Vestire James Bond
Dietro agli smoking e ai maglioni dolce vita di 007 c'è tutto un business, racconta il Financial Times
Lunedì 26 ottobre è uscito in Regno Unito Spectre, l’ultimo film di James Bond (in contemporanea c’è stata la prima mondiale a Londra, con gli attori del cast e i reali inglesi; in Italia bisognerà aspettare fino al 5 novembre): per l’occasione Mark O’Flaherty ha raccontato sul Financial Times la storia dietro molti oggetti e vestiti che vedrete comparire nel film. Le aziende infatti si impegnano molto per far apparire i loro prodotti nelle scene o far indossare i loro capi all’agente 007, nella speranza che diventino oggetti di culto e siano associati all’immagine del personaggio: «l’uomo che ogni uomo vorrebbe essere e con cui ogni donna vorrebbe stare», ricorda O’Flaherty. Il meccanismo è quello solito del product placement, che consiste appunto nel farsi pubblicità facendo comparire un marchio in un film, una trasmissione o una serie tv. Scoprire quali sono le cifre che le aziende sono disposte a pagare per farlo non è per semplice e – scherza O’Flaherty – la discrezione dell’MI6 (per i profani: i servizi segreti britannici per cui lavora 007) è niente in confronto a quella degli accordi economici delle pubblicità.
In generale la casa cinematografica Sony, che ha prodotto il film, non discute mai dei suoi accordi di product placement, e anche in questo caso ha annullato un’intervista concessa a O’Flaherty con la costumista Jany Temime quand’è venuto fuori che si sarebbe parlato di questo. Quel poco che si sa è trapelato ad aprile per via dell’attacco informatico subito da Sony: un preventivo da cinque milioni perché Daniel Craig si facesse fotografare con il telefono Xperia, e un altro da 18 milioni per una campagna pubblicitaria legata al film.
Alcune immagini di James Bond, del film Spectre e della campagna pubblicitaria
O’Flaherty ha cercato di parlare – inutilmente – anche con Tom Ford, lo stilista statunitense che disegna i completi di James Bond dal film Quantum of Solace del 2008, e che per Spectre ha realizzato sei nuovi completi, tra cui la giacca da smoking Windsor color avorio, in vendita a 2.530 sterline (circa 3.500 euro), e i pantaloni da sera O’Connor, da 850 sterline (circa 1.150 euro). Anche Burberry – che in Spectre veste l’attore Andrew Scott nel ruolo dell’agente Max Denbigh – ha detto di non voler «sbandierare» gli accordi per il film.
Daniel Craig indossa l’orologio Omega 007 in edizione limitata
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Il Financial Times spiega che non è scontato che siano le aziende a pagare per inserire i prodotti nei film: in alcuni casi infatti sono gli stessi costumisti a rivolgersi ai marchi, commissionando o acquistando orologi, auto e vestiti. Lo stilista John Varvatos racconta per esempio che «il team di costumisti del film è venuto nel nostro negozio di Londra e ha scelto una giacca scamosciata da 595 euro. È successo e basta». Una cosa simile è accaduta a Sunspel, che fa parte del guardaroba di Bond dal film Casino Royale del 2006. Nicholas Brooke, l’amministratore delegato del marchio, ha raccontato che la costumista Lindy Hemming del film ha scelto una maglietta in archivio, che l’azienda ha poi aggiornato in uno stile contemporaneo. Aggiunge che Sunspel è molto orgogliosa di non aver dovuto pagare per far parte del film, e che Daniel Craig indossa i loro boxer (che costano circa 40 euro) ogni giorno (ma non è detto che si vedano in Spectre).
Gli accordi economici presi da Tom Ford – che negli anni è riuscito a farsi associare all’identità di 007 come altri stilisti del passato, tra cui Cyril Castle, Anthony Sinclair, Brioni e Douglas Hayward – sono invece sconosciuti ma sono certamente alti, se non altro per il costo dei vestiti messi a disposizione. Il completo due pezzi O’Connor è venduto al dettaglio a 2.240 sterline (più di 3.000 euro) e quello a tre pezzi a 3.390 sterline (circa 4.600 euro): l’azienda mette a disposizione per ogni modello 40 capi, «necessari per filmare le scene d’azione», scrive Matt Spaiser su The Suits of James Bond, un blog per impallinati di 007. Spaiser aggiunge che «Ford ha acquisito nuovi clienti tra i ricchi sfegatati di Bond, ma vende una quantità molto piccola dei vestiti che compaiono nel film».
Il vero motivo per cui Ford e le altre aziende sperano di far comparire i loro prodotti nel film non è insomma far vendere quei singoli prodotti, ma venire associati al fascino di Bond. Un altro aspetto molto importante è che le collaborazioni tra marchi – per dirne una: Balmain e H&M – vanno ormai di moda, e un’azienda che punta alle ultime facoltose generazioni non può non tenerne conto. Come spiega O’Flaherty, «ogni scena di Spectre è di fatto un catalogo di Tom Ford e James Bond. Crea una storia che può essere trapiantata ovunque, da Twitter alle riviste di moda».
In alcuni casi comunque il product placement associato a James Bond fa aumentare parecchio le vendite. La marca di prodotti di cashmere N Peal prevede che il maglione dolcevita chiaro da 269 sterline (370 euro) – simile a quello scuro e più leggero indossato da Craig nella campagna pubblicitaria del film – sarà un successo. Anche in Skyfall, N Peal aveva disegnato un maglione girocollo per 007: il direttore Adam Holdsworth racconta che all’epoca andò così bene che non riuscirono a soddisfare tutte le richieste. Jonathan Jones, direttore generale di Crockett &Jones, un marchio inglese di calzature che compare nel film, si aspetta una crescita di popolarità e di vendere soprattutto un paio di scarpe particolarmente riconoscibili, le Camberly nere. Remmert van Braam, fondatore del sito James Bond Lifestyle, fa notare che i marchi inglesi sono scelti sempre più spesso dai costumisti di James Bond: Crockett & Jones, N Peal, Sunspel e Barbour erano per esempio già presenti in SkyFall.
Spectre è il 24esimo film con protagonista James Bond; è diretto da Sam Mendes e nel cast ci sono Daniel Craig – che interpreta 007 per la quarta volta – Léa Seydoux, Christopher Waltz, Monica Bellucci, Ralph Fiennes, Naomi Harris e Ben Whishaw. In Italia il film uscirà al cinema il 5 novembre.