un gruppo jihadista. Altri attentati nelle ultime cinque settimane sono stati però rivendicati direttamente dall’ISIS: quello dello scorso settembre contro il cooperante italiano Cesare Tavella, quello contro un cittadino giapponese a Rangpur, all’inizio di ottobre, e quello più recente del 24 ottobre a Dacca quando nell’esplosione di tre bombe durante una processione di sciiti era morto un ragazzo e decine di persone erano rimaste ferite. Secondo Rita Katz, direttrice del sito SITE – Intelligence Group, la situazione in Bangladesh potrebbe peggiorare, a causa della crescente rivalità tra gruppi jihadisti che operano nel paese. Gli attacchi degli ultimi mesi hanno spinto varie ambasciate a diffondere avvisi di sicurezza in cui si dice che la minaccia terroristica in Bangladesh contro gli occidentali è «reale e credibile».