Il presidente di RFI è stato arrestato
Il capo di Rete Ferroviaria Italiana è agli arresti domiciliari insieme a due dirigenti del Corpo Forestale siciliano: sono accusati di aver ricevuto soldi in cambio di favori e appalti
Aggiornamento: dopo una condanna in primo grado con rito abbreviato e un’assoluzione in appello, l’assoluzione di Dario lo Bosco è stata confermata dalla Corte di Cassazione nel 2021. Dal 2023 Lo Bosco ha assunto di nuovo la carica di presidente di RFI.
La polizia di Palermo ha arrestato due dirigenti del Corpo Forestale della regione Sicilia – Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi – e il presidente di Rete Ferroviaria Italiana (RFI), Dario Lo Bosco, che è anche presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti: tutti e tre sono ora agli arresti domiciliari. RFI è una società controllata interamente da Ferrovie dello Stato che si occupa della gestione delle infrastrutture ferroviarie italiane: spiega la Stampa che Lo Bosco è accusato di aver ricevuto una tangente di quasi 60.000 euro per l’acquisto di alcuni sensori utilizzati per monitorare il transito dei treni. I due dirigenti del Corpo Forestale, sempre secondo la Stampa, sono stati arrestati per aver ricevuto alcune tangenti da un imprenditore nell’ambito di un appalto da 26 milioni di euro bandito dal Corpo Forestale siciliano.
Arresti eccellenti in Sicilia. La Polizia di Stato ha posto ai domiciliari 3 funzionari pubblici con l’accusa di concussione. Gli arrestati sono il presidente di RFI (Rete Ferroviaria Italiana), Dario Lo Bosco, nonché presidente dell’Azienda Siciliana Trasporti (AST) ed ex Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Catania, e due alti funzionari del Corpo Forestale della Regione Sicilia, Salvatore Marranca e Giuseppe Quattrocchi.
Secondo l’accusa Lo Bosco, originario di Raffadali, in provincia di Agrigento,avrebbe intascato una tangente di 58.650 euro legata ad un appalto per l’acquisto di un sensore per il monitoraggio delle corse dei treni. I due alti Funzionari del Corpo Forestale della Regione Sicilia avrebbero invecepercepito da un noto imprenditore agrigentino, diverse tangenti per evitare “intoppi” allo svolgimento dei lavori relativi ad un appalto di 26 milioni di euro bandito dal Corpo Forestale della Regione Sicilia. Marranca avrebbe percepito tangenti per oltre 149mila euro, Quattrocchi una mazzetta di 90mila.
(Continua a leggere sul sito della Stampa)